Per la vendemmia il 2015 si prevede sia un’annata di grande soddisfazione, come è stato il 2010”. E se lo dice Donatella Cinelli Colombini, che con il suo Brunello di Montalcino 2010 ha conquistato quota “96 punti” da Wine Spectator, c’è da crederci.

Imprenditrice agricola, fondatrice del Movimento Turismo del Vino, presidente della Doc “Orcia”, fra le ideatrici delle Donne del Vino, conduce due imprese agricole fra Montalcino e Trequanda, sempre in provincia di Siena, con una produzione complessiva di circa 140mila bottiglie. Il suo blog, che – confessa – “mi porta via un sacco di tempo, ma mi diverte moltissimo”, miete apprezzamenti in Italia e all’estero ed è fra i più autorevoli del settore. L’abbiamo intervistata.

Donatella Cinelli Colombini, come vede il futuro del vino italiano?
Positivo, abbiamo grandi potenzialità e una ricchezza unica, figlia della grande biodiversità. Ma il futuro è all’estero”.

Dove?
Il blocco Usa-Canada è strategico, il Brasile diventerà un importante consumatore e crescerà il Giappone. E non escluderei una significativa quota di sviluppo in Africa”.

Con quali tempi in Africa?
Fra 50 anni”.

Come è cambiato il ruolo donne in agricoltura e nel mondo del vino?
Le donne guidano il 30% delle aziende agricole e il 30% delle aziende vitivinicole. Le aziende al femminile sono nella stragrande maggioranza dei casi molto più piccole di quelle condotte da uomini. Se andiamo oltre i numeri, posso dirle che secondo me ci vogliono le quote rosé, cioè una rappresentanza di donne all’interno dei consorzi più significativa di quelle attuali. Se il 30% delle cantine sono guidate da donne, perché nei posti dove si prendono decisioni le donne sono assenti?

Perché però, spesso, le donne non si candidano?
Le donne non hanno aspirazione al potere e hanno la sensazione che in questi posti ci siano solo chiacchiere. Invece l’apporto delle donne, che sono mediamente più scolarizzate e hanno altre esperienze professionali, può essere decisivo”.

In Italia il biologico è in crescita. Lei fa biologico?
Abbiamo deciso di certificarci da quest’anno, seppure con qualche interrogativo. Certamente l’uva viene meglio, le viti sopportano meglio le differenze climatiche e il terreno, con i sovesci e le zappature, è molto più reattivo”.

Qual è la sua posizione sugli Ogm?
Non lo so, la risposta richiede uno scienziato. Ma tutte le modificazioni accelerate forse hanno qualche controindicazione. Pensiamo ai grani molto ricchi di proteine, che hanno sicuramente migliorato la pasta, ma hanno favorita al contempo le intolleranze al glutine. Personalmente punterei più sugli ibridi che sugli organismi geneticamente modificati, mi sembrano meno rischiosi”.

Oggi quali caratteristiche deve possedere un produttore di vino?
Un produttore deve conoscere i fondamenti del marketing, della comunicazione, almeno una lingua, naturalmente enologia e viticoltura”.

In Italia oggi chi sono gli imprenditori più innovativi nel vino?
Su tutti dico Antinori. La cantina nel Chianti Classico è un capolavoro. E l’altro esempio folgorante è la Cantina Florio a Marsala”.

Parlando di attività in cantina, è ricomparso l’interesse per i tini in cemento. Qual è la sua opinione?
Quest’anno ne metteremo due, ma se parliamo di sperimentazione ho intenzione di applicare gli studi svolti recentemente a Oxford sui colori e i suoni. Ci vorranno tre anni di laboratorio sensoriale, ma è mia intenzione sviluppare questa ricerca, perché si è scoperto che alcuni suoni o colori accentuano o mitigano le percezioni dell’amaro, dell’acidità del dolce e viceversa”.

Come si colloca il Paese Italia nella promozione del turismo del vino?
Parto dal concetto generale e le dico che serve per tutto il turismo italiano un ministero, perché non possiamo competere con gli stranieri nelle condizioni in cui siamo. Basta aprire il sito Italia.it e ti viene da piangere. Anche paesi dove il vino non ha un’importanza strategica, come la Germania, presentano il vino in maniera migliore rispetto all’Italia. È vergognoso. Guardi la pagina sul Brunello di Montalcino. Secondo me è fatta da un astemio, perché non dice che ci sono più di 100 cantine aperte al pubblico. Così promuoviamo il turismo?

Cosa bisognerebbe fare?
Prendiamo esempio dai francesi, che sono in grado di trasformare il turista in consumatore. Prendiamo Malta: è grande come il comune di Montalcino e fa più turisti della Sicilia. Se vogliamo un sito in grado di comunicare come fanno i francesi dobbiamo cambiare il sistema degli appalti pubblici basati sull’offerta minima. Altrimenti si finisce ad avere una pagina dedicata ai vini italiani molto parziale e ci distaccheremo sempre di più dalla Francia, dal momento che il presidente François Hollande ha promesso un ingente investimento sul turismo del vino”.

Da assessore al Turismo per il Comune di Siena ha promosso il trekking urbano. Di che cosa si tratta?
Abbiamo preso gli itinerari di trekking che normalmente si svolgono in montagna o in campagna e li abbiamo trasferiti in città. Vi sono alcuni vantaggi, come la possibilità di camminare dopo il tramonto, grazie all’illuminazione urbana, o di prendere un bus e tornare a casa se viene un nubifragio. Certo, l’aria non è così pulita come in montagna. Ma gli effetti benefici del moto sul sistema cardiocircolatorio e contro l’invecchiamento dello scheletro sono riconosciuti a livello medico”.

Lei è una storica dell’arte: qual è il periodo che preferisce?
La fine del 1200, perché è strabiliante. Non solo per la presenza sulla scena di innovatori e grandi maestri come Giotto, Duccio di Buoninsegna e Nicola Pisano, ma anche perché si crea un mondo nuovo, sulla spinta di un grande coraggio. Pensiamo solo a Siena: si assiste a un abbandono della campagna e nasce improvvisamente la finanza internazionale, tanto che nasce la Wall Street del Medioevo”.