Una Politica agricola comune più equa, più giusta e più verde: così il Commissario all’agricoltura, Dacian Ciolos, vede la Pac che emerge dalla corposa riforma a cui è stata sottoposta.
Tra gli aspetti più importanti, il responsabile europeo sottolinea le modifiche alla distribuzione delle risorse finanziarie, che porteranno a un vero e proprio “cambio di paradigma”.

Rivoluzione pagamenti diretti, un cambio di paradigma
La riforma Pac è stata siglata e tutti cominciano a tirarne le somme. Ma cosa ne pensa la Commissione europea, da cui è scaturita l’originale proposta di modifica e che è stata al cuore dei negoziati per renderla una realtà a tutti gli effetti?
Lo ha spiegato in una conferenza stampa il commissario all’Agricoltura, Dacian Ciolos, all’indomani della chiusura delle trattative riguardanti il pacchetto legislativo, che ora dovrà essere approvato formalmente.
Per Ciolos, la più grande rivoluzione riguarda probabilmente i pagamenti diretti agli agricoltori: per la prima volta le risorse vengono ridistribuite, per far sì che un ettaro di terra non garantisca troppi sussidi in una parte d’Europa e troppo pochi in un’altra. Quest’ottica di riequilibrio è molto cara al responsabile europeo, che l’ha difesa per tutto il corso del negoziato. Ne fa una questione di giustizia, la stessa che ritrova anche nelle decisioni che riguardano i piccoli agricoltori e i settori più fragili.

Col greening, una Pac più in sintonia con la società
Torna anche sull’idea che la Pac del futuro sarà più in sintonia con le esigenze della società, soprattutto grazie alle misure, obbligatorie per i produttori, che impongono atteggiamenti ecocompatibili e che riducono l’impatto dell’agricoltura sul cambiamento climatico.
Decisioni che Ciolos difende dalle accuse di “annacquamento” provenienti da diverse associazioni ambientaliste.

Equilibrio tra libero mercato e intervento pubblico
Sull’equilibrio tra lasciar fare al libero mercato e intervenire con strumenti pubblici, il responsabile europeo ritiene che, nel passato, siano stati eliminati dei dispositivi statali o comunitari senza sostituirli, lasciando di fatto i produttori esposti alle crisi. Oggi, invece, vengono rafforzate le Organizzazioni dei produttori di modo che possano reagire autonomamente a una serie di situazioni, mentre per quelle di crisi e grave malfunzionamento del mercato scatterà l’intervento delle autorità comunitarie, tramite strumenti messi a punto per l’occorrenza.

Flessibilità in nome della diversità
Non da ultimo, Ciolos ricorda anche le decisioni in materia di trasparenza, per rendere maggiormente conto ai contribuenti di come vengono spesi i soldi, e la flessibilità garantita in nome della diversità tra le varie regioni d’Europa, che “non deve essere vista come una debolezza o un ostacolo, ma un atout da valorizzare”.