Si è conclusa a Bardolino (Vr) la 29° edizione del Congresso annuale dell'Iko - International kiwifruit organization, l'organizzazione che associa i principali Paesi produttori di kiwi del mondo. Il congresso si svolge annualmente in uno dei Paesi partecipanti e quest'anno è stata la volta dell'Italia.
Abbiamo chiesto ad uno degli organizzatori della manifestazione, il professor Raffaele Testolin, docente del Dipartimento di Scienze agrarie e ambientali dell'Università di Udine, di approfondire alcuni aspetti emersi durante l'incontro.
Qual è la situazione attuale del kiwi in Italia in termini di superfici, produzione e mercato?
"La superficie si aggira attorno ai 26.000 ha, con una produzione in leggero aumento, dovuto alla realizzazione di nuovi impianti e alla maggiore produttività delle nuove varietà a polpa gialla (30-50% in più rispetto alle varietà a polpa verde a parità di sesti di impianto e forme di allevamento). Per quanto riguarda il mercato, manteniamo le posizioni sui mercati interni ed europei, con qualche timida espansione sui mercati del'est europeo, su quelli asiatici e nord-americani. Tuttavia, la frammentazione dell'offerta rende poco incisiva la colonizzazione dei mercati lontani".
L'innovazione varietale può rappresentare un valore importante per la crescita del comparto?
"Certamente l'introduzione delle varietà a polpa gialla è destinata da una parte ad acquisire una fetta di mercato del verde e dall'altra ad aumentare i consumi a livello mondiale. Nei prossimi anni il giallo può arrivare ad occupare tra il 20 e il 50% del mercato mondiale. Il giallo è molto apprezzato sui mercati asiatici e americani, ma si sta diffondendo bene anche nel mercato europeo".
Tra le diverse problematiche che colpiscono il settore dell'actinidia è presente la batteriosi: e' eccessivo parlare di allarme 'peste del kiwi'? Quali sono, secondo lei, gli interventi più urgenti da mettere in campo allo scopo di poter scongiurare la chiusura delle aziende agricole? Qual è la situazione specifica relativamente alla batteriosi nel Friuli Venezia Giulia?
"La batteriosi in Italia e la verticillosi in Cile sono due problemi allarmanti per il kiwi. Le varietà a polpa gialla sono, per quanto è dato di capire, le più attaccate, ma le varietà a polpa verde non sono esenti. La batteriosi, sostenuta da un ceppo specializzatosi sull'actinidia (Pseudomonas syringae pv. actinidiae), si è sviluppata soprattutto negli ultimi due anni. Le segnalazioni riportate all'ultimo convegno di Faenza e nell'ultimo numero di Frutticoltura (2010/9) sono le seguenti: 656 casi nel Lazio nelle provincie di Roma e Latina, cui si sono aggiunti 11 casi recenti segnalati nel viterbese, una sessantina di casi in Piemonte, 10 casi in Emilia-Romagna, 1 caso in Veneto, nella provincia di Treviso.
Per cercare di limitare la diffusione la Regione Emilia-Romagna ha già messo in atto un intervento rapido di controllo ed estirpazione dei focolai; analoghi provvedimenti sono in via di attuazione anche in Piemonte e Veneto.
In Lazio l'assenza di piani di intervento, potrebbe portare a danni gravi all'intero comparto. Nelle altre Regioni, meno colpite, sono invece possibili interventi per circoscrivere il problema.
Le batteriosi sono difficili da combattere con mezzi chimici e possono essere contrastate dall'introduzione di varietà meno sensibili, da buone pratiche agronomiche e da un monitoraggio continuo degli impianti da parte dei servizi fitosanitari regionali".
Il kiwi a polpa gialla Soreli® è presente sul mercato da alcuni anni: come si pone nei confronti degli agricoltori e del mercato?
"Soreli®AC171.76* è stata diffusa nel 2008; ci sono per ora una cinquantina di ettari giovani. Non c'è al momento produzione commerciale disponibile. Nel 2009 la nuova varietà ha trovato grande entusiasmo tra tecnici e produttori per l'aspetto attraente e le dimensioni dei frutti, la qualità della polpa e la precocità di maturazione. Soreli può essere raccolta 30-40 giorni prima di Hayward con un contenuto in zuccheri già superiore a 7° Brix, cosa che non succede alle varietà precoci a polpa verde, che vengono raccolte nello stesso periodo, quando spesso non raggiungono ancora i 6°Brix. Nel 2010, le preoccupazioni per la diffusione della batteriosi ha raffreddato gli agricoltori italiani già orientati a fare nuovi impianti, ma l'interesse rimane alto e, se la batteriosi sarà portata sotto controllo, le prospettive sono di raggiungere rapidamente in Italia le superfici delle concorrenti ZespriGold®Hort16A* e Jingold®Jintao*. L'Università di Udine ha ceduto i diritti di moltiplicazione nella UE a 14 soggetti, mentre per il resto del mondo si è affidata ad una multinazionale sudafricana, la BioGold, specializzata nella gestione di brevetti vegetali relativi soprattutto ad agrumi, uva da tavola e specie subtropicali. Soreli è la prima varietà di kiwi acquisita da questa compagnia, in grado di controllare, con una organizzazione capillare, l'intera filiera dalla produzione delle piante alla commercializzazione del prodotto".
Nel corso del congresso è emerso che il 2010 dovrebbe rivelarsi un anno con quantità di prodotto presente sul mercato in diminuzione rispetto alle annate passate. Tale calo si manifesterà sia in Italia come in altri Paesi europei. E stimabile che la produzione sarà in diminuzione del 20% a causa di andamenti climatici non favorevoli ed al crescente problema della batteriosi.
In base a quanto emerso durante l'intervento di Patrizio Neri - presidente dell’Iko - quest'anno si avranno 1 milione e 200mila tonnellate di kiwi dall'emisfero Nord (in calo di 100mila tonnellate), mentre il consuntivo dell'emisfero Sud parla di 600mila tonnellate di prodotto. "Fino al 2013 - spiega Neri - le produzioni di kiwi dell'emisfero Nord e Sud saranno tendenzialmente in aumento, specie in Cile, Italia, Grecia e Francia. La Nuova Zelanda invece più che sull'aumento delle produzioni svilupperà nuove varietà, in particolare a polpa gialla. Determinante per l'annata 2010 sarà la qualità del prodotto standardizzata, considerata elemento strategico fondamentale per aumentare i consumi”.
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Fonte: Università di Udine - Dipartimento di Scienze agrarie e ambientali
Autore: Lorenzo Cricca