Le prime sessioni del Forum Cdo Agroalimentare 2023, svoltosi come da tradizione nell'ultimo weekend di gennaio a Milano Marittima (Ra), hanno riguardato tematiche economiche collegate all'imprenditorialità: in particolare si è parlato di risk management nelle imprese.

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"Si tratta di una tematica delicata e complessa - ha sottolineato Michele Falzetta, direttore generale di Latteria Soresina - dobbiamo considerare che i rischi possono minare la continuità aziendale. Si tratta di attacchi cibernetici, forniture di componentistiche elettroniche, linee ferme per le forniture in ritardo, così come il prezzo del gas inizialmente schizzato alle stelle. Non dobbiamo per forza mettere in discussione dei modelli, ma proteggerli e mitigarne i rischi. Il risk management ha fatto da driver negli ultimi anni e tutte le aziende sono state chiamate a confrontarsi, non è una prerogativa solo per le imprese più grandi".

 

"In Latteria Soresina lavoriamo su un Piano strategico di cinque anni e ogni tre facciamo un'analisi della resilienza aziendale, la misuriamo insieme a un nostro partner assicurativo. Lavoriamo su rischi operativi, di compliance, finanziari e strategici, così in questo modo calcoliamo il livello di rischio globale dell'Azienda".

 

Giuseppe Concaro, presidente e amministratore delegato di Sata, ha focalizzato l'attenzione sul tema dei giovani, declinato alla gestione del rischio. "In Italia il tema del ricambio generazionale in agricoltura è molto attuale, nonostante gli sforzi c'è ancora tanto da fare. È esso stesso un rischio d'impresa da affrontare ed è fondamentale organizzarsi per tempo. In Sata abbiamo delegato e continuiamo a delegare responsabilità, questo aiuta i più giovani a crescere".

 

Sempre in tema risk management il presidente di Agrintesa, Aristide Castellari, ha parlato dell'attacco hacker subito dalla Cooperativa agricola faentina. "È stato un grande shock. Questo accadimento ci ha fatto capire che la sicurezza informatica è fondamentale, non è un costo, ma un vero e proprio investimento per le aziende. Infatti, dopo essere riusciti a superare questo momento difficile, con il nostro management ci siamo organizzati per mettere in campo tutti gli sforzi necessari in termini di persone e investimenti affinché non capitino più situazioni del genere".

 

A chiudere la sessione Mirco Carloni, docente di Risk Management presso l'Università di Urbino e presidente della Commissione Agricoltura alla Camera. "Il risk management è la trasformazione delle incertezze in gestione dei rischi - ha sottolineato - per nessuna azienda è impensabile prevedere ed eliminare i rischi. L'incertezza non si può gestire, è un effetto emotivo dagli effetti non razionali. Avere protocolli e controlli significa raggiungere obiettivi attraverso i rischi, senza subirli. A livello agricolo, un nostro grande problema è la gestione delle aree interne, e per riuscire nell'intento è necessario che i giovani tornino all'agricoltura in queste terre, creando valore aggiunto per andare sui mercati".

 

Interessante poi la sessione sul credito. "Interloquiamo ogni giorno con gli imprenditori agricoli - ha ricordato Rinaldo Pascucci, responsabile Agribusiness di Rivierabanca - un focus importante è il tema della liquidità. Venivamo da quasi dieci anni di facile disponibilità di denaro, ora le cose sono cambiate con l'aumento dei tassi di interesse. A livello operativo, i contratti di filiera sono strumenti importanti, perché sono alla base di progetti di sviluppo, con possibilità di accedere a contributi".

 

"Non conta la capacità di fatturare, ma di generare reddito - ha invece ribadito Mirco Del Duca, specialista finanziario - oggi si viene valutati sul reddito. È fondamentale essere trasparenti, analizzando il proprio business, comprendendo i punti di forza e di debolezza. Il vantaggio della sostenibilità migliora la reputazione aziendale e fa attirare capitali e talenti".