Sul campo di Vivaro di proprietà di Silvano Dalla Libera non vi è stata commistione, a esclusione di quei pochi metri di proprietà dello stesso Dalla Libera seminati appositamente nell’intercalare dei due appezzamenti Ogm, come buona pratica agricola.
A confermarlo sono stati ieri, presso la Commissione agricoltura della Camera, Francesco Miniussi e Massimo Stroppa, rispettivamente vicedirettore centrale all’Area risorse agricole e forestali del Friuli e direttore del servizio del Corpo forestale.

"Come avevamo prontamente sottolineato, anche il Corpo Forestale dello Stato ha ribadito ieri alle istituzioni che la fantomatica contaminazione del 10% del mais friulano è totalmente priva di fondamento” ha commentato Duilio Campagnolo, presidente di Futuragra. "Non è avvenuta commistione se non a pochi metri e per evitarla è bastato posizionare una bordatura di mais isogenico, seminato a fianco del mais Ogm, che è risultata essere l’unica area dove sono state rilevate tracce di mais Bt. È questa la più efficace dimostrazione per tutti coloro che invocano ancora oggi la necessità di una clausola di salvaguardia. Per un quadro definitivo e completo attendiamo ora i risultati dell’Ersa sulla biodiversità, risultati che tardano ancora ad arrivare”.

Martedì 19 novembre, presso la Regione Friuli, Futuragra presenterà al Consiglio regionale una prima tranche di firme raccolte dai maiscoltori friulani, che chiedono alla Regione di adeguarsi alla sentenza della Corte di Giustizia europea in materia di coltivazione di mais Ogm - ha concluso Campagnolo - Le aziende agricole italiane non vogliono più avere divieti e invocano libertà di scelta e di semina. Un intervento della politica può creare solo ulteriori e inutili impedimenti verso l’accesso alle innovazioni del nostro settore produttivo a livello nazionale”.