Se l’attualità, con la crisi nel settore del latte, si è imposta all’attenzione dei ministri dell’Agricoltura riuniti a Bruxelles lunedì 16 e martedì 17 luglio, la discussione è proseguita anche sui due temi all’ordine del giorno: gli strumenti di gestione del rischio, compresa l’introduzione di un meccanismo di stabilizzazione del reddito, e le misure straordinarie per reagire alle crisi di mercato.

 

Strumenti di gestione del rischio e stabilizzazione del reddito

Che i produttori siano maggiormente esposti alla volatilità dei mercati e a condizioni metereologiche avverse, rispetto al passato, è un dato condiviso dai Ventisette. Ma le divergenze emergono quando si tratta di decidere gli strumenti per mettere gli agricoltori al riparo da questi rischi.
In particolare, si è discusso di uno 'strumento per la stabilizzazione del reddito', da far scattare per sostenere i produttori quando vanno incontro a perdite pari al 30% del proprio reddito annuale medio.
Il meccanismo è osteggiato da diversi Paesi (Regno Unito, Svezia, Germania, Danimarca, Paesi Bassi e Belgio), che lo ritengono un costoso ed enorme peso amministrativo (secondo il ministro britannico, comporterebbe una spesa pari a 7 miliardi l’anno se venisse usato contemporaneamente in tutti gli Stati membri).
Non solo: c’è chi (Svezia e Germania) ritiene che i fondi dedicati a questo strumento verrebbero di fatto sottratti a misure più importanti, quelle agro-ambientali all’interno del secondo pilastro della politica agricola comune (Pac).
Molti sostengono però la proposta della Commissione, che ha ribadito la non obbligatorietà dello strumento: ogni Stato membro potrebbe decidere se utilizzarlo o meno, all’interno dei propri limiti di bilancio. L’esecutivo di Bruxelles ha anche sottolineato l’importanza di inserire il meccanismo all’interno del secondo pilastro che, essendo pluriannuale, si adatta meglio a uno strumento che va usato con una certa flessibilità.
Tra i sostenitori, l’Italia che, come l’Ungheria, propone di aumentare la percentuale di finanziamento comunitario dal 65% all’80% del totale. Altri Paesi a favore: Spagna, Francia, Estonia, Romania, Slovenia, Finlandia, Lituania.

 

Misure straordinarie per le crisi di mercato

I 27 responsabili nazionali all’Agricoltura si sono accordati sulla necessità di dotare la Commissione europea di "strumenti per reagire in maniera veloce ed efficace a circostanze specifiche e impreviste che causano turbolenze sui mercati”.
Si tratta di fondi, nel quadro dell’Organizzazione comune di mercato Oocm) per intervenire, ad esempio, in caso di emergenze sanitarie, come quella dell’Escherichia coli nel 2011.
Un appoggio condiviso, nonostante ci siano Paesi che vorrebbero andare oltre ed estendere il raggio d’azione di queste misure a tutti i settori dell’agricoltura (Spagna, Estonia, Francia, Portogallo, Bulgaria, Lussemburgo, Cipro, Grecia, Lituania, Slovacchia, Slovenia), mentre altri Stati membri hanno voluto accertarsi che l’intervento scatti solo in occasione di circostanze davvero eccezionali e sia limitato nel tempo (Svezia, Repubblica ceca, Danimarca, Paesi Bassi, Germania, Regno Unito, Irlanda).

 

Altre notizie

Alcune importanti indicazioni sono arrivate anche dal Commissario Dacian Cioloş, a margine di una conferenza sulla Pac con la società civile organizzata a  Bruxelles.
Il responsabile europeo all’Agricoltura, prendendo atto del fallimento del gruppo d’alto livello per la definizione di nuove pratiche nella filiera agroalimentare tra produttori, industriali e distributori, ha annunciato l’intenzione di presentare delle proposte legislative all’inizio del prossimo anno.
All’elaborazione delle misure per il riequilibrio della catena coopereranno tre Commissari: il responsabile all'Industria, Antonio Tajani e quello al Mercato interno, Michel Barnier, oltre allo stesso Cioloş.

E in un altro ambito, la Commissione sarebbe pronta a legiferare anche prima, già in autunno: sulla privacy dei beneficiari di aiuti diretti della Pac.
Una sentenza della Corte di giustizia europea, nel novembre 2010, aveva infatti imposto lo stop alla pubblicazione dei dati personali degli agricoltori, precedentemente pubblicati su internet nel nome della trasparenza, per rendere noto come vengono utilizzati i soldi Ue e a chi vengono destinati.
L’Esecutivo di Bruxelles è ora alla ricerca di una soluzione “legalmente accettabile”, da presentare non molto dopo la pausa estiva.