Più donne, più innovazione

L’agricoltura è uno dei settori della nostra economia dove si registra il più alto numero di donne occupate, con punte elevate in alcuni settori come l’ortofrutta.
Nonostante gli imprenditori più maturi siano ancora la maggioranza, il settore agricolo registra la presenza di 56mila giovani, il 12% in più rispetto al 2015.

Sono questi alcuni dei numeri citati da "Affari e finanza", il supplemento settimanale di Repubblica in edicola il primo febbraio, commentando alcune recenti stime sull’evoluzione del settore primario.
Una trasformazione che segue la rotta della crescita delle tecnologie applicate all’agricoltura, nel solco della sostenibilità e della trasparenza delle produzioni.
Andrea Bacchetti, direttore dell’Osservatorio Smart Agrifood del Politecnico di Milano, ricorda dalle colonne di questo giornale che nel 2019 il mercato mondiale dell’agricoltura 4.0 è aumentata dell’11%, raggiungendo il valore di 7,8 miliardi di dollari.

In questa crescita, prosegue l’articolo, l’Italia è fra i paesi più dinamici, con aumenti del 22%, il doppio di quella mondiale.
Le attività più coinvolte sono la coltivazione (79% delle innovazioni proposte), seguita da semina (41%), raccolta (36%), pianificazione (11%), magazzino (4%) e logistica (4&).
Per proseguire in questo sviluppo, conclude l'articolo dando la parola a Stefano Francia, presidente dei giovani di CIa, sono necessari maggiori investimenti in termini di ricerca e formazione.
 

In cerca della rete

In tema di innovazione un ruolo chiave è svolto dalla possibilità di connessione a internet, meglio se ricorrendo alla banda larga.
Purtroppo, si legge su "La Voce di Rovigo" del 2 febbraio, sebbene si tratti di strumenti fondamentali non solo per il settore agricolo, l’accesso alla rete non è uniforme e troppe aree non sono ancora servite.

Per superare questi ostacoli sono stati realizzati accordi fra organizzazioni agricole e società di telecomunicazioni.
L’obiettivo è quello di rendere accessibile la banda ultralarga nelle aziende agricole, favorendo così la transizione verso il digitale e il potenziale insito nelle innovazioni.
Ora, conclude l’articolo, si spera nella collaborazione delle istituzioni, anche quelle locali, per favorire questo percorso.


Etichette ideologiche

E’ un coro unanime di proteste quello che si solleva dalle pagine dei giornali in edicola il 3 febbraio in merito alla proposta europea di etichettare vino e salumi come alimenti "pericolosi".
A questo proposito parla di etichette terroristiche "italia Oggi" nel commentare il nuovo "Piano di azione per migliorare la salute dei cittadini europei".

Il documento, elaborato della direzione generale Salute della Commissione, propone infatti di introdurre allarmi per la salute nelle etichette delle bevande alcoliche.
Inoltre si vorrebbero eliminare dai programmi di promozione le carni rosse e i salumi, motivando questa scelta in base a una loro presunta cancerogenicità.

Una demonizzazione ingiustificata tuona dalle colonne di questo giornale il segretario generale dell’Unione italiana vini (Uiv) Paolo Castelletti.
Una provocazione nei confronti dell’Italia a dieci anni dal riconoscimento Unesco della "dieta Mediterranea", lamentano da Coldiretti.
Anche in questa vicenda, conclude l’articolo, la burocrazia europea rivela un approccio culturale ideologico nei confronti del cibo.
 

Il formaggio russo

Nei pressi di Mosca è in fase di ultimazione il distretto caseario di Dmitrovsky, con i suoi cinque stabilimenti e una potenzialità produttiva di 19mila tonnellate di formaggi.
In questo modo la Russia vuole superare i problemi conseguenti all’embargo europeo che costringe Mosca ad approvvigionarsi di prodotti caseari ricorrendo per lo più ai paesi limitrofi: 230mila dalla Bielorussia, il resto dalla Serbia e dal Kazakhstan.

Un blocco che per i formaggi italiani si è tradotto in una perdita di quasi mezzo miliardo di euro, come precisa "Il Sole 24 Ore" del 4 febbraio.
Ora, prosegue l’articolo, i danni per il made in Italy rischiano di aumentare, perché la Russia non si riconosce nella normativa che tutela i prodotti Dop e Igp e con ogni probabilità prolifereranno i fake e l’Italian sounding.

Si dice preoccupato il presidente di Assolatte, Paolo Zanetti, che dalle colonne del "Sole" ricorda che "se nel 2013 non fosse cominciato l’embargo, la Russia per noi oggi sarebbe stata tra le prime quattro destinazioni dell’export mondiale. E invece, l’embargo si è rivelato il più bel regalo che abbiamo fatto all’Italian sounding".
Fra il 2000 e il 2013, ricorda in conclusione l’articolo, i volumi venduti erano aumentati di 100 volte, superando le 7mila tonnellate, per un valore di 43 milioni di euro.
Ora si auspica che l’embargo cessi, anche per recuperare nuovi sbocchi alla produzione di latte che in Italia sta crescendo oltre le capacità d'assorbimento del mercato.
 

L’orto a distanza

L’idea non è nuova e già la si è vista applicare in molti campi, dall’allevamento alla coltivazione. E’ quella della "adozione", ora di un animale dal quale ottenere carne o latte e formaggi, oppure di un albero da frutta o di un orto.
Ora si arricchisce di uno strumento in più con il ricorso alle tecnologie digitali, attraverso le quali la partecipazione alla produzione diventa più attiva.

L’idea è venuta ad alcuni giovani riuniti in una cooperativa dal nome esplicativo, Orto 2.0. Partiti nell’estate del 2017 si sono prefissati l’obiettivo di cambiare la mentalità di produzione e acquisto con un innovativo sistema di coltivazione condiviso.
Per farlo hanno messo a punto un’applicazione per il controllo a distanza della coltura.
I dettagli dell’iniziativa sono raccontati dal settimanale "Gente" in edicola il 5 febbraio, dal quale si apprende che i terreni, circa 8 ettari, con serre laboratori e aule didattiche, sono stati divisi in appezzamenti da 50 metri quadrati affittati a 120 euro al mese.

Le operazioni sono svolte dal team di Orto 2.0, ma cosa seminare e quando raccogliere lo si decide da remoto, attraverso il proprio smartphone, che consente anche di vedere on line l’andamento della propria coltivazione.
Il tutto va in scena nei pressi di Roma, a Tor Vergata ed è pensata per un’utenza che vive in un raggio non troppo distante. Ma l’idea, premiata con il "Land and Soil Management Award 2020", merita di essere citata, e dove se ne presentano le condizioni, anche imitata.
 

Dove vanno le tecnologie

L’articolo pubblicato su "Il Sole 24 Ore" del 6 febbraio offre una sintesi di come stia evolvendo la tecnologia e l’innovazione in agricoltura e più in generale nel comparto dell’agroalimentare.
Si scopre così che il settore del "Foodtech" ha raccolto investimenti record da 17 milioni di euro, con una crescita annua del 42%.
Secondo l’Osservatorio Smart Agrifood della School of Management del Politecnico di Milano, prosegue l’articolo, il mercato italiano dell’Agricoltura 4.0 è trainato da sistemi di monitoraggio e controllo di mezzi e attrezzature (39%) e software gestionali (20%).

Fra le tecnologie in crescita sono citate quelle che fanno ricorso ai robot e all’intelligenza artificiale. Ai robot si affida ad esempio il compito di monitorare e valutare in tempo reale lo stato della coltura o il controllo del benessere degli animali, mentre all’intelligenza artificiale si chiede di elaborare i dati sulle colture.
L’articolo continua ricordando che le tecnologie applicate all’agricoltura trovano il supporto degli istituti di credito e si cita il caso della concessione di un finanziamento da parte di un pool di banche, finalizzato alla costruzione di serre tecnologicamente avanzate nel ferrarese.
 

Ortofrutta, c’è chi cresce

Ci sono i 3200 soci della cooperativa, poi 235 milioni di fatturato a fronte di 169mila tonnellate di prodotto conferito. Sono alcuni dei "numeri" elencati dal presidente di Apofruit, Ernesto Fornari, nell’intervista raccolta da Elide Giordani per "Il Resto del Carlino" del 7 febbraio.
Leader nel settore delle produzioni biologiche, sui mercati Apofruit si fa riconoscere con i suoi marchi più noti, come la linea Solarelli, Almaverde Bio, i prodotti a club come la mela Pink Lady e il Kiwi Zespri Gold.

Dopo aver resistito alle molte difficoltà del mercato ortofrutticolo, alle bizzarrie del clima, agli attacchi cimice asiatica, la sfida per i prossimi cinque anni, dichiara Giordani, è legata in gran parte al tema dell’innovazione.
L’innovazione, si legge nell’articolo, è la carta che sarà giocata sui mercati internazionali, laddove la competizione è più dura, sia per i prodotti a marca, sia per il biologico e per la produzione integrata di alta qualità.
"Le novità produttive multiple a disposizione dei soci produttori - afferma Giordani in conclusione - daranno un impulso alla superficie coltivata del gruppo che aumenterà in 5 anni di almeno il 20 per cento".
"Di cosa parlano i giornali quando scrivono di agricoltura?"
Ogni lunedì uno sguardo agli argomenti affrontati da quotidiani e periodici sui temi dell'agroalimentare e dell’agricoltura, letti e commentati nell'Edicola di AgroNotizie.

Nel rispetto del Diritto d’Autore, a partire dal 23 novembre 2020 non è più presente il link all’articolo recensito.

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