Il Parlamento europeo è alle prese con l’elaborazione della propria posizione sulla riforma della Politica agricola comune: un compito impegnativo, dato che c’è da tenere in conto oltre 7mila emendamenti, che rappresentano altrettanti punti di vista divergenti dai testi dei tre eurodeputati che hanno stilato i primi rapporti.

Le differenze, da integrare in una sola posizione che sarà votata dall’aula plenaria dell’Europarlamento, sono geografiche, nazionali, ma anche politiche. Per fare il punto della situazione e condividere gli input in vista del negoziato, la più grossa formazione all’interno del Parlamento europeo, il Partito popolare europeo (Ppe), ha organizzato una tavola rotonda a Bruxelles.


Fluttuazione dei prezzi e sicurezza alimentare

Tra gli esperti che hanno partecipato all’incontro, due accademici: Thierry Pouch, ricercatore associato dell’Università di Reims e Harald von Witzke, professore presso la berlinese Humboldt. Entrambi hanno messo al centro del dibattito i cambiamenti intercorsi negli ultimi decenni nel mondo agricolo – la volatilità dei prezzi e l'urgenza nell’approvvigionamento del cibo – e la necessità di trovare soluzioni per farvi fronte, anche attraverso la riforma.

Secondo Thierry Pouch, le crisi dei prezzi che si sono verificate negli anni 2007-2008 e 2011-2012, e che minacciano di ripresentarsi a breve, hanno modificato l’approccio intellettuale, portando analisti e politici a dubitare della bontà della liberalizzazione dei mercati.
Il repentino aumento dei prezzi e le continue oscillazioni hanno avuto importanti effetti sul reddito dei produttori e sull’impiego, e hanno fatto suonare un campanello d’allarme per esperti del settore, che devono tornare a concentrarsi su nuovi obiettivi: appunto, la stabilità, insieme alla sicurezza alimentare e al fatto che i prezzi si stabiliscano attorno a una soglia che sia accettabile per le famiglie.

Per il collega tedesco, il problema principale è da individuare nell’aumento della domanda, che si accompagna a un’offerta insufficiente e a una produttività calante (a livello globale, dal 4% a fine anni Ottanta si è passati all’1% circa attuale, ancora meno nell’Unione europea: lo 0,6%). Un fenomeno che, secondo l’accademico, può avere effetti a valanga – dall’aumento dei flussi migratori verso i Paesi più ricchi e più sicuri dal punto di vista alimentare alle sommosse popolari – e assumere i contorni di una questione politica incandescente.
Bando quindi alle politiche del passato; la soluzione sono gli investimenti in ricerca agraria, per innovare e aumentare la produttività.




Thierry Pouch, ricercatore associato dell’Università di Reims


Convergenza nei pagamenti diretti tra Stati membri

Thia Hennessy, a capo del Dipartimento di Statistica dell’autorità irlandese per lo Sviluppo alimentare, analizza l’efficacia di alcuni elementi costitutivi della riforma Pac. Sulla convergenza (il tentativo di avvicinare l’entità di sussidi Ue percepiti dagli agricoltori nei diversi Stati membri), Hennessy fa notare il ritmo “poco sostenuto” di questo bilanciamento.
Un produttore lettone percepisce oggi appena 94 euro per ettaro e passerà a prenderne 150: un aumento del 60% circa, ma la distanza resta pur sempre abissale nei confronti dell’Olanda, che detiene il record assoluto con un aiuto per ettaro pari a 450 euro che scenderà intorno a 410.
“Considerando inoltre che un’azienda produttrice media varia dai 500 ettari circa in Slovacchia ai 7 appena in Grecia – continua la Hennessyc’è da chiedersi se sia efficace dare un sostegno che si basa solo sulla superficie e non anche sulla produzione o sull’occupazione”.



Thia Hennessy, capo del Dipartimento di Statistica dell’autorità irlandese per lo Sviluppo alimentare


Semplificazione e greening

Il Commissario europeo Dacian Ciolos, presente alla parte introduttiva della conferenza, ha difeso la proposta della Commissione europea quanto all’obiettivo della semplificazione burocratica, insufficiente invece secondo alcuni deputati.
Il responsabile alle Politiche agricole ha ricordato, infatti, che con lo schema semplificato per i piccoli agricoltori, si rendono le cose più facili per il 30% dei beneficiari degli aiuti: ben un terzo degli agricoltori, nonostante siano responsabili di appena 3% della produzione europea.
Accanto a questa misura, ha ricordato anche la revisione dell’eco-condizionalità e la modifica delle procedure di elaborazione dei progetti, che saranno analizzati d’ora in poi guardando agli obiettivi più che al contenuto, ovvero al risultato più che ai dettagli di come il progetto sarà sviluppato.
Il Commissario ha poi mostrato flessibilità su un altro argomento spesso sollevato: quello del greening, ovvero il condizionare parte degli aiuti europei a comportamenti eco-sostenibili dei produttori.
In particolare, sull’area ecologica (un 7% di superficie da riservare a scopi ambientali, quali la preservazione della biodiversità), Ciolos si è detto disposto a tenere in conto l’impatto positivo che alcune colture possono avere sull’ambiente, ma anche la possibilità di una gestione non a livello di singolo produttore, bensì di municipalità o regione, che possa diminuire il carico individuale.

La Via, "Non perdiamo questa occasione"

"La riforma della Politica agricola comune entra nel vivo, non perdiamo l’occasione di dare una svolta radicale al settore agricolo europeo nella direzione dello snellimento burocratico e dell’efficienza”. Ha detto Giovanni La Via, relatore della Pac sul sistema di finanziamento e monitoraggio a margine del convegno. 
“Oggi abbiamo discusso delle strategie da adottare nel percorso di riforma verso la nuova Politica agicola. Le nostre parole d’ordine per l’agricoltura europea e italiana soprattutto – ha concluso La Via - sono semplificazione, efficienza ed efficacia e vanno applicate a tutti i livelli di quello che si annuncia un passo avanti decisivo per il settore agricolo”.