Secondo quanto precisato dagli inquirenti, le analisi di laboratorio effettuate sui campioni prelevati hanno evidenziato il mero annacquamento del prodotto vinoso. Inoltre, l'ipotesi di adulterazione si fonda anche sul rinvenimento di altre sostanze, utilizzate nella sofisticazione, che sono in corso di analisi e che sono state reperite nell'unico stabilimento interamente sequestrato. Ulteriori indagini analitiche disposte sul prodotto vinoso potranno chiarire successivamente se tali sostanze sono state utilizzate, considerato che allo stato attuale i prodotti sequestrati si presentano esclusivamente, dai risultati delle analisi ad oggi effettuate, come mosti e vini annacquati.
Più in particolare, la Procura di Taranto fa rilevare che gli accertamenti in corso mirano a verificare il dubbio utilizzo, per quantità o modalità di impiego, nella attività enologica di acido cloridrico, solforico e fosforico, nonché di sostanze utilizzate anche nella produzione di concimi, quali fosfato ammonico, fosfato biammonico e solfato di ammonio, comunemente impiegate in enologia quali attivatori della fermentazione del vino. Sotto il profilo sanitario il ministero della Salute ha provveduto a informare la Commissione Ue, che si è dichiarata soddisfatta, del contenuto delle precisazioni fornite dagli organi inquirenti italiani.