L'annata castanicola 2025 si conferma tra le più produttive degli ultimi 10 anni, con una produzione nazionale di castagne che ha superato le 55mila tonnellate, secondo le stime di Coldiretti

 

Un'annata molto buona anche secondo le rilevazioni dell'Associazione Nazionale Città del Castagno, che tuttavia ha avuto un andamento variabile tra regione e regione.

 

Il quadro produttivo, infatti, si presenta molto eterogeneo, con ottime situazioni in Toscana e in Piemonte, dove quantità e qualità risultano superiori alla media degli ultimi anni.

 

In particolare in Toscana, dove Coldiretti e l'Associazione Città del Castagno rilevano un incremento del 40% del raccolto grazie a un andamento climatico particolarmente favorevole. 

 

Una produzione associata anche ad un'alta qualità, con una riduzione anche dei danni dovuti al marciume gessoso.

 

In Campania, che da sola rappresenta circa il 50% della produzione italiana, si registra invece un lieve calo, mentre la situazione è più critica in Puglia, dove l'avanzata del cinipide galligeno ha causato perdite di raccolto stimate fino al 20%.

 

Però a fare da contraltare al buon andamento produttivo c'è un sensibile calo del prezzo di mercato, causato anche dalla buona disponibilità di prodotto.

 

Secondo i dati della Borsa Merci Telematica Italiana, alcune pezzature hanno subito diminuzioni fino al 17% rispetto al 2024.

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Una contrazione dei prezzi che tocca direttamente i produttori a cui, secondo Coldiretti, vengono riconosciuti mediamente circa 2 euro al chilo, cosa che rappresenta un calo del 10% rispetto all'anno precedente

 

Una riduzione dei prezzi che preoccupa tutte le associazioni di categoria, che chiedono interventi strutturali per il settore castanicolo. 

 

Il vicepresidente di Cia Cuneo, Marco Bellone, parla di quotazioni "più che dimezzate" rispetto al 2024 e invita a intensificare la cura dei castagneti migliorando potature, interventi fitosanitari e gestione boschiva che risultano fondamentali per ottenere frutti di valore commerciale superiore.

 

Confagricoltura richiama invece l'attenzione sulla necessità di investire nel rinnovamento varietale, sul potenziamento dei controlli fitosanitari e sul sostegno alle aree montane

 

Proprio secondo uno studio di Confagricoltura, ad esempio, viene fuori che su oltre 163mila ettari di castagneti piemontesi, solo una quota limitata - circa 4.600 ettari - sia effettivamente destinata alla produzione da frutto, evidenziando un potenziale produttivo ancora ampiamente inespresso.

 

Per l'Associazione Nazionale Città del Castagno è invece importante far leva sulla promozione e individua proprio in quest'anno, il 2025, un anno strategico per la valorizzazione del prodotto italiano, non solo sotto il profilo agricolo ma anche culturale e turistico. 

 

E tra le iniziative di rilievo si segnala Castanea Expo 2025, in programma a Firenze dal 12 al 14 dicembre, la prima fiera nazionale dedicata alla promozione delle varietà tradizionali, alle filiere corte e al turismo rurale.