La situazione da cui il Go Acqua in mostra è partito è quella di una progressiva messa in discussione della disponibilità di risorse idriche, sia in termini di destinazione d'uso sia in termini di sostenibilità nel tempo, alla luce dei cambiamenti climatici già in atto. Le possibili strade da percorrere sono numerose e il miglioramento dell'efficienza dell'uso dell'acqua nel comparto agricolo porta indubbiamente a dei risultati positivi e cospicui se consideriamo quanta parte spetti al settore primario nella ripartizione dei consumi globali. Il Psr dell'Emilia-Romagna con la misura 4.1 finanzia direttamente gli ammodernamenti degli impianti delle aziende agricole, tra cui gli impianti irrigui, e dunque è di grande importanza studiare quali siano gli impianti a più alta efficienza, dando anche modo agli agricoltori di vederli all'opera in campo.
Il piano ha dunque allestito un'area dimostrativa delle tecnologie irrigue, con la posa in opera dei materiali che sono stati via via testati E' inoltre stata creata un'area dedicata alle reti di consegna, nella quale trovano ampio spazio le tecnologie per l'automazione e la misurazione dei flussi. Questi interventi hanno consentito di allargare alle reti dei consorzi bonifica il panorama delle attrezzature esposte e dunque di coinvolgere anche le strutture tecniche dei consorzi che tanto peso hanno nella gestione irrigua del territorio.
Successivamente è stato realizzato uno studio per la valutazione delle ricadute dell'ammodernamento degli impianti irrigui tramite un documento di valutazione dell'impatto della misura sul comparto degli impianti irrigui aziendali. Allo scopo sono stati effettuati test tecnologici su dieci erogatori di quattro tipologie (microsprinkler comuni, ala integrale comune, ala integrale autocompensante e gocciolatore autocompensante) oggetto di richiesta di finanziamento. Dalla valutazione è emersa anche la necessità di prevedere nella domanda di finanziamento una valutazione delle diverse tipologie impiantistiche calandole all'interno del contesto aziendale per rendere compatibile l'impianto irriguo aziendale nella sua interezza agli standard richiesti dal Psr, al fine di aumentare effettivamente l'efficienza idrica ed energetica del sistema.
Alla luce anche dei cambiamenti climatici, infatti, è sempre più difficile ragionare solo in termini di tipologie irrigue, mentre il punto critico sta sempre più diventando la corrispondenza dell'impianto irriguo aziendale nel suo complesso con gli obiettivi di razionalizzazione prefissati, anche se appartenente ad una categoria di eccellenza. Ciò significa che si corre realmente il rischio di avere impianti teoricamente efficienti e moderni, ma con elementi di inadeguatezza e criticità presenti a monte o a valle, che non fanno strettamente parte delle attrezzature finanziabili; il riferimento è a pompe inadatte, oppure a filtri inadeguati, e l'elenco potrebbe proseguire perché tanti sono gli elementi che nel tempo si sono dimostrati non all'altezza dell'impianto finanziato e dunque in grado di intaccare sensibilmente le performance che si pensava di ottenere.
La soluzione ipotizzata dal progetto potrebbe essere quella di rendere obbligatoria una sorta di certificazione di efficienza dell'intero impianto aziendale fatta da un tecnico da reperire tra le professioni abilitate per legge, cioè tutte quelle figure professionali che hanno titolo legale ad intervenire in contesti tecnici. Per esempio gli agronomi iscritti agli albi professionali, per citarne alcuni.
Tra le proposte tecniche formulate dal progetto Acqua in mostra vi sono: per gli impianti microirrigui di ammettere l'acquisto della pompa (nuova) tra i costi rimborsabili per garantire una maggiore efficienza e un risparmio energetico dati dalle innovazioni introdotte nei motori di nuova generazione; per gli impianti microirrigui il divieto all'impiego delle manichette "usa e getta" e l'introduzione di fattori che incrementino il punteggio dell'impianto (fuori tabella per non ridurre il valore del sistema in sé); integrazione dell'impianto con sensori di controllo dell'umidità in campo e relativa trasmissione dei dati in automatico; predisposizione di una centralina di gestione dell'impianto per la gestione dei volumi irrigui e loro registrazione su un registro digitale, interfacciato con il contatore stesso controllabile su server cloud; ricorso alla fertirrigazione.
Anche per gli impianti per aspersione il progetto suggerisce l'introduzione di fattori di incremento del punteggio fuori tabella, con la valutazione della maggiore efficienza energetica del diametro ampio del tubo e dell'utilizzo di erogatori con meccanismi di controllo della uniformità di distribuzione.
Le ricadute sul sistema produttivo, derivanti dal positivo effetto esercitato dall'applicazione della corretta tecnica irrigua sulla Plv, possono arrivare fino a 4mila euro ad ettaro. I benefici ambientali derivano da una razionalizzazione dei costi energetici e da una riduzione dell'utilizzo di acqua che può arrivare fino a circa 700 m3/ettaro, su consumi stimati di circa 3mila m3/ettaro, con risparmi di volumi distribuiti nell'ordine del 20%.
Visita la pagina dedicata ad Acqua in mostra o chiedi maggiori informazioni a: cer@consorziocer.it.
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Fonte: Agronotizie