Assomiglia sempre di più alla trama di una soap opera il percorso travagliato e pieno di eventi, litigi e colpi di scena che vede protagonista l'atteso Quarto conto energia (leggi l'ultima bozza).

Come tale, dunque, va raccontato per episodi.

La necessità di definire il quarto conto giunge con la nascita del decreto Romani, soprannominato 'ammazza rinnovabili', del 3 marzo 2011. Il Decreto sancisce, infatti, il prematuro pensionamento - a far data dal 31 maggio - del recentemente approvato regime di incentivazione per il fotovoltaico e, al suo posto, nomina per l'appunto l'ancora 'virtuale' quarto conto energia.

La firma al decreto di definizione del neonato conto doveva inizialmente arrivare il 20 aprile scorso ma la sua definizione è slittata, o così sembrava, al penultimo giorno utile indicato dal Decreto Rinnovabili del marzo 2011, ovvero al 29 aprile. Anche questa volta però l'episodio si è chiuso con un buco nell'acqua per divergenze di vedute tra il ministro Prestigiacomo e il ministro Romani circa i tempi di erogazione della tariffa incentivante.

D'accordo sulla gradualità della riduzione degli incentivi e sulla proroga fino a fine agosto del 'terzo conto energia', il pomo della discordia è la proposta avanzata dal ministro Prestigiacomo di corrispondere gli incentivi, il cui importo va diminuendo gradualmente di mese in mese, sulla base della data del rilascio della certificazione di fine lavori o, al massimo, nei 60 giorni successivi. Secondo Romani, in questo modo si potrebbe incorrere nel rischio di speculazioni; “gli incentivi” ha fatto sapere Romani “vanno dati nel momento in cui ci si aggancia alla rete e in cui Enel fornisce la certificazione di allacciamento”.

Il nodo del problema secondo il ministro dell'Ambiente è che l'allaccio non avviene quasi mai nei tempi previsti dai gestori di rete; in questo modo, sostiene Prestigiacomo, non si può garantire una data di partenza dell'incentivo e “i piccoli impianti”, afferma il ministro “sarebbero penalizzati. L'incentivo” prosegue, “andrà rapidamente a scendere, chiaro che se si verifica un ritardo nell'allaccio ciò incide pesantemente sulla previsione economica. Se chiedo un finanziamento per un impianto che deve partire il primo gennaio quando l'incentivo è 100 ma l'allacciamento non avviene fino a settembre quando l' incentivo sarà 50, perdo 8 mesi di incentivi e avrò importi inferiori a quanto preventivato”.

Il successivo e, al momento ultimo, episodio della 'fiction sulle rinnovabili' vede una sorta di riappacificazione dei Ministri con il raggiungimento, finalmente, di un accordo. “Abbiamo trovato ieri sera un'intesa con il ministro Romani e credo che in poche ore il decreto sarà sottoscritto” ha dichiarato Prestigiacomo.

Dunque, oggi giungerà sul tavolo del Consiglio dei ministri il decreto interministeriale per la revisione degli incentivi al fotovoltaico noto come 'quarto conto energia'. L'intesa, fa sapere il ministro dell'Ambiente, verrà firmata a margine del Consiglio dei ministri, un passaggio a quanto pare a valenza puramente consultiva.

La chiave di volta per superare le incomprensioni e giungere ad un accordo, è stata la decisione di far partire gli incentivi dal momento in cui i nuovi impianti fotovoltaici saranno allacciati alla rete elettrica ma con una sorta di indennizzo per chi installa i pannelli e riceve in ritardo l'autorizzazione per l'allaccio alla rete. Tale indennizzo tiene conto della riduzione progressiva dell'incentivo e va a compensare la differenza di tariffa persa a causa del ritardo. “Se l'allaccio arriva in ritardo” ha spiegato il ministro Prestigiacomo, “ci sarà un risarcimento” che dovrebbe essere erogato dal Gestore della Rete, “in virtù di modalità stabilite dall'Autorità per l'energia elettrica e il gas”.

La versione finale del decreto - si dovrà comunque attendere la giornata di giovedì per notizie certe - dovrebbe poi estendere la validità del terzo conto energia al 31 agosto 2011, anziché al 31 maggio. Dovrebbe essere previsto, inoltre, un regime transitorio dall’agosto 2011 alla fine del 2012 finalizzato a introdurre gradualmente il nuovo sistema ispirato al modello tedesco che entrerà in vigore da gennaio 2013.

Riteniamo di aver dato grandi prospettive al settore fondamentale non soltanto per il nostro bilancio energetico, ma anche per l'ambiente” ha spiegato il ministro Prestigiacomo. “Abbiamo supportato” ha proseguito “in maniera straordinaria i piccoli impianti fino a 200kW non solo quelli sui tetti ma anche quelli a terra. Un capovolgimento” afferma il Ministro dell'Ambiente “dei criteri precedenti: si spinge assolutamente sui piccoli e si privilegia l'autoconsumo che è poi la finalità fondamentale” lasciando comunque spazio “anche a coloro che fanno i grandi investimenti”.