Il progetto prevede la sperimentazione di due metodi: la lotta in campo all'Aspergillus flavus, uno dei principali funghi responsabili della contaminazione da aflatossine e l'uso dell'ozono per preservare o sanificare i prodotti dalla contaminazione con un impianto pilota da usare a livello aziendale.
Ora il comune di Capannori rende noti i primi risultati relativi alla sperimentazione di campo, basata sul controllo di Aspergillus flavus con AF-X1, un ceppo di Apergillus che non produce tossine, selezionato dall'università cattolica di Piacenza e commercializzato da Dupont Pioneer, che si comporta da antagonista degli altri ceppi fungini impedendone lo sviluppo.
AF-X1 è un prodotto a base di un fungo già presente in natura e che si è dimostrato non pericoloso per la fauna spontanea inclusi gli uccelli mammiferi ed api.
Prodotti simili a base di ceppi atossigeni, come Aflaguard® o Aflasafe™ sono già usati in altri paesi come gli Stati Uniti e la Nigeria, distribuendoli sulla coltura tra l'inizio della levata (stadio 8-10 foglie) fino all'emissione del pennacchio in modo da diffondere nell'ambiente colturale i ceppi fungini antagonisti e limitare così l'accumulo delle aflatossine.
In Italia le prove in vitro effettuate dall'università cattolica di Piacenza con AF-X1 hanno mostrato una riduzione di accumulo di aflatossine tra l'85% e il 93%, mentre le prove di campo hanno fatto registrare una riduzione della contaminazione tra l'80% e il 92%.
Prove che sono state presentate anche a Capannori nell'ambito del progetto Gira a inizio dicembre in un incontro rivolto a tecnici e agricoltori in cui è stata invitata la prof.ssa Paola Battilani, docente in Difesa delle derrate alimentari presso l'università cattolica di Piacenza e autore del brevetto relativo al prodotto biologico AF-X1.
Per le prove in campo del Pif Gira, i primi risultati sono stati riportati dal professor Giovanni Vannacci, dell'università di Pisa responsabile delle prove di valutazione del sistema di gestione del rischio fitosanitario del progetto.
"Nel corso degli ultimi anni – ha detto Vannacci – sono state sviluppate diverse strategie per il contenimento delle micotossine durante il ciclo colturale del mais. In particolar modo, sono stati fatti importanti progressi nel controllo biologico dei funghi che le producono".
"La strategia di controllo biologico da noi testata – ha spiegato il professore – è basata sull'applicazione in pieno campo di popolazioni atossigene di Aspergillus flavus che possono andare a sostituire, attraverso competizione specifica, le popolazioni di Aspergillus flavus tossigene. In ecologia si parla di occupazione della nicchia ecologica da parte del competitore".
Nello specifico sono state condotte due prove in campo con mais ibrido con classi Fao differenti (400 e 600) nella piana Pisana e in lucchesia nel comune di Capannori.
Due appezzamenti di terreno, ognuno seminato con classi differenti, sono stati trattati con AF-X1 alla dose di 25 kg a ettaro. Altri due appezzamenti , seminati con gli stessi mais, non sono stati trattati per poter così valutare l'efficacia del trattamento.
I risultati emersi sono molto positivi e incoraggianti, come ha sottolineato il professor Vannacci. Le popolazioni di Aspergillus flavus tossigeno erano infatti molto meno elevate nel mais proveniente dai terreni trattati con AF-X1 rispetto a quello raccolto sui terreni non trattati.
Circa l'80% di tutta la granella raccolta, sia dagli appezzamenti trattati che da quelli non trattati, era infetta da Aspergillus flavus, ma nelle prove trattate più del 99% delle popolazioni di Aspergillus risultavano atossigene.
Al contrario nella granella proveniente dalle parcelle non trattate sono state osservate elevate popolazioni di ceppi tossigeni.
Risultati questi che, come ha commentato Vannacci, confermano la validità del trattamento AF-X1 per il contenimento di Aspergillus flavus con ottime prospettive per un importante abbattimento delle concentrazioni in micotossine nel mais.
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Fonte: Comune di Capannori