Netafim, nell'ultimo decennio, studia l'applicazione della goccia su riso nei più importanti paesi come: India, Cina e Thailandia, Filippine, Senegal, Spagna, Turchia, Ucraina, Spagna e Brasile e in Italia da 6 anni.
Sono molteplici le implicazioni che questa rivoluzione tecnica comporta: implicazioni economiche, agronomiche e tecniche in primis e di seguito ambientali e salutistiche.
La risaia, caratterizzata dall'ambiente sommerso, è oggi coltivata in maniera intensiva con riso in mono successione con uso di mezzi chimici di produzione, tali condizioni sono sicuramente alla base di alcuni fenomeni di instabilità ambientale ed agronomica segnalati negli ultimi anni.
Tra i problemi ambientali: inquinamento delle acque superficiali e di falda; l'emissione di gas serra dalla risaia.
La risicoltura rappresenta oggi circa il 17-20% delle emissioni di CH4 antropiche. Ciò è dovuto alle prevalenti condizioni anaerobiche in questi ecosistemi, il loro elevato contenuto di sostanza organica e la loro distribuzione globale.
Coltivare riso a goccia in condizioni aerobiche riduce le emissioni di CH4.
In Italia le prove sono state condotte in diversi areali come l'area del pavese e del grossetano nel 2013 con risultati importanti e una riduzione emissiva tra il 60 e il 70%. Le campagne 2013-16 hanno investigato gli altri aspetti delicati come la temperatura, in assenza di sommersione, il controllo delle infestanti, risolto ad oggi con due importanti protocolli di diserbo sviluppati con l'Università di Torino, e l'accumulo di metalli pesanti come l'arsenico.
In agosto 2016 si è tenuto in Ucraina il workshop internazionale (International workshop on modern technologies of rice cultivation, global food and environmental safety) organizzato dall'Istituto del riso della National academy of agrarian aciences dell'Ucraina, in collaborazione con Netafim Company per fare il punto sulla ricerca intorno al riso a goccia, e sono emerse nuove evidenze a sostegno.
Gli erbicidi usati nella produzione di riso in sommersione sono stati i più rilevati in acque superficiali e sotterranee. In irrigazione a goccia il protocollo di diserbo è diverso e la penetrazione in falda evitata grazie alla diversa tecnica irrigua.
Quest'anno per la prima volta in Germania viene coltivato del riso. Importante la crescita della Turchia e potente quella dell'Ucraina e del Brasile. Il riso coltivato con irrigazione a goccia ha un basso contenuto di arsenico, che può aumentarne il prezzo e rendere il raccolto più favorevole per i produttori.
Questo riso può essere utilizzato per la produzione di alimenti dietetici e alimenti per l'infanzia.
L'esperienza a goccia in India, dove il principale problema ambientale con sommersione è lo spreco di acqua, si consolida con interi areali produttivi in fase di conversione da sommersione a goccia come nello stato del Tamil Nadu. A seconda delle varietà usate le rese ottenute sono incrementate ed hanno raggiunto le 9 e le 12 tonnellate per ettaro.
Oggi si guarda alle coltivazioni in biologico con l'utilizzo di teli di pacciamatura biodegradabili applicabili con opportuna meccanizzazione, sviluppata con aziende italiane.
Infine la possibilità di inserire il riso in rotazione colturale rappresenta la soluzione più economica per il reddito aziendale.
Certo, la risaia tradizionale esisterà comunque anche perché rappresenta la cultura dei luoghi storicamente vocati anche in Italia, e la si vuole preservare. Tuttavia la risicoltura attuale può essere migliorata e guardiamo all'evoluzione tecnica e agronomica di questa coltura primaria.
Dopo dieci anni di esperienze nei maggiori paesi produttori di riso, per quantità prodotta e qualità espressa, ci riteniamo pronti a raccogliere la sfida futura.
Potremo produrre più riso nel Centro e nel Sud d'Italia potendo usare l'acqua in maniera più razionale. Potremo portare fuori dalle camere di risaia la coltivazione del riso con la tecnica a goccia che quindi si candida per essere la tecnica irrigua del futuro della risicoltura.
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Fonte: Netafim