Botta e risposta Catania-Cioloş. Teatro: il Summit sulla Pac organizzato a Roma da Coldiretti.

L'incontro ha fatto da sfondo ad un acceso dibattito tra il ministro delle Politiche agricole, Mario Catania, e il commissario europeo all’Agricoltura, Dacian Cioloş.

 

Criterio geografico per la distribuzione degli aiuti diretti

Tra le questioni controverse, in primis la proposta di uniformare, a livello europeo, il criterio per l’assegnazione dei sostegni agli agricoltori, adottando come misura comune il pagamento per ettaro, in regioni omogenee stabilite a livello nazionale.

Per Mario Catania, la scelta penalizza l’Italia, dove “si produce il 13% del valore della produzione complessiva, coltivando il 7% del terreno agricolo europeo”: si tratta di un criterio “inaccettabile”, poiché non valorizza il merito di chi lavora bene e produce di più.
Anche la definizione delle regioni, ha proseguito Catania, "è arbitraria e fa sì che aziende limitrofe debbano sottostare a regole diverse".

Su questo punto, il commissario ha chiarito che "le regioni cui applicare il nuovo regime non devono corrispondere a quelle amministrative": al contrario, possono essere decise a livello nazionale in base alle caratteristiche del territorio. E, rincarando la dose: “Si parla di questa riforma da anni e la proposta dell’Esecutivo riflette la maggioranza emersa da quel negoziato. L’Italia c’era o non c’era attorno a quel tavolo?", ha contestato al ministro italiano senza mezzi termini.
Ricordando, poi, la ratio della scelta geografica, necessaria per avere un criterio comune ed equo per tutti: "quello della manodopera, ad esempio, sarebbe iniquo per le agricolture non moderne e ristrutturate dei Paesi emergenti".

Contro il criterio geografico si è schierato anche Sergio Marini, presidente Coldiretti, "poiché potrebbe sfociare in una sorta di rendita fondiaria, che non sarebbe compresa da agricoltori e cittadini".

 

Flessibilità delle misure

Alcune importanti indicazioni sono emerse nel corso del dibattito anche a proposito della flessibilità di alcune delle misure proposte dalla Commissione europea nel progetto di riforma. Il 'greening' (le pratiche ecologiche che l’agricoltore deve attuare per accedere al 30% del finanziamento), criticato dal ministro come “tecnicamente sbagliato”, potrebbe essere meno rigido del previsto se, come ha sostenuto Cioloş nell’incontro, “non è detto che le tre misure (pascoli permanenti, minimo tre colture, area destinata a utilizzo ecologico, ndr) debbano essere applicate tutte”.
E c’è stata un’apertura anche verso la comprensione degli ulivi e dei frutteti all’interno delle pratiche ambientali.
Flessibilità anche nella gestione tra primo pilastro (aiuti diretti) e secondo pilastro (sviluppo rurale): “nulla vieta all’Italia – ha spiegato Cioloş – di trasferire il 10% dei pagamenti agli agricoltori alle loro organizzazioni”.

Budget

Non è un dettaglio, ma spesso passa in secondo piano nei dibattiti riguardanti la Pac: per la prima volta si discute la riforma senza conoscere l'ammontare delle risorse. A ricordarlo, il presidente della Commissione Agricoltura del Parlamento europeo, Paolo De Castro.
A questo proposito, apprezzamento è stato rivolto al commissario per essersi battuto per conservare intatto il bilancio per le politiche agricole.

Nonostante ciò, Giovanni La Via, l'eurodeputato che si sta occupando del dossier finanziario per il periodo 2014-2020, si è detto preoccupato che l’attuale situazione di congelamento delle risorse possa essere intaccata dall’aggravarsi della situazione economica negli Stati membri.

“Se ci sarà una riduzione del finanziamento – ha detto La Via – è chiaro che alcune questioni vanno ripensate: una cosa sono le misure proposte con l'attuale livello di risorse, un'altra se queste dovessero esser ridotte”.