Finalmente torniamo a parlare di Organismi geneticamente modificati senza menzionare cause legali e sentenze di tribunali. L’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) ha recentemente pubblicato sul suo portale un aggiornamento della valutazione del rischio relativo alla coltivazione del Mais 1507, modificato geneticamente per indurre la resistenza alla piralide e ad altri lepidotteri.
L’introduzione di genoma del Bacillus thuringiensis fa in modo che la pianta sintetizzi la proteina Cry1F, dalle note proprietà insetticide. Al mais è stata anche conferita la resistenza all’erbicida glufosinate ammonio (del quale abbiamo recentemente descritto le vicissitudini italiane) derivata dal materiale genetico del batterio Streptomyces viridochromogenes che sintetizza l’enzima phosphinothricin-N-acetyltransferasi (Pat) che disattiva l’erbicida.
Mediante un modello matematico applicato nella valutazione del rischio di un altro mais geneticamente modificato (MON 810), gli esperti hanno evidenziato che la coltivazione di questo mais potrebbe ingenerare delle problematiche di resistenza alla proteina Cry1F nei lepidotteri bersaglio, costringendo quindi di insetticidi chimici, e di selettività nei confronti di lepidotteri non bersaglio esposti al polline, contenente anch’esso significative quantità della proteina insetticida.
Tra le pratiche di mitigazione del rischio suggerite dall’autorità figurano zone di rispetto di 30 metri tra i campi coltivati con Ogm e gli habitat dei lepidotteri non bersaglio, da applicarsi solamente se la diffusione del mais in questione supera il 5% della superficie coltivata della zona.
Per saperne di più
Scientific Opinion updating the evaluation of the environmental risk assessment and risk management recommendations on insect resistant genetically modified maize 1507 for cultivation
EFSA Journal 2011;9(11):2429 [73 pp.]. doi:10.2903/j.efsa.2011.2429
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Fonte: Agronotizie