"Sono piuttosto deluso dall'impostazione proposta dalla Commissione per lo sviluppo rurale. Il secondo pilastro deve svolgere un ruolo importante per migliorare la competitività delle imprese e per favorire l'innovazione. E' necessario che il meccanismo funzioni in modo efficace e che ne siano coinvolte il maggior numero di imprese. Per ottenere questo risultato è necessario rimuovere gli ostacoli burocratici e semplificare la normativa".

Così il ministro delle Politiche agricole Saverio Romano è intervenuto durante il Consiglio dei ministri Agricoltura e Pesca che si è svolto ieri 20 ottobre a Lussemburgo in merito alla proposta presentata dalla Commissione sulla nuova Pac.

Secondo Romano, la proposta della Commissione "delinea un sistema molto più complesso rispetto alla normativa attuale". L'introduzione di nuovi vincoli e condizioni per l'attuazione dei programmi, infatti, unita alla perdita di autonomia dello sviluppo rurale nell'ambito delle politiche strutturali, rende il regime "ancora più distante dalle esigenze delle imprese. Inoltre, contrariamente a quanto avviene nei fondi strutturali, la proposta della Commissione non prevede meccanismi di alleggerimento del carico burocratico, quali la proporzionalità dei controlli rispetto ai fattori di rischio".

"In aggiunta – ha sottolineato Romano - noto con rammarico che la proposta mantiene delle inutili rigidità che penalizzano gravemente gli Stati membri a programmazione regionalizzata ai quali va garantita la necessaria flessibilità finanziaria per garantire un sistema compensativo tra le Regioni e possano applicare il disimpegno a livello nazionale". 

"Non è accettabile – ha concluso Romano - che gli Stati membri che hanno un ordinamento istituzionale regionale siano penalizzati rispetto a quelli che hanno una struttura centralizzata. Per questo ritengo che la proposta riguardante lo sviluppo rurale debba essere modificata realizzando una maggiore semplificazione ed introducendo la necessaria flessibilità nell'impianto normativo".