La fisica insegna che l'energia cinetica di un corpo è proporzionale alla sua massa per il quadrato della velocità con cui si muove. Basf, di certo, ha una grande massa, unita a una velocità di reazione alle difficoltà decisamente notevole. Che dalla fine del 2008 le cose siano andate male per tutti, infatti, non è certo più un segreto. Che le cose ricomincino ad andare bene solo per alcuni, invece, non è altrettanto scontato.
Secondo Erwin Rahue, amministratore delegato di Basf Italia, le prospettive di crescita sono comunque modeste e l'incertezza regna sull'immediato futuro. Ciò provoca una contrazione prudenziale delle spese più comuni. Spostando di un gradino l'incipit di Rahue, si può desumere che dalla contrazione dei consumi, dovuti a una generale sfiducia nel mondo economico, si sia arrivati infine ai mercati finanziari, i quali hanno amplificato ulteriormente il pessimismo facendo crollare le quotazioni nelle diverse borse mondiali. Non a caso, le recenti prese di posizione politiche su Grecia e Spagna hanno messo il turbo proprio a quelle borse che fino ad ora avevano sanguinato copiosamente.
Il debito pubblico delle diverse nazioni è però lievitato, a causa degli interventi d'aiuto alle aziende e alle famiglie, e solo una ripresa della crescita economica può ripianare questo gap a cui si sono esposti molti governi mondiali.
Ma non sarà certo una crescita lampo: il PIL italiano è previsto aumentare dello 0,8 e dell'1,2% per il 2010 e il 2011 rispettivamente. Gli Usa saliranno del 3,1 e 2,6%.
L'area Euro dell'1 e dell'1,5%. Uscendo dai confini continentali, nelle aree emergenti la Cina è ancora la locomotiva, mostrando tassi di crescita elevati. Ma oggi c'è tutta un'area di sviluppo asiatica che sta intorno alla Cina: i redditi in queste aree sono cresciuti del 42% e questo ha consentito l'aumento dei consumi e il cambio di costumi e abitudini, tenendo alta la crescita del PIL mondiale.
Tornando a casa, il manifatturiero in Italia è crollato del 18% nel 2009, crescendo poi ancora del 7 e del 2% nel 2010 e nel 2011 (previsione). Anche se si realizzassero questi numeri, saremmo comunque sotto del 13% rispetto alla media 2006-2007. La strada si mostra perciò ancora molto lunga.
Per quanto riguarda l'industria chimica, si lamenta in genere una certa tendenza a non creare scorte di beni da parte della clientela. Vi sono comunque sentori di recupero, almeno nei Paesi avanzati: dopo il -2,1 e -7,5% degli ultimi 2 anni, si prevede un +5,6% nel 2010. Ciò riporterebbe il mercato al -11% rispetto al 2008. La chimica potrebbe inoltre anticipare nella crescita molti altri settori, dato che i suoi prodotti stanno all'inizio dei processi industriali che portano al prodotto finito. L'altalena degli ordinativi dovrebbe quindi stabilizzarsi entro il 2011, anche se ciò non significherà certo il ritorno ai livelli pre-crisi.
I numeri in casa Basf
Sono 50,6 miliardi di euro il fatturato 2009 (dai 62 del 2008, equivalenti al -19%). L'Ebit è di 4,9 miliardi (dai 6,9, col -29%). L'utile netto si attesta quindi sull'1,4 miliardi di euro, generando dividendi per 1,54 €/azione. Dai 3,13 € del 2008 è cioè più che dimezzato. L'agricoltura è però fiore all'occhiello nei bilanci della multinazionale tedesca: 3,65 miliardi di fatturato globale, con un +7% di fatturato verso il 2008 e un + 9,1% dell'Ebit.
In generale, si sono notati segnali di ripresa nell'ultimo quarto 2009, ma ci vorranno anni prima di rivedere una crescita sostanziale. Necessario quindi proseguire nel processo di ottimizzazione dei costi e dei processi. Nuovi prodotti arriveranno nel settore energia, clima, urbanizzazione e agricoltura.
Le aspettative sono quindi per una crescita superiore alla media del settore. Nel primo trimestre 2010 Basf ha infatti mostrato un +26% rispetto allo stesso periodo del 2009, con 15,45 miliardi di euro contro i 12,22 dell'anno precedente. Ciò lascia intravedere una potenziale proiezione di circa 61 miliardi finali, imprevisti a parte ovviamente. L'Ebit potrebbe in pratica raddoppiare, passando da 985 milioni a 1,95 miliardi.
Le leve da utilizzarsi sono chiare: accelerare le attività d'integrazione delle società acquisite (come la Ciba), ristrutturare i settori in sofferenza (catalizzatori per auto e vernici), definire nuove strutture organizzative.
Basf Italia: punta di diamante in Europa
Sono nove le società del gruppo, con 14 siti produttivi lungo lo Stivale. La tendenza è però di ridurre la pluralità di soggetti giuridici, per ottimizzare i costi gestionali e l'operatività aziendale.
Il gruppo Basf ha ottenuto nel Bel Paese 2,2 miliardi di euro (fatturato a terzi), e 1,6 miliardi di fatturato per società. L'energia ha contribuito pesantemente al calo, viste le quotazione del greggio dell'anno scorso. Il chemical però è salito del 10%.
Il fatturato di Basf Italia ha chiuso quindi a 950 milioni di euro, senza considerare i 168 milioni prodotti da Ciba. Il mercato agrofarmaci, per stare nel nostro settore, si è mostrato stabile, anche perché sostenuto da prodotti altamente specialistici. Un +12% di vendite ha infatti permesso a Basf Italia di chiudere l'anno con piena soddisfazione.
Soddisfazione proseguita poi nei mesi scorsi, vista la partenza scoppiettante del 2010. Una partenza sostenuta soprattutto da prodotti innovativi come Opera, che sui cereali ha indotto addirittura modifiche nell'approccio tecnico nella cura delle patologie fungine, o come Cabrio Duo, che ha visto crescere anch'esso le vendite in modo significativo grazie agli ottimi risultati mostrati in campo nel 2009.
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Fonte: BASF Italia - Divisione Agro
Autore: Donatello Sandroni