Si tratta, in particolare, delle valutazioni compiute dall'Autorità europea per la sicurezza alimentare sui rischi connessi all’impiego di clothianidina, imidacloprid e tiamethoxam nel trattamento delle sementi o sotto forma di granuli.
L'attenzione degli scienziati si è concentrata su tre principali vie di esposizione: tramite residui presenti in nettare e polline dei fiori delle piante trattate, tramite polvere prodotta durante la semina di sementi conciate o l'utilizzo di granuli e tramite residui presenti nel liquido di guttazione, ossia le goccioline d'umidità emesse per essudazione dalle foglie delle piante trattate.
Le conclusioni dell'Efsa
Partendo dal presupposto che il parere, sotto diversi aspetti, è ancora incompleto "per insufficienza di dati", nei casi in cui è stato possibile portare a termine le valutazioni per tutte e tre le sostanze, queste sono state le conclusioni:
- in caso di esposizione tramite polline e nettare sono stati ritenuti accettabili solo gli usi su colture non appetibili per le api;
- in caso di esposizione tramite polvere: è stato segnalato, o non è stato possibile escludere, un rischio per le api da miele, con alcune eccezioni, come ad esempio l'uso sulla barbabietola da zucchero e su colture in serra e l'uso di determinati granuli;
- in caso di esposizione tramite guttazione: l'unica valutazione del rischio che è stato possibile completare è stata quella sul granoturco trattato con tiamethoxam. In questo caso gli studi sul campo evidenziano un effetto acuto sulle api da miele esposte alla sostanza attraverso il liquido di guttazione, ossia le goccioline d'umidità emesse per essudazione dalle foglie delle piante.
"Nell'immediato - ha spiegato Vincent - la Commissione Ue scriverà alle società produttrici, Syngenta e Bayer, che avranno tempo fino al 25 gennaio per reagire al parere dell'Efsa". Bruxelles, inoltre, intende portare la questione il prossimo 31 gennaio all'esame del Comitato permanente della sicurezza alimentare dove sono presenti i rappresentanti dei 27 Stati membri.
Agrofarma: senza neonicotinoidi 4 miliardi di danni economici e disoccupazione
"Secondo le evidenze emerse dal report, l’uso sicuro dei neonicotinoidi non incide sul declino della popolazione di api. Il corretto utilizzo di questa importante classe di agrofarmaci, infatti, non viene messo in discussione a reali e idonee condizioni di impiego". Così commenta i risultati Agrofarma, l'Associazione nazionale imprese agrofarmaci che fa parte di Federchimica . "Teniamo a sottolineare - prosegue la nota - che l'Efsa ha riconosciuto un elevato livello di incertezza, dato che il processo di valutazione dei rischi per le api è ancora in via di sviluppo. L’Agenzia, del resto, non ha richiesto nessun divieto".
Secondo quanto emerso dallo studio Compass condotto dall'Humboldt Forum for Food and Agriculture, nel quale si evidenziano i benefici economici, occupazionali e di resa derivati dal corretto utilizzo dei neonicotinoidi, se in agricoltura non fossero più realizzabili i trattamenti vi sarebbero, oltre che danni economici per più di 4 miliardi di euro, anche gravi conseguenze sull'occupazione.
"In Italia, come dimostrato da un recente studio Nomisma, la produzione di mais ha subìto un decremento del 19% negli ultimi 5 anni, a fronte di una domanda rimasta stabile", fa sapere Agrofarma.
Secondo l'Associazione, la comunità scientifica internazionale conferma che la causa della moria delle api sia un fenomeno estremamente complesso la cui origine è di tipo multifattoriale. "L’industria degli agrofarmaci ritiene - conclude Agrofarma - che qualsiasi decisione sull'uso degli agrofarmaci debba continuare ad essere basata su solide evidenze scientifiche, tenendo anche in considerazione i vantaggi per gli agricoltori, l’ambiente e la società".
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Fonte: Agronotizie