C'è una nuova sfida che attende l'agricoltura, quella delle produzioni sostenibili. In questo ambito rientra ogni soluzione, tecnica o manageriale, che consenta di ridurre le conseguenze che sull'ambiente hanno le attività agricole. Ma non siamo all'anno zero, anzi. L' agricoltore, infatti, è il primo tutore dell'ambiente, ma si può fare di più e anche meglio. L'importante è decidere come, senza penalizzare i produttori, ma creando le opportunità per migliorare i loro margini.

Parte da questi presupposti l'iniziativa promossa dall'Alleanza delle cooperative italiane, e subito sposata dalla regione Emilia-Romagna, che ha presentato la prima settimana dell'agroalimentare sostenibile. Una settimana che ha preso il via con l'organizzazione a Bologna di un convegno per illustrare lo “stato dell'arte” e gli obiettivi da conseguire. La scelta di Bologna e dell'Emilia-Romagna non è casuale, come ha tenuto a sottolineare l'assessore regionale all'Agricoltura Tiberio Rabboni nell'aprire i lavori.
Qui il rapporto fra agricoltura ed ambiente è tenuto in grande considerazione già da molti anni, da quando, si era negli anni 80, nacque la prima bio-fabbrica per la produzione di insetti utili, essenziale per la riduzione di agrofarmaci nelle produzioni integrate. E si è continuato negli anni seguenti con progetti e ricerche che hanno permesso importanti risultati nel risparmio idrico, così come nella riduzione della “chimica” necessaria per le coltivazioni. Già nei PSR (programmi di sviluppo rurale) del 2007-2013 si è avuta molta attenzione a questi obiettivi, ottenendo risultati importanti, come il risparmio del 20% nei consumi di acqua, per complessivi 50 milioni di metri cubi anno.
Ora si continuerà per il periodo 2014-2020, puntando a nuove mete con la riduzione dell'anidride carbonica prodotta, cui si aggiungerà lo stimolo alle energie rinnovabili con l'utilizzo di prodotti di scarto, evitando le colture dedicate. Bisognerà però conciliare, ha sottolineato Rabboni, la sostenibilità con la competitività, tenuto conto che la riduzione dei consumi, mantenendo costante la produzione, è di per sé elemento che migliora i margini delle aziende. Ma è necessaria un'agricoltura organizzata, e ben vengano le reti di impresa, la cooperazione e qualunque altra formula capace di favorire le innovazioni che aumentano sostenibilità e competitività.

Il ruolo della cooperazione
Va in questa direzione il percorso intrapreso dalla Alleanza delle cooperative italiane (Aci), che ha come punto di forza la sinergia fra Agci, Confcooperative e Lega Coop, che di questo nuovo sodalizio cooperativo fanno parte. E il mondo cooperativo, ha ricordato Giuseppe Piscopo (in rappresentanza di Aci e direttore di Lega Coop Agroalimentare), da tempo è impegnato sul fronte della sostenibilità delle produzioni agricole. I risultati già ci sono, ma ora occorre tutelare il reddito dell'agricoltore. La sostenibilità piace anche al consumatore, dunque è necessario fargliela riconoscere e fare in modo che sia disposto a spendere quanto necessario per portarla in tavola.

Partire per primi
Questa volta è necessario che l'agricoltura giochi d'anticipo. I numerosi contributi presentati in occasione del convegno di Bologna hanno messo in evidenza come il percorso verso la sostenibilità delle produzioni agricole sia già un obiettivo ineludibile. La stessa riforma della Pac mette al primo posto l'ambiente e la sostenibilità delle produzioni. Poi bisogna fare i conti con le politiche messe in atto dalla distribuzione. Molte imprese della GDO (grande distribuzione organizzata) hanno già inserito il capitolo della sostenibilità nei disciplinari che impongono ai loro fornitori. Un vincolo al quale non corrisponde però un premio. Occorre dunque cambiare strategia. Sono già molti gli strumenti a disposizione degli agricoltori per perseguire l'obiettivo della sostenibilità delle produzioni.

Altri arriveranno a breve con il completamento dei programmi in corso, come il Climate Chang-ER che vuole mettere l'agricoltura fra i protagonisti della risposta ambientale al problema dei cambiamenti climatici, argomento del quale già si è occupata Agronotizie. Non meno importante l'enorme mole di dati e informazioni che andranno ad arricchire una banca dati alla quale ci si potrà rivolgere per attuare programmi di sostenibilità ambientale aderenti alla realtà dell'agricoltura.
Sarebbe un peccato arrivare sui mercati senza ottenere un vantaggio economico da questo valore aggiunto che le produzioni agricole sostenibili potrebbero vantare.