E' solo l’ultima segnalazione quella che viene dal Lazio in provincia di Latina dove a Sezze sono stati rubati nei campi un migliaio di carciofi, ma i furti nelle aziende agricole si moltiplicano come ad Afragola dove in settimana  sono stati colti in fragrante ladri di scarole mentre a Caserta sono state fatte sparire le fragole in serra

E’ la Coldiretti a lanciare l’allarme su uno degli effetti della crisi che fa cambiare gli obiettivi dei ladri e mette in difficoltà le aziende agricole. "I carciofi sono stati staccati uno a uno provocando danni anche ai raccolti futuri”, ha raccontato il presidente della Coldiretti di Sezze Vittorio del Duca che insieme agli altri agricoltori vittime dei nuovi 'affamati' ha presentato la denuncia al locale comando dei carabinieri. 

Le segnalazioni alla Coldiretti si moltiplicano sul territorio ed evidenziano che i nuovi ladri non mostrano gusti particolari e colpiscono indistintamente tutte le produzioni commestibili. I furti avvengono preferibilmente di notte e oltre alle perdite provocate dalla sottrazione dei prodotti toccano spesso anche, precisa la Coldiretti, danni alle strutture e alle coltivazioni in campo magari non ancora pronte per la raccolta. 

La Coldiretti chiede un rafforzamento dell’attività di controllo delle forze dell’ordine sul territorio. Con la crisi l’interesse per i prodotti alimentari da parte della piccola criminalità va dal campo alla tavola ed è confermato dai dati del “Barometro dei furti nella vendita al dettaglio” del Centre for Retail Research nei paesi europei che registra una crescita record del 7,8% dei furti nei supermercati che superano secondo la Coldiretti il valore di 3 miliardi in Italia nel 2011, il più elevato da quando è iniziata la rilevazione cinque anni fa. Nella lista dei prodotti che scompaiono più facilmente dagli scaffali dei supermercati ci sono anche i formaggi, la carne, i vini e gli alcolici. La criminalità nelle campagne non è un fenomeno nuovo anche se sono cambiati gli obiettivi

Secondo uno studio Coldiretti/Eurispes nel 2011 la con il racket, il pizzo e gli altri fenomeni malavitosi si è sviluppa a danno delle campagne italiane un giro di affari di 12,5 miliardi di euro (il 5,6% dell’intero business criminale) con la criminalità organizzata che in agricoltura opera attraverso furti di prodotti, attrezzature e mezzi agricoli, racket, abigeato, estorsioni, o con il cosiddetto pizzo, anche sotto forma di imposizione di manodopera o di servizi di trasporto o di guardiania alle aziende agricole, danneggiamento delle colture, aggressioni, usura, macellazioni clandestine, truffe nei confronti dell'Unione europea e caporalato.