Nel periodo 1980-2009 la produttività del lavoro ha registrato una crescita media annua dell'1,2%, attribuibile ad un incremento medio dell'1,4% del valore aggiunto e ad uno dello 0,2% delle ore lavorate.

Lo rende noto l'Istat spiegando che nel periodo 2000-2009 la produttività del lavoro presenta un andamento complessivamente negativo (-0,5% in media d'anno), che sconta una dinamica sfavorevole del valore aggiunto (-0,2% in media d'anno) associata ad una crescita delle ore lavorate (0,4% in media d'anno). Il calo della produttività del lavoro che ha caratterizzato il periodo 2000-2009 riflette tassi di crescita negativi in tutti i settori ad eccezione dell'agricoltura, silvicoltura e pesca (+0,7% in media annua).

 

In agricoltura solo 22 mila euro per unità occupata

"Negli anni duemila la produttività del lavoro è diminuita in tutti i settori economici tranne che in agricoltura (+0,7% in media annua) e negli ultimi trent'anni, la produttività del lavoro nel settore primario è cresciuta quasi quattro volte di più della produttività complessiva dell'economia (+4,5% in media ogni anno rispetto a +1,2%)". 

Lo evidenzia Confagricoltura analizzando i dati diffusi dall'Istat. 

"Una tendenza positiva che però - annota Confagricoltura - non è stata confermata lo scorso anno, come si rileva dalle analisi Ismea. Nel 2009 la produttività del lavoro agricolo è infatti diminuita dell'1,3% rispetto all'anno precedente. Evidentemente a causa della forte flessione del valore aggiunto delle campagne nell'ultimo anno (-3,1% in termini reali e -11,5% a prezzi correnti) che ha superato il calo occupazionale".

Confagricoltura evidenzia quanto la produttività del lavoro in agricoltura sia contenuta in valore assoluto: 22 mila euro per unità di lavoro a fronte dei 44,4 mila euro della media del totale dell'economia. Insomma, la produttività del lavoro in agricoltura è meno della metà di quella degli altri settori. 

"Attualmente - afferma Confagricoltura - le imprese agricole si trovano in una situazione critica con redditi stagnanti, ricavi insoddisfacenti e costi sostenuti. Così non si favorisce la competitività delle campagne; bisogna creare nuove condizioni di sviluppo dell'agricoltura se si vuole garantire crescita e ricadute occupazionali del settore".