Si comincia a sbrogliare la matassa dei fondi europei all’agricoltura a rischio di essere restituiti alla Ue se non utilizzati entro il 31 dicembre prossimo. 

Lo comunica l’Agea in seguito alla riunione che si è svolta nella sede della Regione Puglia, capofila delle regioni per l’agricoltura, fra alcuni assessori e il vertice di Agea, rappresentato dal presidente Dario Fruscio e dai dirigenti Migliorini, Nanni e Steidl. 

Nel corso della riunione si è in primo luogo chiarito che i fondi europei in discussione (e quindi a rischio restituzione) ammontano in realtà a 516,5 milioni di euro, mentre la parte restante è rappresentata da fondi nazionali e, in misura molto ridotta, da fondi regionali, dovuti per il cofinanziamento.

Il totale di 1,114 miliardi di euro, ha spiegato l’Agea, sarebbe il danno reale che ne deriverebbe al mondo agricolo come soldi non distribuiti, ma la somma eventualmente da restituire a Bruxelles sarebbe come detto di poco più della metà. 

Il presidente Fruscio ha sottoposto agli assessori regionali all’agricoltura un documento-proposta che, attuando una procedura apposita, ha lo scopo di utilizzare tutti i fondi comunitari del Psr prima della fine dell’anno. Su tale documento saranno a breve raccolte le firme di adesione dei rappresentanti di tutte le regioni, dopodiché si potrà procedere ai pagamenti relativi all’Asse  II “misure a superficie/capi” per un totale di 700 milioni di euro (comprensivo di importo comunitario e importo nazionale). 

Tali pagamenti potranno avvenire a partire dal 15 luglio prossimo e concludersi entro il 15 ottobre. Nel frattempo saranno avviate le istruttorie per la spesa degli altri 414 milioni di euro per arrivare così al 31 dicembre 2010 non avendo nulla da restituire alla Ue. 

In termini di risorse comunitarie da spendere, le regioni con maggiore arretrato sono: Puglia 128,5 milioni; Campania 95,6 milioni; Sicilia 93,8 milioni; Calabria 81,3 milioni, Sardegna 34,5 milioni; Basilicata 34,2 milioni; Lazio 26,7 milioni; Abruzzo 14,1 milioni.