Il 2019 potrebbe essere l'anno della rivoluzione in campo della gestione del rischio agricolo e, se gli imprenditori agricoli riusciranno a tenerlo sotto controllo e a stabilizzare i propri redditi, di conseguenza potrebbe arrivare la fiducia dal sistema bancario e quindi la possibilità di accedere al credito, soprattutto in funzione programmatica.

E' questo quanto è emerso durante il convegno, voluto da Asnacodi, 'Gestione del rischio e credito per la crescita e competitività delle imprese vitivinicole', che si è tenuto durante Vinitaly 2018, manifestazione appena conclusa. Durante l'evento, i relatori, nonostante fosse all'interno della fiera veronese, non si sono limitati a fare un quadro della situazione e delle prospettive relative al mondo del vino ma, più in generale, a tutto il settore agricolo.

Il 2017 è stato un anno che, dal punto di vista meteorologico, ha dimostrato quanto sia fondamentale proteggersi da rischi che possono limitare produzione e reddito: l'annata è stata caratterizzata da aventi meteorologici che hanno avuto un impatto importante sulle produzioni, ci sono poi da considerare rischi sanitari e di mercato. Con la Pac 2014-2020 si sono complicate le procedure per ottenere l'erogazione di contributi sui costi assicurativi, in seguito si sono accumulati ritardi nei pagamenti con conseguente disaffezione degli agricoltori alla pratica, oggi più che mai necessaria, di proteggersi contro elementi di instabilità.

Le parole d'ordine per il futuro sembrano essere diversificazione e semplificazione. Con la Pac 2014-2020, Bruxelles ha introdotto la possibilità di ricevere contributi per strumenti nuovi per la gestione del rischio: i Fondi mutualistici e l'Ist, ovvero un particolare tipo di fondo che si lega al reddito, più che alla produzione.

I Fondi, ha voluto sottolineare uno dei relatori, Samuele Trestini dell'Università di Padova, a differenza del contratto assicurativo, non trasferiscono il rischio a terzi ma sono un modo, per gli imprenditori, di condividere il rischio. I Fondi sono alimentati dagli stessi agricoltori, con lo scopo, in futuro, di soccorrersi a vicenda in caso di necessità.

Purtroppo i due strumenti, Ist e Fondi mutualistici, sono per ora lettera morta, almeno in maniera agevolata, per la mancanza di una normativa applicativa degli stessi. Eppure, secondo quanto è emerso proprio dal convegno, sarebbe importante per l'imprenditore agricolo lungimirante, dotarsi di più protezioni diversificate. "I Fondi e l'Ist di per sé hanno, in chiave innovativa, la possibilità di coprire rischi non assicurabili. Assicurazione e Fondi - ha spiegato ancora Trestini - possono integrarsi. Un agricoltore potrebbe per esempio assicurarsi per grandine, maltempo, gelo, vento e usare invece i Fondi per coprire altre componenti di rischio come le fitopatie e i rischi di mercato".
 

La buona notizia allora è arrivata da Ismea. Camillo Zaccarini Bonelli, della direzione Strumenti per la gestione del rischio di Ismea, ha infatti annunciato che il ministero sta andando nella direzione di "aprire le sottomisure 17.2 e 17.3 del Psrn", al progetto sta lavorando proprio Bonelli. "Arriverà nel 2019 il Piano di gestione del rischio che comprenderà gli strumenti Ist e i Fondi mutualistici - ha detto durante il convegno - ma avremo bisogno di ascoltare i fabbisogni territoriali. I Fondi infatti più sono ampi, più si evita il default (il default per un fondo è possibile perché i fondi coprono il rischio fino a capienza. Se un evento negativo dovesse coinvolgere troppi aderenti contemporaneamente, il Fondo potrebbe non avere le risorse necessarie alla copertura, ndr), ma in un Fondo troppo ampio è difficile commisurare le tariffe: ogni territorio ha infatti un profilo di rischio specifico. Non possiamo imporre una logica top-down ed ecco quindi che vanno ascoltati i territori".

Ismea è pronta allora a un tour, che partirà in estate, per coinvolgere i diretti interessati.

E si sta progettando anche la semplificazione, in un nuovo approccio alle polizze assicurative agevolate. "Stiamo lavorando da tempo a delle semplificazioni per le assicurazioni e ora stiamo aspettando l'ok da Bruxelles" ha continuato Bonelli. "L'ipotesi è quella di superare il sistema che comporta l'obbligo delle aziende di attestare le proprie rese individuali per andare verso un sistema standardizzato secondo il quale la Pubblica amministrazione, con un decreto annuale, fissa dei massimali, non più di prezzi e rese, ma di valori standard ad ettaro e solo chi è sopra l'asticella dovrà dimostrare, con le carte, le proprie rese".
 

Presente al convegno, in rappresentanza delle banche, Emanuele Fontana, componente del Gruppo di lavoro agricoltura di Abi, che ha accolto con entusiasmo l'idea che si vada verso una stabilizzazione del reddito degli agricoltori. "La problematicità del credito alle aziende agricole - ha detto Fontana - dipende molto dal fatto che il reddito agrario non è dimostrabile, si opera infatti con il reddito domenicale, catastale, le banche non leggono questi redditi e non riescono quindi a dare un rating. Il Fondo mutualistico, che interviene in certi momenti, è importante perché garantisce la continuità. L'Ist è altrettanto importante per poter fare programmazione. Stabilità significa infatti poter programmare. Sì, il punto di vista del sistema bancario è positivo su questi strumenti, è foriero di entusiastico interesse per poter tornare a fare credito agrario in modo programmatico, non solo per sostenere le necessità contingenti".