il parassita può provocare filloptosi molto spinte che si traducono in una riduzione quali- quantitativa della produzione.
I principali fattori predisponenti alle infezioni di Spilocaea Oleagina sono la suscettibilità varietale, la fittezza della chioma e i sesti di impianto molto stretti.
La malattia può essere efficacemente controllata mediante una gestione integrata dell’oliveto, che preveda interventi razionali con prodotti a base di rame in associazione a pratiche agronomiche preventive e di contenimento.
Tra queste ultime, l’applicazione mirata di formulati “induttori di resistenza” può contribuire ad incrementare significativamente la resistenza della pianta nei confronti del patogeno.
Con tale finalità è stata condotta una sperimentazione di campo, coordinata dal Cnr-Ivalsa in collaborazione con Cifo, presso l’Azienda agraria sperimentale Santa Paolina di Follonica (Gr), in un areale olivicolo particolarmente sensibile all’occhio di pavone.
Materiali e metodi
La prova è stata eseguita su un oliveto impiantato nell’anno 2002, allevato a vaso policonico con piante della cultivar “Frantoio” di origine clonale disposte alla distanza 6x6 mt. Il campo è stato impostato adottando uno schema sperimentale a blocchi randomizzati, utilizzando 3 parcelle (ripetizioni) di 4 piante ciascuna per tesi.
Le tesi a confronto sono state le seguenti
I trattamenti sono stati eseguiti con pompa volumetrica a spalla utilizzando un volume di 10 lt/100 mq (=1000 lt/ha). Per il resto, tutte le tesi hanno ricevuto le stesse pratiche agronomiche (concimazione di fondo, interventi fitosanitari, ecc.).
Risultati e commenti
I controlli sono stati eseguiti nel periodo autunnale esaminando 10 rami dell’anno su ciascuna pianta delle due tesi e calcolando la percentuale di foglie attaccate suddivise nelle seguenti classi:
0 = foglie senza sintomi
1 = 0 – 10% dell’area fogliare attaccata
2 = 10 – 25% dell’area fogliare attaccata
4 = 25 – 50% dell’area fogliare attaccata
6 = 50 – 100% dell’area fogliare attaccata
I risultati ottenuti hanno fornito indicazioni interessanti.
I trattamenti con i formulati Cifo hanno ridotto l’attacco del parassita sia in frequenza che in intensità.
Nella prima tesi Cifo, le due applicazioni fogliari effettuate a fine primavera hanno permesso di ridurre l’attacco del 64%, mentre nella seconda tesi Cifo, dove alle applicazioni di fine primavera è stata associata un ulteriore applicazione verso la fine di settembre, la riduzione dell’attacco è stata del 90%.
Grazie all’azione sinergica di Ionifoss e Blok 5, è stato possibile ridurre anche l’intensità di attacco del parassita e quindi l’entità del danno sulle foglie: mentre nel testimone oltre l’8% delle foglie attaccate appartenevano alle due classi di danno più elevato (la 4 e la 6), questa percentuale è scesa al 4,5 % nella prima tesi Cifo 1 e allo 0,5% nella tesi Cifo 2.
Inoltre, nel mese di marzo 2012, ovvero nell’anno successivo ai trattamenti, sono stati effettuati ulteriori controlli sullo stato fitosanitario delle piante: le piante trattate con i formulati Cifo presentavano un minore attacco di cercosporiosi (Pseudocercospora cladosporioides), malattia che sta causando problemi crescenti in varie zone olivicole.
Il 51% delle foglie delle piante testimone risultavano colpite rispetto al 27% della tesi Cifo 1 e al 25% della tesi Cifo 2.
I risultati raggiunti ci spingono a proseguire in questa direzione, valutando l’opportunità di ulteriori sperimentazioni, soprattutto in vista delle prossime revisioni che riguarderanno i sistemi di lotta integrata (obbligatoria in sede CE da gennaio 2014), per i quali si prevedono ulteriori limitazioni all’utilizzo di prodotti fitosanitari.
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Fonte: Cifo