Primo round di negoziazioni, l’8 luglio a Washington.
Obiettivo delle due parti, eliminare quanto più possibile e in quanti più settori possibile le barriere al commercio e agli investimenti. Sia quelle tariffarie – eliminando i dazi, attualmente del 5% circa sul versante europeo e del 3,5% su quello statunitense – sia quelle non tariffarie, per esempio uniformando maggiormente i tanti standard differenti sulle due sponde dell’Atlantico e ammorbidendo quelle regole che di fatto impediscono la fornitura di servizi sui reciproci mercati.
Vitale nel contesto di crisi prolungata, la partnership rafforzata dovrebbe fornire un impulso di circa mezzo punto percentuale alla ricchezza prodotta da ciascuna delle due aree - 0,5% del Pil europeo e dello 0,4% di quello americano - ma secondo altre stime i risultati potrebbero essere anche maggiori, nell’ordine di circa 200 miliardi di interscambio in più all’anno.
L’agroalimentare rappresenta uno dei settori in cui l’Unione europea ha i maggiori interessi offensivi verso la controparte americana e una delle sfide sarà il riconoscimento delle Indicazioni geografiche d’origine.