E anche il terzo sempreverde della fitoiatria riesce a superare brillantemente la revisione europea, con un colpo di scena tanto benvenuto quanto inaspettato: l'olio minerale, indispensabile insetticida/acaricida popolarissimo non solo nell'agricoltura professionale ma anche in quella hobbistica, ottiene una decisione senza precedenti, che stravolge tutte le precedenti statistiche che noi stessi avevamo precedentemente enunciato.

A un passo dal baratro

Gli oli minerali (è più corretto usare il plurale in quanto vi sono molti tipi differenti di olio, dalle molteplici caratteristiche) sono da sempre utilizzati nei trattamenti invernali principalmente per il controllo delle cocciniglie e sono caratterizzati da un meccanismo di azione a prova di resistenza (occlusione degli spiracoli e morte per asfissia) e da una limitata tossicità nei confronti dell'uomo, pregio che ne ha favorito l'enorme diffusione nel settore hobbistico. Quando la quarta fase della revisione comunitaria è entrata nel vivo, ci saremmo aspettati che queste sostanze fossero agevolmente considerate “green” e venissero approvate senza indugio, invece i desiderata dei notificanti, del mondo agricolo e delle autorità greche, in qualità di stato relatore, sono stati prontamente disattesi in fase di valutazione paritaria, il cui esito infausto è stato “contabilizzato” nella conclusione dell'Efsa pubblicata come consueto sul suo sito. In particolare l'autorità prende atto che la tossicità degli oli paraffinici nei confronti dell'uomo è trascurabile, tanto è vero che vengono normalmente utilizzati in cosmetica e in campo farmaceutico, ma sottolinea anche che le impurezze, specialmente quando si ha a che fare con prodotti petroliferi, fanno la differenza e che i notificanti non hanno prodotto sufficienti informazioni per scongiurare la presenza di sostanze tossicologicamente rilevanti. Questa carenza è un “data gap” che non permette la valutazione del rischio nei confronti degli operatori, dei consumatori e dei lavoratori impegnati nelle operazioni colturali nei campi trattati. In condizioni normali è motivo di revoca “senza passare dal via”, per usare un termine del gioco del Monopoli. Le uniche speranze sono quindi affidate alla perseveranza della “minoranza di blocco” costituita da alcuni stati (presumiamo Italia compresa, che normalmente segue lo stato relatore nella votazione e ha i medesimi interessi nel mantenimento degli oli minerali in agricoltura) che riescono a portare la discussione a livello del Consiglio, guadagnando altro tempo prezioso. Tuttavia in passato l'esame del Consiglio non è mai riuscito a ribaltare una proposta di non inclusione e tutti si attendono una situazione di stallo che dopo 90 giorni porterebbe all'automatica adozione dell'idea iniziale e alla conseguente revoca della sostanza attiva.

Invece...

L'uovo di colombo

Poiché l'olio minerale paraffinico viene utilizzato in cosmetica e nel settore farmaceutico per la sua sicurezza nei confronti dell'uomo e gli unici problemi sono le impurezze, la soluzione che ha messo d'accordo la Commissione, il Consiglio e gli stati membri interessati alla sostanza, è stata quella di fissare come specifica quella fissata nella Farmacopea Europea, sesta edizione. La purezza prevista in questa specifica è prossima al 100% e le tanto temute impurezze saranno considerate un ricordo. I notificanti dovranno fornire alla Commissione la documentazione comprovante il rispetto della specifica entro il 30 giugno 2010.

Tutto è bene quel che finisce bene?

Sembra proprio di sì, anche se prima della pubblicazione nella Gazzetta Ufficiale dell'Unione Europea l'ufficio legale della Commissione Europea dovrà verificare attentamente la compatibilità della soluzione trovata con i regolamenti attualmente vigenti, che prevedono regole strettissime per la tempistica di presentazione della documentazione. Tuttavia le precedenti approvazioni hanno dimostrato una certa disponibilità della Commissione Europea a non privare l'agricoltura comunitaria dei mezzi tecnici considerati importanti.

Non tutti gli oli minerali si salveranno

Nel complesso panorama degli oli minerali e degli idrocarburi in genere il numero CAS è quasi sempre l'unico mezzo sicuro per differenziare sostanze molto complesse. Nel nostro caso specifico le sostanze che si salvano hanno i seguenti numeri CAS: 8042-47-5, 64742-46-7, 72623-86-0 e 97862-82-3. Secondo la bozza di direttiva disponibile, che pubblicheremo non appena comparirà sul sito dell'Unione Europea, l'entrata in vigore è prevista per il 1° gennaio 2010 ed entro il 30 giugno dello stesso anno i notificanti dovranno dimostrare il rispetto della specifica identificata.