Le aziende agricole sono tra i beneficiari del decreto Liquidità? È questa la domanda che in queste ore molti si fanno, perché a leggere la bozza del testo attualmente al vaglio del Governo le imprese agricole non dovrebbero avere accesso alle agevolazioni previste per assicurare liquidità al settore produttivo. Ma la ministra dell'Agricoltura Teresa Bellanova ha voluto rassicurare tutti: anche il settore primario beneficerà di quanto previsto nel decreto legge. Ci si aspetta dunque una modifica del testo, prima che questo venga approvato nei prossimi giorni.
 

Il nodo del bilancio aziendale

Il cosiddetto decreto legge Liquidità è un pacchetto di norme che dovrebbe essere approvato a metà mese che mira a rifinanziare gli ammortizzatori sociali (la cassa integrazione e i famosi 600 euro) e a mettere in campo degli strumenti per garantire liquidità alle imprese italiane. Il sistema si basa su un meccanismo di garanzie statali in cui l'Italia si fa garante nei confronti delle banche per le imprese che chiedono finanziamenti sul mercato.

Sace (società di Cassa depositi e prestiti) fornirà complessivamente 200 miliardi di garanzie sui prestiti alle imprese medie e grandi, mentre per le Pmi ci penserà il fondo di garanzia dedicato. Sono previste garanzie pubbliche tra il 70% e il 100% del fatturato dell'impresa che lo richiede, con meccanismi molto differenti a seconda dell'importo del prestito e della 'stazza' dell'impresa. I prestiti verranno erogati dalle banche, mentre lo Stato interverrà in favore degli istituti di credito se le aziende non saranno in grado di onorare i debiti. Ci saranno sei anni per restituire il prestito con tassi di interesse praticamente a zero.

Per la richiesta di garanzia su importi rilevanti sarà necessaria una valutazione della solidità dell'azienda da parte del fondo di garanzia, ma per le Pmi o le micro-imprese i tempi sono più rapidi: le banche potranno erogare finanziamenti fino a 25mila euro senza attendere il via libera del fondo centrale di garanzia, purché questa cifra non sia superiore al 25% del fatturato dell'ultimo bilancio. E qui casca l'asino. Perché, denunciano le associazioni di categoria, la maggior parte delle aziende agricole non presenta alcun bilancio disponendo di una fiscalità agevolata. Quindi senza bilancio come possono dimostrare di avere diritto alla garanzia statale?
 

Il grido di allarme delle associazioni

"Da una prima lettura della bozza attualmente in circolazione sembra emergere chiaramente come per misurare l'entità del finanziamento si faccia riferimento solo al bilancio delle aziende, documentazione che è predisposta solo da una parte delle aziende agricole, mentre per altre è prevista una fiscalità diversa; stesso discorso vale per il fondo per le Piccole e medie imprese-Pmi, che non opera a garanzia delle imprese agricole", sottolinea il coordinamento di Agrinsieme in una nota. "Si rende quindi necessario che nel dl liquidità venga contemplato e adeguatamente alimentato il fondo Ismea che opera in agricoltura, in quanto allo stato attuale l'agricoltura sembra per la gran parte esclusa dagli interventi proposti".

Perplessità anche dalla Coldiretti che in una nota sottolinea come sia necessario "attivare lo scudo dell'Ismea per garantire al 100% i prestiti delle circa 750mila aziende agricole italiane alle prese con gli effetti sull'economia e sull'occupazione dell'emergenza coronavirus". Per Ettore Prandini, presidente della Coldiretti, è necessario valorizzare con ulteriori risorse il ruolo dell'Ismea che già dispone degli strumenti adeguati e delle conoscenze tecniche per accompagnare le aziende in questo difficile frangente.

"Bisogna allungare il tempo di rimborso prestiti almeno dai sei ai dieci anni e affidarne la gestione al fondo di garanzia dell'Ismea per l'agricoltura e la pesca e al fondo per le Piccole e Mmdie imprese per l'agroindustria e l'agroalimentare", afferma Prandini. "Sono strumenti che funzionano da anni, che sono collaudati, che hanno limiti molto meno stringenti della Sace e che non prevedono costi aggiuntivi per le imprese".
 

La risposta della ministra Teresa Bellanova

A stemperare gli animi ci ha pensato la ministra dell'Agricoltura. "Libero il campo da equivoci di tutte le nature: il settore agricolo è ricompreso, e non potrebbe essere diversamente, nell'iniezione di liquidità che il decreto garantisce a sostegno di tutto il sistema produttivo ed economico", spiega Teresa Bellanova in una nota.

"Leggo di allarmi e interpretazioni su un testo che dovrebbe essere, per una questione di opportunità, esclusivamente nelle mani dei tecnici per la redazione definitiva ai fini della pubblicazione in Gazzetta ufficiale", sottolinea la ministra. "Voglio tranquillizzare tutti: le imprese agricole, che con l'intera filiera alimentare stanno permettendo il bene-cibo al paese, rientrano nel decreto Liquidità licenziato ieri dal Consiglio dei ministri".

Ci si attende dunque che la bozza venga modificata o che al momento della pubblicazione in Gazzetta ufficiale il decreto legge apra alle aziende agricole, in modo da sgomberare il tavolo da possibili dubbi interpretativi che, allo stato attuale, rimangono tali.