Pomodoro, quali fisiopatie?

Il pomodoro (Solanum lycopersicum) è una specie che è interessata da numerose fisiopatie a carico di praticamente tutti gli organi, comprese foglie, fiori, frutti e radici. Le fisiopatie sono disordini fisiologici che possono essere causati da un gran numero di fattori, come ad esempio squilibri nutrizionali (carenza di microelementi, difficoltà di assorbimento, eccessiva concentrazione, eccetera) e condizioni ambientali predisponenti (sbalzi termici, temperature elevate, piogge abbondanti, umidità elevata, eccetera).

 

Le fisiopatie possono avere un livello di gravità molto vario, ma in alcuni casi possono causare anche la morte della pianta o la perdita di ingenti quantità di produzione. In altri casi, invece, se diagnosticate per tempo possono essere corrette agendo sui fattori scatenanti.

 

Due delle fisiopatie più note per chi coltiva pomodoro sono il marciume apicale e lo spacco (o cracking). Si tratta di due squilibri fisiologici a carico dei frutti che danneggiando le bacche compromettono, anche definitivamente, il valore commerciale della produzione. Molto comuni nelle coltivazioni di pomodoro da mensa in serra, sono abbastanza frequenti anche nelle coltivazioni di pomodoro da industria in pieno campo.

 

Il marciume apicale del pomodoro

Il marciume apicale del pomodoro si presenta come una necrosi nella parte distale del frutto e colpisce particolarmente le bacche di grandi dimensioni e forma allungata. La causa è uno squilibrio tra l'accrescimento ponderale del frutto e la disponibilità in loco di calcio (Ca) nei primi stadi di sviluppo.

 

Il calcio è infatti un microelemento che gioca un ruolo chiave nello sviluppo cellulare e favorisce l'elasticità delle pareti cellulari. Subito dopo l'allegagione si hanno una veloce divisione cellulare e una richiesta di calcio elevata, che se non soddisfatta può causare successivamente il marciume.

 

I pomodori a forma allungata sono più soggetti al marciume apicale

I pomodori a forma allungata sono più soggetti al marciume apicale

(Fonte foto: University of Minnesota)

 

La carenza di calcio non è però sempre causata dalla scarsa disponibilità nel terreno di questo microelemento. Anzi, frequentemente il problema è dovuto alla insufficiente traslocazione del Ca dalle radici ai frutti. Il calcio è infatti trasportato per via xilematica e quindi raggiunge con più facilità gli organi che traspirano molto, come le foglie. Mentre i frutti possono subìre apporti minori.

 

I fattori che possono causare la carenza di calcio e quindi il marciume apicale sono:

  • Deficit di calcio nel terreno.
  • Salinità dell'acqua.
  • Squilibri idrici.
  • Eccessiva concimazione con potassio e magnesio, microelementi antagonisti del calcio nell'assorbimento.

 

Uno dei fattori principali di rischio è l'impiego di acque con un elevato contenuto di sali minerali nella fertirrigazione. È una caratteristica tipica delle coltivazioni in serra nel Sud Italia, ma è possibile anche nelle colture di pieno campo, sempre nel Meridione, in aree limitrofe al litorale marino, dove la qualità dell'acqua di falda è scarsa e peggiora col progredire della stagione estiva.

 

Le acque saline infatti inducono uno stress osmotico nonché una diminuzione nella formazione dei vasi xilematici all'interno dei frutti. Inoltre causano una diminuzione della pressione radicale e quindi un minore assorbimento e traslocazione di acqua e calcio verso i frutti.

 

Dunque, per evitare la problematica del marciume apicale sarebbe bene:

  • Scegliere varietà che offrono una resistenza elevata. Anche frutti di grandi dimensioni e allungati, maggiormente soggetti a questo problema, possono infatti essere stati selezionati per essere meno suscettibili al marciume.
  • Evitare lo stress idrico nelle piante, soprattutto nella fase di allegagione.
  • Prediligere turni di irrigazione frequenti e brevi.
  • Evitare il ristagno di acqua in campo, poiché le radici del pomodoro, per lavorare correttamente, hanno bisogno che il suolo sia ben drenato.
  • Controllare che lo stock di calcio nel terreno sia sufficiente e nel caso somministrarlo con una concimazione mirata.
  • Non esagerare con la concimazione a base di potassio e magnesio, minerali antagonisti nell'assorbimento del calcio.
  • Controllare la salinità dell'acqua e, se possibile, evitare l'irrigazione quando questa è troppo elevata, soprattutto se durante l'allegagione.

Leggi anche Marciume apicale del pomodoro, cos'è e come si previene

Il cracking o spacco del pomodoro

Un'altra fisiopatia che interessa il pomodoro è il cracking, o spacco. Un problema che è assai frequente anche in altre colture, come il ciliegio, e si caratterizza per la rottura dell'epidermide del frutto causata da una eccessiva pressione idrostatica. Le fessure che si aprono sono poi spesso colonizzate da funghi e batteri che determinano una irrimediabile marcescenza del prodotto.

 

Il cracking interessa soprattutto le colture estive in pieno campo e i frutti in via di maturazione, successivamente all'invaiatura. Le condizioni ambientali predisponenti sono un periodo di siccità seguito da piogge abbondanti che causano un flusso veloce di acqua nel frutto, le cui pareti cellulari però non sono sufficientemente elastiche da sopportare la pressione. L'acqua infatti non solo giunge dalle radici per via xilematica, ma viene anche assorbita dalla buccia stessa del pomodoro.

 

Il cracking del pomodoro

Il cracking del pomodoro

(Fonte foto: Università del Missouri)

 

Per ridurre l'insorgenza di questo problema è bene:

  • Scegliere varietà che siano geneticamente resistenti al cracking.
  • Eseguire una corretta irrigazione, al fine di evitare periodi di stress idrico.

 

Ci sarebbero poi altre tecniche, mutuate dalla frutticoltura, che sarebbero utili a prevenire il cracking, come ad esempio le concimazioni fogliari a base di calcio, l'impiego di prodotti idrofobici, oppure la copertura con film plastici. Si tratta tuttavia di soluzioni che riducono solo parzialmente il problema e hanno un costo non economicamente sostenibile da una coltura come il pomodoro.