Si è tenuto ieri, 27 giugno, a Roma l'incontro sul pacchetto legislativo sulla sicurezza e la tracciabilità lungo la catena agroalimentare in Europa promosso dalla direzione generale per la Salute e i consumatori della Commissione europea. Vi ha preso parte anche Assosementi, l'associazione che riunisce le aziende sementiere in Italia, che ha espresso così la propria posizione: "Snellire la normativa sementiera europea e salvaguardare l'impianto basato su registrazione delle varietà e controllo delle sementi è di fondamentale importanza per garantire il materiale di moltiplicazione utilizzato dagli agricoltori, favorire il lavoro di innovazione varietale e continuare così a sostenere la crescita costante delle rese agricole come è avvenuto negli ultimi 50 anni".

"L'industria sementiera saluta con favore il progetto della cosiddetta “Plant reproductive material” che riunirà in modo organico in un solo regolamento le attuali 12 direttive che disciplinano sementi, giovani piantine di ortaggi, piante ornamentali, fruttifere, vite e forestali - ha sottolineato Assosementi-. La proposta conserva inoltre le disposizioni già esistenti e applicate in materia di varietà da conservazione, ampliandone addirittura le possibilità di commercializzazione ".
“Appaiono quindi strumentali, o sorretti da una lettura molto superficiale, gli attacchi giunti alla proposta da parte di diverse Ong di danneggiare la biodiversità, favorire la brevettazione dei materiali varietali, argomento che non è assolutamente toccato dalla normativa in questione, e mettere le sementi ancora più in mano delle multinazionali
”.

Compito della normativa in discussione, sottolinea Assosementi in una nota, è garantire l’utilizzatore circa l’identità varietale del materiale che semina, i suoi requisiti qualitativi minimi di purezza e di germinabilità e, soprattutto, lo stato fitosanitario, cioè l’assenza di patogeni e malattie trasmissibili per seme. Allentare il livello dei controlli o permettere la vendita o lo scambio libero di sementi, di ogni tipo, senza alcuna specifica garanzia, può mettere a rischio la sanità di tutte le colture e portare a un peggioramento qualitativo delle produzioni.