Il Pack dell’Artico non permette la navigazione, per questo ci sono apposite navi che quel ghiaccio riescono a spezzare grazie alla propria massa e conformazione. E lo fanno liberando vie che poi altri potranno navigare liberamente. Il mercato agricolo è spesso più ostile di quel Pack, richiedendo grandi sforzi e investimenti per non farsi rallentare nello sviluppo, sia tecnologico che aziendale. Per questo Pioneer Hi-Bred, proprio come una vera nave rompighiaccio, prosegue nel proprio cammino, lanciando continuamente nuovi progetti, nuovi ibridi e nuovi servizi.

I campi NAST: un investimento al servizio dell’agricoltore
Guardando una mappa geografica sulla quale sono riportati i campi dimostrativi Pioneer Hi-Bred pare che la Pianura Padana sia interamente coltivata a mais. Sono infatti ben 2.500 i campi NAST (National Agronomic Strip Test) messi in campo nel 2009. Non solo su mais, ma anche su colza, frumento, sorgo e soia. Quanto al mais si è lavorato su ogni tipologia colturale: da granella, da trinciato e da biogas. I campi NAST sono campi dimostrativi gestiti autonomamente dalle aziende che li ospitano e nei quali sono presenti sia ibridi commerciali, comprese le novità che saranno lanciate nella stagione successiva, che ibridi pre-commerciali, ovvero ibridi ancora in fase di sperimentazione e per i quali si vogliono comprendere le potenzialità produttive e di stabilità nei diversi ambienti. Nello specifico, i campi NAST servono per tarare meglio i piani di semina per ogni specifico areale, mettendo gli agricoltori nella condizione di poter scegliere gli ibridi migliori per la propria zona. Ogni campo è infatti significativo del suo ambiente geopedologico, climatico e agronomico. Un ulteriore lavoro, ciclopico nella mole, risiede nell’invio di una brochure specifica per zona che riporta le informazioni relative ai risultati produttivi delle aree che ospitavano le prove. La messe di dati raccolti è enorme. Non solo di tipo produttivo, ma anche di tipo qualitativo, in quanto per i campi da trinciato e pastone vengono anche riportate le caratteristiche del prodotto, compresa la resa in UFL o in metano nel caso di silomais.

Lo sforzo di Pioneer Hi-Bred è orientato sempre di più verso il servizio a 360° all’agricoltore. Il motore strategico dell’azienda non punta solo a fornire ibridi dalla produttività superiore, ma anche a dare anche un’assistenza capillare e completa. Non a caso l’attuale slogan di Pioneer Hi-Bred è “Tecnologia e Servizi per il tuo successo”. Il Servizio Agronomico fornisce pertanto servizi che spaziano dall’analisi dei terreni (anche grazie all’innovativa metodologia NIR) alle previsioni meteo; dalle analisi dei foraggi e degli insilati ai ragguagli tecnici in materia di protezione e nutrizione della coltura. Senza considerare la precisa indicazione del momento ideale di semina: ibrido per ibrido, zona per zona. Solo di monitoraggi, i laboratori Pioneer raccolgono tra i 5.000 e i 6.000 campioni di suolo all’anno per la stima della fertilità. Complessivamente, oltre 45.000 campioni di terreno sono stati sottoposti ad analisi NIR (luce infrarossa riflessa dal campione), e questo tra il 2001 e il 2009. Per il Programma Monitoraggio Foraggi vengono invece analizzati 10.000 campioni all’anno. Una macchina da guerra instancabile.

L’anno 2009
Una stagione difficile quella appena trascorsa, con piogge primaverili abbondanti e fredde che hanno obbligato a risemine in quasi tutto il nord. Pesanti anche i danni prodotti dagli insetti. Dai maiscoltori sotto attacco sono state inoltrate oltre 800 chiamate al servizio agronomico di Pioneer Hi-Bred tutte per emergenze legate a infestazioni pesanti di insetti. Fitofagi e clima hanno quindi causato perdite complessive per circa 2 milioni di tonnellate di prodotto, secondo la stima di Pioneer sulla stagione appena trascorsa. Soprattutto per la Diabrotica appare necessaria un’analisi dello sviluppo  del problema e sua gravità. L’obbligo di rotazione non sarà risolutivo, perché l’insetto ha una potenzialità riproduttiva enorme, e questo incide fortemente da un anno con l’altro. Inoltre, ha resistenza di volo molto elevata (anche 30-40 km), caratteristica che gli permette di diffondere nell’ambiente con grande facilità. In più c’è sempre e comunque da considerare la diffusione dovuta ai mezzi agricoli e generalmente antropici. Per queste ragioni le esperienze maturate in USA hanno dimostrato che la rotazione da sola non funziona. Il piano di monitoraggio, peraltro, appare sempre doveroso, ma esso dice solo il livello di gravità raggiunto dal problema, senza dare risposte circa la sua soluzione. Il trattamento in concia, aspramente dibattuto a livello politico, resta per Pioneer Hi-Bred la soluzione tecnicamente più efficace per mantenere i danni al di sotto della soglia economica e minimizzare l’immissione di fitofarmaci nell’ambiente. Tra molte perplessità è inoltre da ricordare che mentre nel 2002 si emanarono decreti per la lotta obbligatoria alla Diabrotica, nel 2008 è stato impedito l’uso dello strumento di lotta tecnicamente più efficace. Fatte salve le doverose verifiche di campo, si auspica quindi che i maiscoltori possano presto contare ancora su strumenti di difesa efficaci. Ma non solo di Diabrotica si deve purtroppo parlare: il 2009 ha segnato il grande ritorno di nottua e ferretti, mentre la piralide è stata parzialmente controllata. Questo grazie ai trattamenti ovo-larvicidi, ai quali talvolta sono stati associati i trattamenti contro gli adulti di Diabrotica. La pressione di piralide è stata tendenzialmente stabile, mentre la nottua ha sferrato attacchi anche molto virulenti, tanto da dover operare spesso delle risemine.

Le novità Pioneer per il 2010
Posto in trincea il silomais, oppure consegnate le granelle al mercato, la prossima campagna bussa ormai alle porte. Pioneer Hi-Bred ha già nel tubo di lancio alcune novità in grado di spingere ancora più in alto le rese delle aziende, con un’eccezionale stabilità in tutti gli ambienti, come P1114 e P1758. Altri prodotti di sicuro interesse sono frutto di progetti di ricerca finalizzati su specifici temi. Il focus è pienamente meritato dai nuovi ibridi tolleranti agli stress, come PR33M15 un ibrido speciale particolarmente resistente alla siccità. Questo ibrido è il capostipite di una linea di ricerca specifica chiamata Drought I (Drought significa siccità), che ha obiettivi di lungo periodo. Frutto di ricerca e selezione tradizionali, in USA verranno lanciati i nuovi ibridi resistenti a siccità già nel 2010. In Italia arriveranno entro pochi anni, compatibilmente coi tempi di registrazione e di sperimentazione. E’ di fondamentale importanza infatti avere ibridi studiati anche per i nostri ambienti e che producono bene in irriguo ma tengono anche col secco: una sorta di assicurazione preventiva a favore dell’agricoltore. Ovviamente, è già allo studio la linea di ricerca denominata Drought II, ma solo in USA, dato che questi ibridi sono basati anche su caratteri transgenici. Argomento questo ancora taboo in Europa, un continente che un po’ipocritamente importa molto da Paesi dove il transgenico è molto diffuso, ma che si rifiuta ancora di aprirsi in casa propria alle nuove tecnologie.