Il 2022 anche nel comparto concimi è stato certamente un anno difficile. Immediatamente dopo l'inizio delle ostilità in Ucraina non pochi profeti di sventura prevedevano una drastica diminuzione dell'offerta se non addirittura la mancanza di alcuni tipi di concimi tipo l'urea visto che l'Italia ne importava anche dalle aree di guerra. Da parte nostra abbiamo sempre cercato di essere obiettivi e sinceri e di fornire un quadro generale quanto più oggettivo possibile.

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La tabella sotto include sia i volumi di concimi importati negli ultimi due anni sia la nostra più recente stima dei consumi.

 

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Avevamo azzardato qualche previsione lo scorso settembre ma oggi siamo in grado di fornire numeri più attendibili anche se dovremo aspettare la fine dell'anno per avere quelli Istat che comunque sono sempre stati sottostimati rispetto ad altre rilevazioni non ufficiali.

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Relativamente alle importazioni notiamo addirittura un aumento dei volumi dei concimi azotati che, nel 2022, hanno dovuto sopperire alla minore produzione nazionale. Si può tranquillamente parlare di crollo quando si analizzano i dati dei potassici e dei concimi composti, è invece di scarso valore il dato delle importazioni di concimi a base organica in quanto include anche molte materie prime (es.: farina di carne ed ossa) per le produzioni nazionali. Spostando la nostra attenzione alla stima sugli impieghi, innanzitutto segnaliamo che il crollo non è legato tanto alla mancanza di merce quanto al fatto che i mesi di maggior consumo sono stati quelli con i prezzi più elevati che, associati al clima di generale incertezza, hanno fortemente condizionato la domanda. Analizzando i singoli comparti, abbiamo già scritto delle importazioni di azoto che sono aumentate mentre i consumi riteniamo siano diminuiti di oltre il 20%, forse anche di più ma, in ogni caso, si tratta del comparto che ha meglio tenuto in quanto l'azoto è il nutritivo a cui difficilmente si rinuncia. L'uso di fosforo e potassio è diminuito di un terzo, relativamente al potassio segnaliamo che è davvero difficile stimarne i volumi consumati in quanto solo una minima parte di quello importato viene utilizzato tal quale per impiego diretto. Il comparto dei composti (complessi e miscele) è stato profondamente segnato e occorreranno più di due anni prima che ci si possa riprendere dal crollo che forse supererà il 40%. Un cenno ai concimi a base organica che, nel complesso, sono riusciti a difendersi meglio di altri ma è opportuno segnalare che, mentre i prodotti esclusivamente organici hanno tenuto, gli organo-minerali hanno risentito dei problemi del comparto chimico e la riduzione si misura a due cifre.

 

I prezzi elevati hanno avuto effetti devastanti sui consumi 2022, paradossalmente i volumi perduti non si riusciranno a recuperare nemmeno quest'anno. Le ragioni sono tante (ne abbiamo scritto lo scorso febbraio) ma è interessante segnalare che persino i prezzi cedenti hanno influenzato negativamente sugli acquisti.

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Il grafico sotto mostra le variazioni percentuali dei prezzi italiani di alcuni concimi di largo impiego.

 

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Grafico: variazioni in base 100 (gennaio 2022) dei prezzi nazionali all'ingrosso di alcuni concimi

Legenda: MOP=cloruro di potassio, GSSP=perfosfato semplice, OM=organo-minerale

(Fonte: SILC Fertilizzanti)

 

Con la sola eccezione del valore del cloruro di potassio, tutti gli altri concimi analizzati oggi costano meno di inizio 2022 (prima dell'invasione russa), gli azotati (nitrato ammonico 27 ed urea) evidenziano prezzi dimezzati rispetto ai massimi di 13 mesi fa. La particolarità di questo inizio 2023 è che, dopo la paura della scorsa primavera, il canale distributivo ha continuato a ritardare gli acquisti proprio perché si osservava un cedimento quasi giornaliero delle quotazioni. Nonostante l'assenza del produttore nazionale d'urea, tutti hanno confidato nel fatto che alla fine sarebbe stato possibile non solo trovare la merce ma anche pagarla al prezzo più basso possibile. Ovviamente gli inevitabili imbuti della logistica distributiva, aggravati anche dalla mancanza di merce da Ferrara, non solo causeranno ritardi nelle consegne (a Ravenna i tempi di attesa sono nell'ordine di due settimane) ma porteranno inevitabilmente ad un'ulteriore riduzione dei consumi, non solo d'urea. A livello internazionale già da qualche settimana si segnala la risalita dei valori dell'urea, dagli Usa al Sud Est Asiatico, senza scordare l'Europa, c'è un rinnovato interesse grazie ai prezzi bassi ed alla necessità d'azoto per le operazioni di copertura sui cereali a semina primaverile. In altri Paesi del Vecchio Continente (Gran Bretagna, Francia, Germania, ecc.) è tradizione che a fine primavera si stabilisca il prezzo minimo del nitrato ammonico (a basso ed a elevato titolo) da cui si parte per la campagna estiva con quotazioni via via crescenti fino ai consumi invernali: in alcune zone hanno già iniziato.

 

Gli operatori italiani devono quindi approcciare il mercato con due diverse finalità: da un lato l'immediata esigenza di concimi indispensabili per le imminenti azotature, dall'altro la possibilità di beneficiare di quelli che potrebbero essere i prezzi più bassi dell'anno e quindi azzardare qualche acquisto anticipato. Abbiamo visto che i consumi sono crollati, avevamo già vissuto simile esperienza nel 2008-2009 e allora occorsero 2-3 anni prima di recuperare i volumi persi: memori di quegli eventi si potrebbe provare ad invertire il trend sin da subito.

 

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Le quotazioni non considerano i costi di magazzinaggio e consegna visto che sono relativamente rari i casi di concimi che vanno direttamente dal produttore/importatore al consumatore finale.
Invitiamo i lettori ad utilizzare le informazioni contenute nel report esclusivamente per ampliare le proprie conoscenze di mercato ed essere facilitati nel fare confronti e integrare quanto appreso da altre fonti.


AgroNotizie ospita un commento sul mercato dei concimi di largo consumo in collaborazione con SILC Fertilizzanti di Ravenna e, in particolare, con "SILC Informa".
Leggi tutti gli articoli nella rubrica "Concimi: informazioni e opportunità".
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