Fra uomo e suino esiste una certa affinità.
Ne erano consapevoli i ricercatori che nella seconda metà del secolo scorso avviarono alcune ricerche che si proponevano di "umanizzare" sotto il profilo genetico alcuni ceppi suini.
L'obiettivo, certo molto ambizioso, era quello di trasformare il suino in un donatore d'organi per l'uomo, cuore in particolare.
Analogie di forma e dimensione di questo organo del suino con quello dell'uomo davano speranze di successo.
Poi problemi pratici (l'ingegneria genetica muoveva i primi passi), e soprattutto etici, presero il sopravvento e quelle ricerche vennero accantonate.
I punti in comune
Ma fra uomo e suino le affinità non si fermano a quelle fisiologiche, ma si estendono a quelle comportamentali.
Lo hanno dimostrato alcune ricerche condotte presso l'Università di Torino, dove l'equipe guidata da Giada Cordoni e Ivan Norscia ha esaminato come vengono gestiti i conflitti in un gruppo di animali.
Perché anche i suini "litigano" fra loro per vari motivi. Può essere una mera questione gerarchica per il predomino nel gruppo o per conquistare una posizione ritenuta migliore nell'accedere al cibo e altro ancora.
Volendo si potrebbero trovare parallelismi nell'uomo esaminando le motivazioni che inducono due persone a contrapporsi, ma non era questa la finalità della ricerca.
Litigi fra parenti
Si è invece scoperto che i suini sono in grado di riconoscere le affinità parentali e già questo è di per sé assai interessante sotto il profilo della conoscenza comportamentale dei suini.
Per di più si è evidenziato che i litigi sono più frequenti fra animali imparentati.
I ricercatori hanno giustamente evitato di individuare una contiguità fra il comportamento dei suini e quello degli uomini, che tuttavia appare confermato in molte vicende dell'umana quotidianità.
A differenza però di quanto accade nelle dispute umane, nel caso dei suini il litigio si esaurisce in fretta e la "pace" si ristabilisce in breve tempo, anche pochi minuti.
In questo i suini sembrano dunque migliori degli uomini e saggiamente sanno quanto sia complicata la vita per un gruppo di soggetti in continuo conflitto. Meglio evitare, dunque.
Il suino pacificatore
Altro elemento interessante emerso dalla ricerca è il ruolo di un terzo soggetto, non coinvolto nella disputa, che con il suo intervento facilita il ripristino della normalità.
Con diverse sfumature se si tratta di un animale esterno o meno alla parentela dei due contendenti.
Come pure esistono differenze se l'intervento "pacificatore" di un terzo soggetto è spontaneo o in qualche modo indotto dal comportamento dei due contendenti.
Tutte cose interessanti per quanti si occupano di etologia animale.
Ma anche in questo caso è facile trovare un'analogia con quanto accade nei rapporti fra le persone e nel successo di taluni show televisivi che raccolgono ampia audience.
Chi morde la coda
Al di là di questi aspetti, che si potrebbero erroneamente relegare a mera curiosità, le ricerche di Cordoni e Norscia consentono di approfondire il tema del comportamento dei suini e aprono una finestra sulla conflittualità che si realizza nei gruppi di animali.
Sebbene le ricerche siano state condotte su soggetti in situazioni di semilibertà, gli esiti ai quali si è giunti offrono spunti di riflessione per affrontare l'annoso problema delle morsicature della coda negli allevamenti in stabulazione.
Ancora oggi la soluzione più frequente e quella del taglio della coda, ma procedono speditamente le proposte che perseguendo l'obiettivo del benessere animale mirano a vietare questa pratica.
A questo proposito va ricordato che già da tempo il Decreto Legislativo 122/2011 prevede che il taglio della coda sia un evento non routinario.
Ed è facile prevedere che fra non molto questa pratica sarà del tutto vietata.
Per quel tempo si spera che le ricerche etologiche siano in grado di indicare valide alternative.