Facendo seguito a quanto scritto nel precedente articolo, sono qui riportati alcuni valori di riferimento per quanto riguarda il volume di suolo necessario per una buona crescita degli alberi, estrapolati dai principali autori di riferimento in questo settore.
Gilman (2009) riporta che sono necessari (almeno) da 28 a 48 m3 di substrato per ogni albero di elevate dimensioni in buona salute. Il suolo non pavimentato (o con pavimentazione pervia) dovrebbe essere equivalente a circa tre volte il diametro a maturità per garantire un'adeguata crescita del tronco.
Bakker (1983 ref. Kopinga 1991) suggerisce che un albero richiede 0,75 m3 di substrato per m3 di chioma e Kopinga (1991) suggerisce che l'incremento di volume esplorabile fino a 75 m3 ha determinato un incremento della vigoria e, di conseguenza, della crescita degli alberi.
Leggi ancheAlberi in città: l'albero giusto al posto giusto - Prima parte
Bassuk e Lindsay (1991) affermano che è necessario almeno 1 m3 di substrato per ogni 1,5 m2 di superficie di proiezione della chioma (in realtà loro riportano 0,6 m3 per 0,9 m2, ma il rapporto non cambia). Bisogna, in questo caso, specificare che i valori sono riferiti ad alberi con chioma espansa e non si applicano ad alberi con chioma fastigiata e piramidale con base stretta come, ad esempio, il cipresso, il pioppo cipressino o le varietà a portamento fastigiato.
Seppure questi valori siano da considerarsi indicativi e non pedissequamente applicabili ai nostri ambienti, possono comunque fornire delle informazioni utili sugli effettivi volumi di substrato necessari per assicurare non solo la sopravvivenza, ma anche una buona crescita degli alberi messi a dimora. Appare chiaro che maggiore è l'evaporazione (stimata), più elevato deve essere il volume disponibile per l'apparato radicale.
Urban (2008) quantifica il volume basandosi su un grafico da cui si evince che un albero di dimensioni rilevanti necessita di almeno 28 m3 di substrato per raggiungere la dimensione a maturità e, quindi, a fornire tutti i benefici attesi divenendo, in tal modo, un significativo contributore alla creazione di un ambiente più salubre.
Alberi di dimensioni rilevanti sono considerati quelli che, in condizioni non limitanti, possono produrre chiome di 15 metri e più sia in altezza che larghezza. Maggiori saranno le dimensioni dell'albero a maturità, più elevati saranno i benefici. Ad esempio, una quercia fornisce benefici circa 15 volte superiori rispetto a un Cornus, secondo quanto riportato dallo Usda Forest Service. A tale riguardo è opportuno evidenziare che gli alberi mostrano un tasso di sequestro e di stoccaggio del carbonio nei loro tessuti variabile in funzione di diversi fattori quali, ad esempio, le dimensioni a maturità, la durata del ciclo vitale ed il tasso di crescita.
Allo stesso tempo, la gestione degli alberi rilascia carbonio nell'atmosfera a causa dell'uso di combustibili fossili necessari per l'impiego di mezzi meccanici. L'impianto e la gestione di alberi in siti non adeguati e l'impiego di specie non adatte possono trasformare gli alberi stessi da "carbon sink" a "carbon emitters", poiché la CO2 prodotta per il loro mantenimento è superiore a quella organicata (Nowak et al. 2002).
A cura di Francesco Ferrini, Dagri, Università di Firenze - Associazione Pubblici Giardini, Delegazione Toscana
Per saperne di più l'appuntamento è con i successivi articoli della serie "Alberi in città: l'albero giusto al posto giusto".
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