Quale futuro aspetta la montagna italiana? Il terremoto che ha colpito le aree appenniniche del Centro Italia, nella sua tragicità, ha messo a nudo i fragili meccanismi che regolano la vita delle Comunità di montagna, il ruolo fondamentale dell’agricoltura e della coesione sociale, la minaccia incombente di un abbandono senza ritorno.
Al di là dello spaccato drammatico, per il cui recupero tutte le Istituzioni sono impegnate, la “montagna” in tutto il Paese è stretta tra minacce incombenti e opportunità che devono essere colte. Ecco perché Il tema è al centro di un ampio dibattito orientato a stimolare nuove progettualità basate sulla consapevolezza che vi sono numerosi punti di forza e opportunità da valorizzare.

Il 24 febbraio prossimo, al Polo universitario di Scienze sociali di Firenze, ore 8.30, si terrà il convegno "La montagna italiana nello sviluppo rurale: problematiche e prospettive economiche, sociali, ambientali e istituzionali". L'incontro parte dalla considerazione che la “montagna” non è tutta uguale, ma è un “mosaico” di situazioni diverse da Nord a Sud dell’Italia, ciascuna delle quali ha una propria identità e detiene risorse la cui valorizzazione richiede percorsi partecipativi che devono essere costruiti responsabilmente dagli attori stessi del territorio.

Se “la diversità” si assume come ricchezza della “montagna” non si deve far altro che focalizzare nella loro specificità tutte le risorse endogene della “montagna”: i prodotti dell’agricoltura, degli allevamenti, del bosco, i prodotti dell’artigianato, il turismo, la biodiversità vegetale e animale, il paesaggio, i beni culturali, le tradizioni, deve essere portato a sistema. Ciascuna risorsa presente nel territorio concorre al suo sviluppo e alla sua crescita, unitamente al miglioramento dei servizi alla popolazione e della qualità della vita.
Anzitutto la Politica di sviluppo rurale, insieme con la Strategia delle aree interne e le politiche di sviluppo regionale e sociale, sono protese ad assicurare il perseguimento dell’obiettivo della coesione economica, sociale e territoriale. L’equilibrio di queste componenti è l’elemento chiave del nuovo approccio allo sviluppo della “montagna”.

Con questa iniziativa l’Accademia Dei Georgofili, in collaborazione con l’Accademia italiana di scienze forestali, l’Anci Toscana, il Crea, Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agricola, Mipaaf, il Cfs oggi Carabinieri forestale, Anbi Toscana, il Parco delle foreste casentinesi e Legambiente, ha voluto aprire un ampio dibattito sulle complesse problematiche e prospettive della “montagna”.

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