In dieci anni le aziende agricole italiane si sono ridotte da circa 3 milioni a 2.593.090, pari a una diminuzione del 14,2%. E’ questo il risultato emerso dall’analisi dei dati raccolti lo scorso anno in occasione del quinto censimento agricolo.
Diminuita anche la superficie totale destinata alle coltivazioni, che ha fatto segnare un -13,6%.

A segnare il dato più negativo, con una diminuzione di realtà operative pari a quasi il 40%, e un massimo addirittura del 43,6% toccato alla Lombardia, è l’Italia nord-occidentale, mentre al Sud il calo non è andato al di sotto del 6,8%.

L’indagine dell’Istituto di statistica ha evidenziato anche che la forma di conduzione principale è quella diretta dell’agricoltore, adottata dal 94,8% delle imprese.
E se la maggioranza di essi è proprietario dei terreni che lavora (86,8%), questa forma di conduzione, rispetto al 1990, quando fu effettuato l’ultimo censimento, è diminuita del 15%, così come si è ridotta del 18% la superficie dei terreni di proprietà.

Il Sud registra la maggior concentrazione di aziende con un 56,9%, e la più elevata densità territoriale (12 aziende per km quadrato contro le 6,3 del Centro nord e le 8.6 della media nazionale).

Un'unica regione del Paese ha fatto registrare un aumento delle realtà agricole imprenditoriali. Ed è la Puglia con un +0,5%.