Una novità assoluta. Una serra coperta da particolari teli verdi, mimetizzata nel paesaggio circostante, ombreggiata. Adatta a contrastare le temperature crescenti. Dopo due anni di studi e sperimentazioni compiute in Valsugana e in Olanda, la Cooperativa Sant'Orsola ha presentato la serra trentina lo scorso 21 novembre ai suoi soci.
Ma perché una nuova serra in sostituzione ai tunnel attuali?
"Il cambiamento climatico e le sempre nuove richieste del mercato richiedono uno strumento nuovo e adeguato, pensato per migliorare il lavoro e la produzione, e mirato ad aumentare la resa produttiva - ha chiarito il direttore Matteo Bortolini -. La nuova serra che proponiamo è frutto della ricerca applicata, ci dà un risultato subito utilizzabile dai produttori, operativo. È tempo di rinnovare il nostro parco serre che mediamente conta trent'anni d'età. Inoltre abbiamo anche trovato il modo di aiutare i soci a sostenere l'onere finanziario necessario ad investire nei nuovi impianti".
Michele Plancher, responsabile dell'area amministrativa e finanziaria della cooperativa, ha illustrato le modalità di accesso al credito bancario, sottolineandone i vantaggi per i soci con una visione orientata al futuro che intendono migliorare produttività e redditività aziendale, contribuendo a mitigare gli effetti del cambiamento climatico grazie a investimenti nelle nuove serre.
La nuova serra
Sotto i tunnel tradizionali la temperatura estiva in Trentino ha raggiunto i 43 gradi (è maggiore altrove), rendendo più faticoso il lavoro degli addetti e incidendo sulla salute degli insetti utili introdotti per la lotta biologica e sulle piante stesse. Dal 2022 i ricercatori del campo sperimentale della Sant'Orsola e dell'Università olandese di Wageningen, polo d'eccellenza internazionale in agricoltura avanzata, hanno unito le forze e testato l'esito delle loro analisi e delle prove nell'azienda di Paolo Pintarelli, socio della cooperativa, coltivatore a Campiello di Levico. Nei suoi campi, nuove serre verdi per le sperimentazioni sono state affiancate a quelle bianche tradizionali con funzione di controllo.
Gianluca Savini, responabile dell'Area Ricerca, Sperimentazione e Sviluppo della Sant'Orsola, e Kevin Koper della Wageningen University and Research hanno illustrato i risultati del loro lavoro, volto ad abbattere il caldo nelle serre e a migliorare la qualità e la produzione di fragole e piccoli frutti.
Kevin Koper, Università di Wageningen, (a sinistra) e Gianluca Savini, responsabile Area Ricerca, Sperimentazione e Sviluppo della Cooperativa Sant'Orsola (a destra)
(Fonte: Cooperativa Sant'Orsola)
La serra trentina è di maggiori dimensioni rispetto ai tunnel che sono oggi sul territorio, è infatti lunga 40 metri, il doppio dell'attuale standard, alta poco meno di 5 e larga sette e mezzo. La notevole dimensione, il particolare ancoraggio al suolo e un cupolino posto sulla sommità consentono una ventilazione interna fino ad ora impensabile. La tecnologia introdotta, inoltre, consente di disporre e conservare i teli di copertura in modo agile sulla sommità dell'impianto.
La copertura con teli verdi permette di abbassare la temperatura media annua di 3 gradi (poco solo in apparenza) e produce un ombreggiamento che toglie il 12% di luce solare all'interno e il 30% di luce sulle foglie. Il risparmio nell'uso dell'acqua è pari al 14%. Le analisi condotte hanno dimostrato che l'ombreggiatura non altera la qualità della frutta, il gusto rimane quello attuale, le capacità produttive aumentano e gli spazi inutilizzati sono annullati.
A conti fatti, la resa per metro quadrato cresce fino al 20% rispetto ai tunnel attuali. L'investimento necessario trasforma i soci della Sant'Orsola da tradizionali produttori in moderni imprenditori agricoli.
Le coperture sono in grado di resistere a venti impetuosi, alle bombe d'acqua, alla grandine grossa battente e al peso della neve fino a 30 centimetri di altezza.
Nicola Leonardi, responsabile dell'Area Commerciale della cooperativa, ha sottolineato l'importanza della nuova serra per migliorare le performance sul mercato nazionale, evidenziando la necessità di crescere per affrontare una concorrenza sempre più forte, inclusa quella di grandi produttori internazionali. Ha inoltre illustrato i dati positivi della Sant'Orsola, con un fatturato in costante aumento e vendite triplicate nel Trentino Alto Adige dal 2000 ad oggi, grazie anche al successo del residuo zero su lampone e mirtillo.
Il direttore dello stabilimento Severino Perenzoni ha segnalato la capacità di adattamento alle nuove esigenze di mercato e il focus sul risparmio energetico, con una produzione fotovoltaica che, entro fine 2024, coprirà il 35% del fabbisogno energetico della cooperativa.
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Fonte: Cooperativa Sant'Orsola