Il dramma degli agricoltori nel beneventano inizia a tradursi in cifre, con numeri che fanno rabbrividire: 4000 aziende completamente distrutte, a fronte di un totale di 30 mila produttori colpiti, con vari livelli di gravià.
Esondato il Calore e tutti i suoi affluenti, decine di centri rurali ancora isolati nei collegamenti. Peggio di così - forse - fu solo nel 1980, quando il terremoto, che ebbe come epicentro la vicinissima Irpinia, sconvolse anche le terre del Sannio beneventano.

E c’è una prima stima dei danni all’agricoltura e alle aziende agroalimentari formulata dalla Confederazione italiana agricoltori: oltre un miliardo di euro.
Una cifra da capogiro, praticamente il 54,5% del valore del Programma di sviluppo rurale della Campania 2014–2020 che in queste ore l’assessore campano ai fondi europei, Serena Angioli, ha rispedito alla Commissione europea, e del quale AgroNotizie darà conto nelle prossime ore.

“Nell’area del Sannio non si potrà produrre vino per i prossimi 5 anni. Azzerati, per questa annata produttiva, i comparti di olio e ortofrutta" afferma ancora la nota dell’organizzazione agricola campana, presieduta da Alessandro Mastrocinque, agricoltore sannita e vicepresidente nazionale della Cia.

Un peso enorme per la collettività di Benevento e della Campania, tanto che il presidente nazionale della Cia, Dino Scanavino, parla di 
"quadro drammatico". Domani 23 ottobre il presidente nazionale della Cia, Dino Scanavino, sarà in visita alle zone alluvionate per chiedere il rinvio delle rendicontazioni dei Piani di sviluppo rurale delle aziende colpite. Lanciato anche un appello al Governo per l’attivazione immediata del Fondo di emergenza nazionale per le calamità naturali.
La visita sarà anche l'occasione per attivare #toccaanoi (#savesannio e #iostoconipiccoliagricoltori) per raccogliere donazioni da destinare direttamente alle aziende agricole che non hanno più possibilità di realizzare alcun reddito e far ripartire l’agricoltura del Sannio: IBAN IT94Z0538715000000002374190.

Ma gli agricoltori della Cia vanno oltre e inizieranno una campagna di sensibilizzazione e raccolta fondi, rivolta sia agli agricoltori delle altre regioni che a tutti i cittadini italiani.

“Allo stato attuale - spiegano dalla Cia - ci sono ancora paesi completamente isolati. Ii danni provocati dal maltempo e dall’esondazione del Calore sono incalcolabili se si considera anche l’indotto che verrà completamente perso. La conta delle perdite è spaventosa”.

"Per avere un’idea del disastro basti pensare che ci sono ottantamila bottiglie di vino Falanghina e Aglianico del Sannio Doc sepolte nel fango solo nella Cantina Sociale di Solopaca, dove si lavora per salvare le pregiate produzioni".
E’ quanto afferma la Coldiretti nel lanciare l’allarme a sostegno di una delle più grandi aziende vitivinicole del beneventano, con circa seicento agricoltori soci e mille ettari di vigneti, finita sott’acqua a causa dello straripamento di un torrente con gravissimi danni alla struttura.

Il fango ha invaso la cantina, seppellendo le bottiglie di vino Doc e distruggendo i materiali. "Si allunga così - rileva la Coldiretti - il conto dei danni causati dall’eccezionale ondata di maltempo, con frane e smottamenti, vigneti Doc e ortaggi travolti, oltre a strutture di trasformazione destinate al deposito di sementi e alla produzione alimentare".

Ad aggiungere al danno la beffa stanno pensando gli sciacalli, che di notte fanno visita alle aziende agricole già in difficoltà. I furti e i tentativi di furto riguardano macchinari, attrezzature, gasolio agricolo, ferro e mobilio. "Chiediamo alle forze dell'ordine - dice Francesco Sossi, direttore di Coldiretti Benevento - di alzare il livello di guardia, soprattutto nelle aree rurali più isolate".