Il progetto, finanziato con 4 milioni di euro nell'ambito del programma europeo Horizon 2020, punta a cercare alternative del rame e degli insetticidi nelle colture di maggior interesse per il Trentino, facilitando l'adozione di strumenti e tecnologie sicure per l'ambiente e nel contempo economicamente sostenibili per gli agricoltori.
"Questo finanziamento è il primo risultato dell'accordo Fondazione Edmund Mach e Università di Trento. La nuova formula dell'unità mista di ricerca C3A, aumentando la massa critica, garantisce maggiore competitività e reperimento di risorse per la ricerca su temi di estrema importanza per il nostro territorio. In questo progetto, quasi un quarto del budget verrà destinato alla sperimentazione diretta nelle aziende biologiche", ha sottolineato Andrea Segrè, presidente Fem.
Anche il rettore di UniTrento Paolo Collini ha manifestato la propria soddisfazione. "E' un risultato che conferma la scelta dell'alleanza strategica tra l'Università e la Fondazione, che permette all'Ateneo di essere presente ad alto livello in ambiti scientifici nuovi e a Fem di rafforzare la sua capacità competitiva nell'acquisizione di finanziamenti alla ricerca di qualità".
L'iniziativa scientifica, coordinata dal più importante centro per la ricerca in agricoltura biologia in Europa, durerà quattro anni, da investire per la messa a punto delle soluzioni innovative più facilmente e velocemente trasferibili nel modo produttivo ed per una fase di sperimentazione che coinvolgerà le stesse aziende agricole biologiche coordinate a livello europeo dall'International federation of organic agriculture movements european union (Ifoam-EU).
Per l'Italia parteciperanno alla fase operativa le aziende coordinate da Federbio, realtà che già collabora con Fem dopo la firma di un accordo di collaborazione nel 2017.
I ricercatori saranno impegnati soprattutto nella ricerca e sviluppo delle alternative al rame come fungicida, in particolare in viticoltura. Nello specifico, si sta lavorando in collaborazione con un'importante industria su un principio attivo naturale, che si trova in natura in quantità minimali ma è ottenibile in grandi volumi su scala industriale mediante un processo enzimatico a partire da ingredienti alimentari.
Il principio attivo è stato già testato in vigneto su scala ridotta con evidenti soddisfazioni in termini di efficacia. Il secondo filone di lavoro è la sostituzione degli insetticidi, soprattutto quelli a base di oli minerali, con metodi di confusione sessuale degli insetti basata su vibrazioni.
Nel progetto si lavorerà anche su un nuovo prodotto derivato da una pianta (un lontano parente del fagiolo) che ha un'azione inibitoria sulla digestione degli insetti.
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Fonte: Fondazione Edmund Mach - Istituto Agrario di San Michele all'Adige