"Il cambiamento del clima del pianeta è ormai una realtà. Alluvioni più frequenti, periodi più intensi di siccità, aumento delle temperature e del livello dei mari, incendi boschivi più numerosi... Non è più sufficiente cercare di mitigare gli effetti di questi cambiamenti – dobbiamo, ora, riuscire ad adattarci ad essi. Per esempio, le pratiche agricole dovranno cambiare”. Così il direttore generale a della Fao David Harcharik nel suo messaggio ai partecipanti ad alto livello alla Conferenza Nazionale Italiana sul cambiamento climatico, ospitata nella sede dell’agenzia (12-13 settembre).
Secondo la Fao una migliore gestione della zootecnia e migliori pratiche agricole e forestali possono contribuire in modo rilevante alla riduzione delle emissioni, mentre un'agricoltura conservativa potrebbe aiutare a mantenere notevoli quantità di carbonio nel terreno. Anche la graduale transizione verso l’uso di tecnologie energetiche più efficienti e fonti di energia rinnovabile, ad esempio le bioenergie, potrebbe contribuire a mitigarne gli effetti.

La collaborazione Fao – Italia sul clima
Il Direttore ha accennato ad alcune delle iniziative di collaborazione in atto tra il Governo Italiano e la Fao. Importante a questo riguardo il progetto di ricerca Climagri-Med, che ha consentito di creare una struttura scientifica comune per lo studio dell’impatto dei cambiamenti nel settore agricolo in alcuni paesi del Mediterraneo.
Di pochi mesi fa l’accordo tra il Servizio meteorologico dell’Aeronautica militare italiana e la Fao, grazie al quale verranno forniti dati meteorologici in tempo reale che agevoleranno l’Agenzia a migliorare i servizi resi ai paesi in via di sviluppo, con particolare riferimento allo sviluppo sostenibile e alla salvaguardia dell’ambiente.
Sono poi in atto numerose collaborazioni con istituzioni accademiche e di ricerca, come quella con l’Università di Sassari, con l’Università della Tuscia e con l’Istituto di Biometeorologia del Consiglio nazionale delle ricerche nell’ambito del progetto Carboafrica, che ha come scopo la quantificazione, la conoscenza e la previsione del ciclo del carbonio e di altri gas serra nell’Africa sub-sahariana.

Harcharik ha quindi auspicato future collaborazioni con il Governo italiano, attraverso i propri organi istituzionali e tecnico-scientifici, affinché si possa ridurre l’impatto dei cambiamenti climatici che tanta importanza rivestono nella sicurezza alimentare e cercare di eliminare così le cause della povertà e della fame che vanno affrontate nella loro complessità.

Ha poi concluso facendo i migliori auguri di successo per questa importante iniziativa a livello nazionale, i cui risultati potranno essere preziosi per la comunità internazionale nel suo complesso.