La Popillia japonica è originaria del Giappone e della Russia orientale ed è stata trovata per la prima volta in Italia nell'estate del 2014 all'interno del Parco del Ticino, al confine tra Piemonte e Lombardia. In base all'estensione dell'area infestata rilevata nel 2014 si stima che la sua introduzione accidentale risalga addirittura ad almeno quattro anni prima (Fonte Efsa).

 

Avendo una espansione e una propagazione molto rapida, il 22 gennaio 2018 il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali (oggi Masaf) ha emesso il Decreto "Misure di emergenza per impedire la diffusione di Popillia japonica Newman nel territorio della Repubblica Italiana" - pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 26 marzo 2018 - atto a definire le misure fitosanitarie da adottare sul territorio della Repubblica Italiana al fine di prevenire e contrastare la diffusione dell'insetto.

 

L'adulto di Popillia japonica è di colore metallizzato brillante, di forma ovale e di dimensioni variabili da 8 a 11 millimetri di lunghezza e da 5 a 7 millimetri di larghezza. La presenza di macchie di peli bianchi ai lati terminali dell'addome consente di distinguerla facilmente da altri coleotteri spesso presenti negli stessi ambienti, come Anomala vitis o Phyllopertha horticola (maggiolino degli orti).

 

A sinistra Anomala vitis, al centro Popillia japonica e a destra Phyllopertha horticola

A sinistra Anomala vitis, al centro Popillia japonica e a destra Phyllopertha horticola

(Fonte foto di sinistra © gstalker88 - Adobe Stock, centrale © Riverwalker - Adobe Stock e di destra © Cosmin Manci - Adobe Stock)

 

Nei nostri areali ha una sola generazione all'anno, sverna come larva nel terreno ad una profondità di 10-20 centimetri, mentre gli adulti sono attivi tra giugno e settembre con un picco di attività a metà luglio. Durante l'estate le femmine depongono le uova direttamente nel terreno.

 

Danni: quando, dove e come

I danni vengono arrecati sia allo stadio larvale sia allo stadio di adulti. Le larve si nutrono appena al di sotto della superficie del suolo e causano danni esclusivamente alle radici, così come avviene per la Diabrotica; mentre l'adulto, che è presente dai primi di giugno fino all'inizio di settembre, si nutre di foglie, frutti e fiori di circa trecento specie arbustive ed arboree. Tra le più colpite ci sono: soia, mais, rosa, nocciolo, drupacee e pomacee, vite, tiglio, olmo.

 

Popillia japonica arreca danni sia allo stadio larvale che allo stadio adulto

Popillia japonica arreca danni sia allo stadio larvale che allo stadio adulto

(Fonte foto: Agricola 2000)

 

Nel corso degli ultimi anni, ovvero da quando il Ministero ha segnalato la misura di emergenza, Agricola 2000 ha condotto diverse prove sperimentali valutando strategie di difesa con prodotti biologici e chimici da applicare sia in fase di semina sia allo stadio di pre fioritura delle colture. Le prove sono state condotte in Piemonte e in Lombardia, in areali dove il problema della Popillia japonica ha creato e continua a creare sempre maggiori danni.

 

Prima di analizzare nel dettaglio quelle che sono le principali strategie di difesa, è bene ricordare che le uniche due alternative delle aziende agricole per difendersi dai danni causati dalla Popillia japonica sono strategie di difesa diretta, ovvero la difesa della coltura, e strategie di difesa indiretta, ovvero le polizze assicurative o i fondi mutualistici. Entrambe le strategie possono coesistere tra di loro e il loro abbinamento dipende molto dalla valutazione del rischio che ogni azienda deve fare all'inizio della campagna agraria pianificando quelle che sono le attività, ma soprattutto valutando e tenendo in considerazione quelli che sono i rischi.

 

Strategie di difesa diretta

Tra le strategie di lotta biologica si ricordano:

  • Ovavesicula popilliae: un fungo microsporidio in grado di infettare e ridurre la sopravvivenza invernale delle larve portando progressivamente la popolazione di Popillia japonica a livelli più accettabili.
  • Bacillus thuringiensis: ha mostrato, da studi eseguiti da Agricola 2000, una riduzione dell'attività defogliatrice da parte dell'adulto.
  • Metarhizium anisopliae: fungo entomopatogeno che risulta essere più efficace nei confronti di larve mature (agosto-settembre). Deve essere applicato al terreno dalla fine dell'estate all'inizio dell'autunno. Tipicamente la sua efficacia è compresa tra il 40 e il 60%.
  • Heterorhabditis bacteriophora: nematode parassita delle larve preferibilmente sviluppate (agosto-settembre). Le principali difficoltà applicative sono dovute al trasporto, alla conservazione in frigorifero, alla breve vitalità e alla necessità di bagnare abbondantemente prima e dopo l'applicazione.

 

Tra le strategie dirette con metodo chimico, più efficace rispetto alla lotta biologica, si ricorda l'impiego di insetticidi di sintesi. La lotta agli adulti ha senso solo in caso di consistente presenza di Popillia japonica su specie sensibili che a volte vengono gravemente defogliate. Come adulticidi al momento sono impiegati il piretroide deltametrina (vari formulati autorizzati per molteplici colture) e il neonicotinoide acetamiprid. Dal 2022 è stata autorizzata contro gli adulti su vite, drupacee (pesco, albicocco, susino), pomacee (melo e pero) e mais la diamide chlorantraniliprole.

 

Tra le piante più colpite dalla Popillia japonica ci sono: soia, mais, rosa, nocciolo, drupacee e pomacee, vite, tiglio, olmo

Tra le piante più colpite dalla Popillia japonica ci sono: soia, mais, rosa, nocciolo, drupacee e pomacee, vite, tiglio, olmo

(Fonte foto: Agricola 2000)

 

I trattamenti contro le larve vanno eseguiti in fase di semina con l'applicazione di geodisinfestanti; dopo la semina è consigliabile irrigare al fine di favorire la migrazione del prodotto nel suolo. I principi attivi imidacloprid, clothianidin, thiamethoxam hanno mostrato un'ottima efficacia sulle larve, specialmente nelle semine medio tardive, ma non risultano più autorizzati. Attualmente vengono impiegati geodisinfestanti a base di teflutrin e cipermetrina.

 

In conclusione, possiamo dire che ogni scelta strategica varia in funzione dei fattori presi in considerazione in relazione alla popolazione dell'insetto. In linea generale, l'impiego di geodisinfestanti/larvicidi in fase di semina e successivamente l'impiego di trattamenti fogliari da eseguirsi prima della fioritura risultano strategicamente validi ed efficaci.

 

A cura di Giorgio Vitaloni, Seed Technology specialist and Business Development support Crop Protection Services Department Agricola 2000


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