In uno degli scenari più belli al mondo, il palazzo della FAO a Roma, si sta tenendo la riunione dei rappresentanti della FAO e delle Nazioni Unite (UNEP, agenzia dell'ambiente delle Nazioni Unite) per decidere se inserire tre sostanze chimiche, l'endosulfan (noto insetticida clororganico, revocato in Europa nel 2005 ma con alcune proroghe d'impiego per la sua efficacia contro alcuni coleotteri dei fruttiferi a guscio e ancora ampiamente usato nel mondo nella coltivazione del cotone), i composti del tributyltin (biocidi stannorganici utilizzati come antimuffa nelle vernici per le imbarcazioni e altri usi da tempo proibiti dall'organizzazione marittima internazionale) e il crisotilo (il tristemente noto amianto bianco, responsabile di migliaia di morti in tutto il mondo, bandito in Italia dal 1992 e in Europa dal 1999) nella lista di quelle sostanze che dovranno sottostare al PIC (Prior Information Consent), procedura internazionale che nel caso di transazioni riguardanti sostanze particolarmente pericolose per l'uomo e l'ambiente (lista attualmente costituita da 39 elementi) prevede la necessità di ottenere il consenso dello stato importatore prima di spedire la merce. Il comunicato stampa pubblicato sul sito della FAO prosegue sottolineando la resistenza di alcuni produttori di amianto che probabilmente si opporranno con forza all'inserimento del loro prodotto nella lista del PIC, consci della difficoltà di trovare paesi disposti ad autorizzare l'entrata nel loro territorio di sostanze con tali criticità. Questo approccio può sembrare assolutamente minimalista per noi europei coinvolti nella filiera degli agrofarmaci, abituati a ogni genere di adempimento e fortunatamente abituati a gestire sostanze (a parte l'endosulfan, sulla cui revoca europea pende ancora una causa in corso) con ben altre caratteristiche, ma dobbiamo ricordarci che nel mondo non vi sono zone regolamentate come l'Europa dove si revoca una sostanza non perchè non sono disponibili studi autorevoli che ne dimostrino la sicurezza, ma perchè l'autorità preposta non ha sufficiente tempo e risorse per valutarli e mentre nel resto del mondo si disquisisce non se estendere il bando di una sostanza collegata a decine di migliaia di decessi ma se inserirla in una lista di sostanze sulle quali vige l'obbligo di informare il paese destinatario di cosa sta importando. Purtroppo non possiamo che prendere atto ed evidentemente stigmatizzare questa situazione, ed entrare come consueto nel merito verificando quali sono le caratteristiche delle sostanze in discussione.

Endosulfan

Insetticida utilizzato in tutto il mondo, derivato organo clorurato revocato in Europa nel 2005 per problemi di destino e comportamento ambientale, specialmente dei metaboliti. Riprendiamo quanto avevamo scritto nel 2005: “Alla base della revoca vi sono principalmente motivi di carattere ambientale in quanto secondo i valutatori la documentazione fornita dai notificanti non ha consentito di chiarire completamente il meccanismo di degradazione della sostanza attiva nei vari comparti ambientali e in studi di comportamento nel suolo, all’interfaccia acqua/sedimenti e nel mesocosmo sono comparsi metaboliti sconosciuti. Sono rimasti aperti anche diversi interrogativi sul rischio ecotossicologico a lungo termine dei suddetti metaboliti. Ultimi, ma non meno importanti, sono le segnalazioni della presenza di della sostanza e dei suoi metaboliti in zone molto lontane da quelle dove viene tradizionalmente impiegata. Sono ormai noti i risultati del periodico rilevamento Amap (Arctic Monitoring and Assessment Programme) sulla presenza dei POPs (Persistent Organic Pollutants) nell’artico. L’Artico diventa infatti una specie di “cimitero” delle molecole organiche persistenti che, principalmente per meccanismi di distillazione/codistillazione, trasporto in atmosfera e successiva condensazione (questo meccanismo viene chiamato “grasshoppering”) riescono a percorrere migliaia di chilometri dalle zone calde di utilizzo sino ai poli, dove le rigide temperature ne favoriscono il deposito. Fenomeni di volatilizzazione (più correntemente deminata “distillazione globale”) fanno si che il movimento delle molecole organiche persistenti sia avvenga anche in verticale: tracce di endosulfan e di derivati sono stati riscontrati nei pirenei. Ovviamente il rilevamento di queste sostanze, principalmente organoclorurati della prima generazione (dieldrin, clorobenzeni, etc.) è reso possibile dalle moderne tecniche di analisi, in grado di rilevare quantità dell’ordine dei pico e dei nanogrammi (rispettivamente un millesimo di miliardesimo e un miliardesimo di grammo), ben lontani da qualunque soglia di attenzione tossicologica conosciuta. Nel gruppo dei clororganici, l’endosulfan e suoi metaboliti sono tra l’altro quelli che vengono trovati in quantità minori (circa 50 volte di meno rispetto a dieldrin ed esaclorobenzeni, ad esempio).”

Tributiltyn (TBT)

Sostanze utilizzate come antimuffa nelle vernici, sono state bandite in Canada e in Europa con decorrenza 1° gennaio 2003. In Canada il bando è totale, mentre in Europa sono stati proibiti gli usi nelle vernici destinate a venire in contatto con acque marine e fluviali (imbarcazioni, attrezzature utilizzate in piscicoltura) e al trattamento industriale delle acque. I motivi della restrizione sono di natura tossicologica e ambientale. L'esposizione al prodotto durante la miscelazione delle vernici che lo contengono è risultata oltre il doppio rispetto allo STEL (Short Term Exposure Limit) e vi sono preoccupazioni per l'esposizione dei consumatori in seguito ad ingestione di organismi acquatici contaminati. Le criticità di natura ambientale risiedono nel fatto che nelle acque il PEC (Predicted Environmental Concentration – Stima della concentrazione ambientale) delle sostanze rilasciate nelle acque dalle vernici usate nelle imbarcazioni supera il PNEC (Predicted No Effect Concentration – Stima della concentrazione senza effetto). La valutazione condotta dagli esperti comunitari prevede che il periodo necessario affinchè i TBT, vista la loro lunga persistenza ambientale, scompaiano completamente dai sedimenti contaminati durante il periodo di utilizzo sia di 20 anni.

Crisotilo (amianto o asbesto bianco)

Ritornato anche recentemente alla ribalta per il caso ETERNIT e il procedimento intentato dal famoso procuratore Raffaele Guariniello che ha individuato 2886 parti offese, nonché ampiamente dibattuto nella puntata di Blu Notte del 21 Settembre scorso, che vi consigliamo di rivedere, il crisotilo o amianto/asbesto bianco, la forma di amianto più diffusa (94% della produzione totale), è stato associato al cancro al polmone sin dal 1935, mentre sin dal 1911 esperimenti su ratto indicavano la sua pericolosità. Negli anni '60 fa la sua comparsa nella letteratura clinica il mesotelioma, prima in Sud Africa (1959-60) e poi negli Stati Uniti e nel Regno Unito (1962-64). Nel 1992 l'amianto viene bandito in Italia, nel 1999 in Europa (con la direttiva comunitaria 1999/77/CE). Nonostante l'ILO (Organizzazione Mondiale del Lavoro) abbia richiesto la sua messa al bando, al 2005 la produzione mondiale era stimata in circa 2.400.000 tonnellate, di cui quasi un milione solo in Russia e mezzo milione in Cina. Nel 2005 risultavano ufficiosamente produttori anche la Slovacchia (nella Comunità Europea dal 2004) e la Romania (nella Comunità Europea dal 2007). A questo business miliardario della produzione si affianca anche quello della bonifica dall'amianto in quanto, a sedici anni dal bando in Italia e a nove dal bando in Europa, esso è ancora presente in molte costruzioni e manufatti del Vecchio Continente. Questi provvedimenti restrittivi sono stati adottati da soli quaranta paesi (Tabella 1), costituiti dall'Europa a 27 più altri tredici, e ovviamente senza Stati Uniti, Canada, Russia e Cina, per citare solo quelli più importanti. L'inserimento di queste sostanze nella lista PIC potrebbe tuttavia costituire un primo passo verso il loro definitivo bando, in quanto, costringendo le autorità a dichiarare apertamente che ne autorizzano l'importazione e l'utilizzo sul loro territorio, esse dovranno in qualche modo risponderne nei confronti dei loro cittadini.

 

Tabella 1. Paesi dove l'amianto è stato bandito.

ARABIA SAUDITA

ESTONIA

ITALIA

REGNO UNITO

ARGENTINA

FINLANDIA

KUWAIT

REPUBBLICA CECA

AUSTRALIA

FRANCIA

LETTONIA

ROMANIA

AUSTRIA

GABON

LITUANIA

SEICHELLES

BELGIO

GERMANIA

LUSSEMBURGO

SLOVACCHIA

BULGARIA

GIAPPONE

MALTA

SLOVENIA

CILE

GRECIA

NORVEGIA

SPAGNA

CIPRO

HONDURAS

PAESI BASSI

SVEZIA

CROAZIA

IRLANDA

POLONIA

UNGHERIA

DANIMARCA

ISLANDA

PORTOGALLO

URUGUAY

 

Per saperne di più

Endosulfan

Articolo su Agronotizie del Dicembre 2005

Decisione della commissione del 2 Dicembre 2005

 

Tributyltin

Wikipedia

Draft decision guidance document for tributyltin

 

Amianto

Report dell'agenzia ambientale europea

 

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