In Sardegna la siccità di quest'anno, iniziata fin dall'inverno, ha distrutto molti raccolti in varie zone dell'isola, ma l'agenzia Argea, al momento, ha respinto le richieste delle organizzazioni agricole di avviare la pratica per incardinare la richiesta di declaratoria di stato di calamità naturale.

E da Coldiretti arriva un secco avviso: "Siamo decisi a portare avanti la vertenza per rivendicare il riconoscimento dello stato di calamità naturale - afferma Efisio Perra, presidente dell'organizzazione a Cagliari nelle scorse settimane durante un'assemblea con i dirigenti Coldiretti dei comuni interessati dalla siccità, abbiamo deliberato all'unanimità un'azione di mobilitazione volta a sensibilizzare la politica ed il Consiglio regionale.
Se nei prossimi giorni dovesse perdurare l'attuale sordità da parte delle istituzioni, metteremo in campo delle azioni di protesta".

 
La Sardegna non si è sottratta all'ondata di caldo e scarse precipitazioni che ha colpito l'intera Italia sin dallo scorso autunno. Nell'isola, a soffrirne maggiormente, è stato il Sud e la costa Sud orientale.
Il mondo agricolo ed in particolare i cerealicoltori hanno in molti casi dovuto rinunciare al raccolto per la scarsa produzione dovuta all'assenza di pioggia.
 
In particolare dal mese di novembre 2015 a marzo 2016 le temperature, secondo i report dell'Arpas, sono state sempre sopra la media rispetto al ventennio 1995-2014: novembre +1-2 gradi; dicembre +2-3; gennaio +1-2; febbraio +2,5-3; marzo +0,5-1.

Le piogge, sempre dalle rilevazioni Arpas, da novembre a marzo risultano inferiori alla media del periodo 1971-2000.
A novembre le precipitazioni sono sotto la media in tutta la Sardegna: i dati cumulati sulle piogge vanno dai meno 20 millimetri sul cagliaritano e lungo la costa centro e Sud orientale sino ai 70 millimetri in meno del sassarese.
Anche dicembre 2015 si è confermato un mese asciutto, con meno di 10 millimetri quasi ovunque, corrispondenti a meno del 15% della media; a gennaio nella costa orientale e nel cagliaritano i dati cumulati risultano inferiori alla metà della media climatologica (20 millimetri) mentre nel resto della Sardegna le precipitazioni sono in linea con la media (da 80 a oltre 100 millimetri).
 
La Coldiretti, tramite i propri uffici zonali, ha raccolto le lamentele e registrato i danni causati dalla siccità; inoltre, tramite le federazioni di Cagliari e di Nuoro Ogliastra, ha cercato e trovato collaborazione con le amministrazioni comunali del basso Campidano, Basso Sulcis, Sarrabus, e Ogliastra (territori interessati dalla siccità), che si sono attivate per deliberare e avviare le procedure da inviare ad Argea per il riconoscimento della calamità naturale.

"Le nostre richieste sono corroborate dai dati" sottolinea Efisio Perra, presidente di Coldiretti Cagliari.
"Dati reali, purtroppo, e lo hanno provato sulla propria pelle gli agricoltori e in particolare i cerealicoltori che hanno in molti casi dimezzato i raccolti mentre dall'altra sono lievitati a dismisura i costi nelle aziende. Per questo abbiamo coinvolto i sindaci per avviare il percorso di richiesta dello stato di calamità, trovando in loro immediata collaborazione".

"Purtroppo - prosegue il presidente - ci si scontra con la Regione, che attraverso Argea ha respinto la richiesta, preferendo, al dialogo ed all'ascolto del grido di sofferenza che arrivava dal territorio, trincerarsi dietro i tecnicismi e il burocratese, scansando il problema con la più semplice delle risposte: 'si tratta di colture assicurabili'".

"E' evidente che non ci si è posti neppure il problema - evidenzia il direttore di Coldrietti Cagliari Vito Tizzano - perché è sì vero che sono colture assicurabili, ma sfugge il fatto che la campagna assicurativa è stata aperta il 21 marzo. E non potendo l'assicurazione coprire i mesi precedenti, il periodo che va da novembre a marzo rimane scoperto".

"La Regione
 - continua il direttore - ha le funzioni e le competenze per riconoscere comunque il carattere di eccezionale calamità atmosferica, come del resto, giustamente, è già avvenuto in altre occasioni. Diciamo che è mancata finora la volontà politica per farlo.
Inoltre si potrebbe intervenire con azioni compensative indirette, come l'abbattimento dei contributi previdenziali, moratorie sui mutui (vista anche la situazione di erosione del debito) e altre azioni che comunque aiutano le aziende in un'annata difficile in cui si sono avute più perdite che ricavi".