Irrigazione, gestione delle colture, robotica, droni e sensori in campo. Israele è considerato una startup nation in tanti settori e l'agricoltura non fa eccezione. In proporzione alla popolazione Tel Aviv sforna team creativi alla pari di San Francisco e Londra. E vista la natura ostile (piovono da 25 a 500 mm di pioggia in un anno) gli israeliani hanno sfruttato la tecnologia per trasformare una terra arida in un ambiente produttivo.

Nell'ambito di Agrisrael 4.0 (di cui vi parliamo approfonditamente in questo articolo), l'evento organizzato dal governo israeliano (ministero degli Affari esteri, ministero dell'Agricoltura, ministero dell'Economia e dell'Industria e Israel Export Institute) per far conoscere all'estero le realtà innovative nazionali, abbiamo incontrato 18 startup che offrono soluzioni tecnologiche per migliorare la produzione di alimenti.
 

Acqua bene prezioso: ogni goccia conta

In un paese con un clima semi-arido la risorsa più scarsa è sicuramente quella idrica. Oggi oltre il 70% dell'acqua utilizzata per uso domestico viene riciclata e tra gli usi spicca l'agricoltura. D'altronde è nei kibbutz (i villaggi agricoli autosufficienti fondati agli inizi del secolo scorso) che nascono i primi impianti a goccia e da qui provengono giganti come Netafim e NaanDanJain.

Quasi tutte le startup che abbiamo incontrato in Israele e che hanno sviluppato Dss (decision support system) nel settore irrigazione si basano sull'integrazione di dati provenienti dai sensori in campo con quelli generati da capannine meteo o satelliti. L'obiettivo è dare alle piante esattamente la quantità di acqua di cui hanno bisogno, senza sprechi e senza causare stress. Le soluzioni offerte sono le più varie, dall'abbonamento all'acquisto di pacchetti fino al leasing.

CropX ad esempio ha sviluppato un proprio sensore al suolo e offre una piattaforma web-based per monitorare il fabbisogno idrico delle colture. Tevatronic offre invece dei tensiometri collegati in cloud ad una piattaforma in grado di gestire in maniera automatica anche l'impianto di irrigazione. Tensiometri che devono essere riempiti una volta l'anno e che, dicono i fondatori, rimangono gli strumenti più affidabili in commercio. Mentre Prospera attrezza pivot vecchi e nuovi come strumenti per il monitoraggio delle colture e l'irrigazione di precisione.

Il sensore da installare nel terreno di CropX

Viridix ha sviluppato una piattaforma per la precision irrigation che utilizza i dati provenienti da sensori posti in campo che simulano le radici di una pianta offrendo dati estremamente precisi. Mentre Manna Irrigation Intelligence è l'unica startup che non ha bisogno di sensori al suolo perché basa il suo algoritmo di analisi sui dati satellitari. Un bell'aiuto per l'agricoltore che non deve pensare alla manutenzione della strumentazione.

La novità più interessante nel settore irrigazione arriva da Supplant, una startup che applica sensori di accrescimento a frutti e piante per determinarne il consumo di acqua. Una pianta come la vite, assicurano dall'azienda, può variare la circonferenza del fusto di alcuni millimetri nell'arco di una giornata a causa della disponibilità o meno di acqua. I sensori monitorano la dimensione di frutti e fusti, inviano dati ad una piattaforma che li integra con quelli di centraline meteo, e suggerisce all'agricoltore il migliore piano di irrigazione.
 
Il sensore di Supplant applicato al grappolo
e applicato al fusto della vite

Sensori impiantati direttamente nella corteccia degli alberi da frutto sono quelli messi a punto da Saturas. In questo caso il device Iot misura il potenziale idrico fogliare, un parametro molto accurato per monitorare il fabbisogno idrico della pianta e prevenire stress.
 
Il sensore di Saturas impiantato nella corteccia della vite
 

L'agricoltura digitale per ogni aspetto della vita aziendale

Scherzando si dice che l'ossessione degli israeliani sono gli algoritmi. E infatti esiste un sistema di gestione digitale per ogni aspetto della vita aziendale. PickApp è ad esempio una applicazione che aiuta le realtà con molti lavoratori a monitorare chi sta facendo cosa. Ogni attività, dalla potatura alla manutenzione del trattore, viene tracciata in modo che il titolare possa sempre avere il controllo della situazione. Ogni lavoratore "documenta" con il suo smartphone il lavoro che sta svolgendo scansionando QrCode presenti su filari e attrezzature e inserendo note personali.

AKOLogic invece è un gestionale che aiuta le aziende agricole a tenere sotto controllo le attività aziendali. Ogni parcella è georeferenziata ed è possibile pianificare e tenere traccia di trattamenti, irrigazioni, lavorazioni del suolo e così via. In più è possibile gestire lo staff e la tracciabilità dei prodotti. AgriTask offre i vantaggi di un gestionale integrando una piattaforma di supporto alle decisioni che utilizza i dati satellitari (e non solo) nell'assistere l'agricoltore nelle scelte agronomiche per massimizzare l'utilizzo degli input. FieldIn invece permette di tracciare le operazioni colturali, come l'irrorazione e generare mappe di produzione.
 

Droni e robot a servizio dell'agricoltura

Se si parla di innovazione i droni non possono mancare. E infatti ci sono ben due startup israeliane che sfruttano le potenzialità offerte dai velivoli senza pilota. AgroScout ad esempio utilizza droni commerciali, che si possono acquistare su Amazon per poche centinaia di euro, in vigilantes delle colture. Grazie alle telecamere di cui sono dotati e agli algoritmi messi a punto da AgroScout è possibile individuare insetti dannosi e i segni della presenza di malattie. Resta il dubbio di quanto possa essere accurata l'analisi.

Tevel invece ha come obiettivo quello di aiutare le aziende agricole nel momento della raccolta della frutta. Il team di ricercatori ha messo a punto dei droni dotati di braccia prensili in grado di afferrare frutti come mele e arance e di depositarli in bancali. La soluzione, ancora in fase di sviluppo, ha come obiettivo quello di sostituire la manodopera umana, introvabile in certi paesi, con un sistema capace di operare 24 ore su 24 in maniera autonoma.

Il robot per le serre di Metomotion

Metamotion invece è un sistema robotico di raccolta di ortaggi pensato per le serre. Si tratta di un rover che si muove su binari ed è capace di riconoscere un prodotto pronto per essere raccolto. Un braccio meccanico, guidato da telecamere e algoritmi di riconoscimento delle immagini, asporta pomodori, peperoni e simili depositandoli su un nastro trasportatore che confeziona il prodotto.

Guardando alla nicchia delle fungaie Meshek{76} ha sviluppato un sistema di raccolta dei funghi completamente automatico, anche questo basato su braccia robotiche e algoritmi di riconoscimento delle immagini.
 

Api e sensori per prodotti di alta qualità

Anche il lavoro delle api può essere reso più efficiente per incrementare le produzioni delle colture. BeeHero monitora il comportamento di una comunità di api e la disposizione delle arnie in un frutteto per stimare l'efficienza di impollinazione degli insetti e avvisa l'agricoltore nel caso in cui l'impollinazione non sia ottimale.

L'analisi di qualitá effettuata tramite l'app di ClariFruit

Guardando alla parte finale della filiera da Israele arrivano un paio di soluzioni innovative per la valutazione della qualità dei prodotti. ClariFruit ha sviluppato una semplice applicazione che utilizzando la fotocamera dello smartphone stima il calibro di diverse tipologie di prodotti, come pomodori, ciliegie, arance e così via. L'app si interfaccia poi con spettrometri portatili, come quello sviluppato da SciO (altra startup israeliana), che permettono di conoscere in maniera non invasiva e istantanea alcuni parametri del prodotto come l'acidità, la sostanza secca o i gradi Brix. In questo modo l'agricoltore, la cooperativa o l'ispettore della Gdo è in grado di valutare velocemente e oggettivamene la qualità di un prodotto e la sua corrispondenza agli standard richiesti.

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