Sul tavolo le priorità di Dublino nel primo Consiglio agricolo sotto la guida del ministro dell’Agricoltura irlandese, Simon Coveney, col Paese che ha preso le redini alla testa dell’istituzione a inizio gennaio, in un semestre decisivo per la riforma della Politica agricola comune (Pac).
Obiettivi: siglare la posizione del Consiglio entro marzo, ed entro giugno trovare il compromesso con le altre istituzioni. A patto che la prossima settimana i Ventisette trovino l’accordo sulle risorse.


La roadmap parte dal presupposto di un budget europeo definito a febbraio

Con il bilancio europeo ancora in stand-by (almeno) fino al Vertice del 7-8 febbraio, il Consiglio agricolo che si è svolto lunedì 28 e martedì 29 a Bruxelles non poteva che essere un momento interlocutorio, per discutere e fissare un’agenda di massima, con la speranza che la prossima settimana i leader riescano a definire le risorse da attribuire alle diverse politiche comunitarie.
Non si vuole pensare a un “piano B”, anche se il responsabile irlandese ha ammesso che se non ci sarà l’accordo sul budget, bisognerà rimetter mano all’agenda”.

Per ora, però, la roadmap è stata fissata: al Consiglio di marzo (18-19) Dublino vorrebbe presentare la posizione raggiunta tra i 27 ministri rappresentanti le esigenze provenienti dalle capitali. A quel punto, subito dopo Pasqua, partirebbero i negoziati formali con le altre istituzioni, Europarlamento e Commissione europea, per trovare il compromesso finale entro la fine del semestre, nel mese di giugno.
Anche se, naturalmente, le discussioni informali comincerebbero fin da subito, per portarsi avanti col lavoro. L’agenda è stata considerata ambiziosa e supportata dalla stragrande maggioranza dei rappresentanti degli Stati membri.


La posizione Comagri non è il compromesso finale

Per trovare l’accordo sulla riforma Pac entro 5 mesi è necessario che “tutte le delegazioni si muovano dalla propria posizione verso una di compromesso, all’interno dei gruppi di lavoro e del Comitato speciale per l’Agricoltura”, ha spronato Coveney.
La strategia è lasciare per ultime le questioni su cui, nel corso dei lavori guidati dalle scorse Presidenze, è già emersa la possibilità di raggiungere un consenso, concentrandosi invece sugli aspetti più spinosi: una trentina, secondo il ministro irlandese.
Pur senza grossi riferimenti alla posizione emersa all’interno della Commissione agricola presso il Parlamento europeo (Comagri), in seno al Consiglio si è lodato lo “straordinario e ammirevole” lavoro degli eurodeputati, sottolineando però come quella non vada considerata “la posizione finale”.


Le preoccupazioni degli Stati membri

Il Consiglio è stato anche l’occasione, per le delegazioni nazionali, di mettere sul tavolo le questioni che preoccupano maggiormente le singole capitali: per l’Italia, le modifiche per equilibrare gli aiuti diretti ai produttori a livello nazionale e la definizione di agricoltore attivo, il concetto di equivalenza per i Paesi Bassi, per Bulgaria e Polonia la flessibilità del greening (ovvero le misure per l’ambiente a cui sarà collegato circa un terzo del sostegno), le misure per le aree meno favorite per l’Austria.
Svariate, poi, le delegazioni che hanno chiesto più chiarezza sui accordi transitori per il 2014, anno in cui la riforma Pac non potrà prendere il via a causa del ritardo accumulato.
I servizi della Commissione europea stanno preparando delle misure temporanee per favorire il passaggio tra la vecchia e la nuova Pac, che dovrebbero essere presentate ad aprile.