Ad una settimana dalla presentazione delle contro-proposte del Parlamento europeo alla riforma della Pac, il dibattito è approdato nei giorni scorsi a Bruxelles all'Euroassemblea, alla presenza dei rappresentanti nazionali. Che chiedono un greening più flessibile, un budget appropriato e meno burocrazia.

 

Pagamenti diretti

Gli aiuti diretti per sostenere il reddito degli agricoltori europei sono uno degli argomenti che scaldano maggiormente gli animi.
A reclamare una distribuzione più corretta dei fondi europei tra i diversi Stati membri sono, naturalmente, i Paesi d’ingresso più recente nell’Unione, che si erano visti promettere un riequilibrio delle dotazioni nazionali dopo 7 anni e, ora che i 7 anni sono passati, non intendono accettare di essere trattati ancora diversamente rispetto agli altri partner europei.
L’accusa è quella di una 'flagrante ingiustizia', ravvisata nella distribuzione ancora squilibrata tra i diversi Stati.
La richiesta è che ognuno tocchi un pacchetto di aiuti pari ad almeno l’80% della media europea (mentre il Parlamento ha proposto il 65%).
E mentre i lettoni si danno appuntamento per protestare davanti alla sede del Consiglio europeo proprio in occasione del Vertice dei Capi di Stato e di governo dei Ventisette, c’è chi arriva a suggerire: “equilibrio o eliminazione” (proponendo, dunque, che si abbandoni del tutto il sistema di sostegno al reddito dei produttori, se si è nell’incapacità di garantirne l’equità tra tutti i Paesi europei).

 

Greening

La proposta del Parlamento europeo per un greening 'più flessibile' piace a livello nazionale. Ma, in generale, la richiesta dei rappresentanti delle Camere dei singoli Paesi membri è per andare ancora oltre nel senso della discrezionalità individuale.
Se l’Euroassemblea propone di far riferimento a uno schema di 'certificazioni verdi', molti Stati membri farebbero anche di più, e propongono venga fissata una lista di pratiche eco-compatibili, all’interno delle quali ogni Stato membro costruirebbe il proprio menù su misura.

 

Capping

Strenue oppositrici dell’idea di fissare un massimale ai pagamenti diretti per le aziende agricole continuano ad essere Regno unito e Germania, Paesi caratterizzati da produzioni di grandi estensioni, che si vedrebbero penalizzate dalla decisione di tagliare ogni contributo al reddito superiore a 300mila euro.
I rappresentanti di queste delegazioni insistono in particolar modo su un punto: come pretendere di aumentare la competitività, disincentivando le grandi produzioni? Altra contraddizione sollevata: con che logica si promuove l’allargamento di piccole proprietà agricole per sostenere la produzione, tagliando al contempo il sussidio per chi una grande dimensione l’ha raggiunta?

 

Burocrazia

Molti esperti nazionali, pur salutando con favore la proposta del Parlamento europeo per diminuire il carico burocratico, chiedono una semplificazione ancora più drastica. Nel corso del dibattito è mancato il tempo per gli esempi concreti, ma tra gli aspetti chiamati in causa c’è certamente quello della definizione di agricoltore attivo. L’obiettivo, dunque, è quello di far sì che i fondi vadano a chi opera effettivamente in ambito agricolo, e viceversa assicurarsi che realtà quali campi sportivi e aeroporti siano completamente esclusi dai finanziamenti.

 

Budget

La richiesta giunge in maniera abbastanza condivisa da parte dei rappresentanti dei parlamenti nazionali: il bilancio destinato alla politica agricola dev’essere "corretto e adeguato” alle sfide che si presentano. Che sono “senza precedenti”, come sottolinea Paolo De Castro, Presidente della Commissione agricola dell’Euroassemblea, che cita la sicurezza alimentare, la volatilità dei prezzi e il cambiamento climatico.