La Pac post-2013 vedrà la luce in ottobre, in anticipo rispetto alle previsioni.

Lo ha annunciato Dacian Cioloş, commissario all'Agricoltura, in occasione del Consiglio informale dei ministri dell'agricoltura dell'Ue di Debrecen, precisando che la Commissione europea presenterà il documento ufficiale in autunno.

"Accogliamo con soddisfazione l'annuncio del commissario", ha detto il presidente della Commissione Agricoltura del Parlamento europeo, Paolo De Castro. "Dopo il voto in Commissione della scorsa settimana sulla relazione Pac 2020 - ha proseguito De Castro - il Parlamento è pronto a fare la sua parte nel negoziato legislativo. L'introduzione di un tetto per gli aiuti delle grandi aziende rappresenta un elemento importante della prossima riforma ma, come è stato approvato a larghissima maggioranza in Commissione, crediamo in un capping in cui il criterio del lavoro rappresenti un elemento per la degressività degli aiuti.
In Parlamento abbiamo puntato su una Pac del futuro orientata ai giovani e a favorire il ricambio generazionale, flessibile per gli Stati membri, innovativa nella gestione delle emergenze dei mercati, equa e non discriminatoria nella ripartizione del budget e che abbia una componente verde che non costituisca maggiori oneri amministrativi ed economici per gli agricoltori".


Romano incontra Cioloş

"Ho fatto presente al commissario che ho apprezzato la sua sensibilità, ma che guardiamo con preoccupazione ad un’eventuale riduzione delle risorse perché appare penalizzante il criterio della superficie agricola. Lottiamo per il mantenimento della dotazione finanziaria all'agricoltura italiana". Così il ministro Saverio Romano dopo l'incontro con il commissario Cioloş a Debrecen.

"Non possiamo accettare un ulteriore deterioramento della situazione attuale relativa alla ripartizione dei fondi: già oggi l’Italia riceve solo il 10% della spesa agricola, mentre realizza il 12,5% della produzione agricola comunitaria e versa il 14% del bilancio dell’Unione.

"Confortante", per Romano, che Cioloş abbia ribadito come "il criterio della superficie agricola ai fini della distribuzione delle risorse non sarà esclusivo e unico".

 

Sul futuro della zootecnia

Dal canto suo, Paolo Bruni, presidente della Cogeca, ha portato il contributo dell’Associazione europea delle cooperative agroalimentari al dibattito sul futuro della zootecnia in Europa.

Bruni ha sottolineato le due esigenze primordiali per garantire redditi equi e stabili ai produttori e prezzi ragionevoli ai consumatori: maggiore equilibrio e trasparenza della catena alimentare e rafforzamento della posizione economica degli agricoltori.

"Anche nel settore della zootecnia - ha sottolineato Bruni – il cui patrimonio europeo di capi si è drasticamente ridotto negli ultimi 10 anni, ccorre incentivare la costituzione di Op lasciando a quest’ultime la gestione di alcune misure di mercato e la possibilità di attivare misure per il miglioramento qualitativo, la commercializzazione, la programmazione della produzione e la gestione e prevenzione delle crisi attraverso strumenti quali assicurazioni e fondi mutualistici".