Utilizzare i feromoni per confondere i maschi degli insetti dannosi per evitare che si riproducano, danneggiando le coltivazioni, non è una tecnica nuova. Ma fino ad oggi i costi degli impianti di diffusione dell’ormone femminile si erano rivelati elevati per aziende di piccola scala a causa dell’ingente numero di diffusori per ettaro necessari all’efficace utilizzo di questa tecnica. Un limite ingigantito a dismisura dalla presenza sul territorio di tante piccole aziende e con una coltivazione a frutteto territorialmente disomogenea. 

Ma in Basilicata c’è un progetto pilota denominato “Puffer - La confusione sessuale per la sostenibilità ambientale in aree agricole e turistiche del Metapontino”, che mira ad utilizzare l’applicazione su scala comprensoriale della confusione sessuale ed in aziende frutticole grandi in media 4 – 5 ettari, utilizzando un diffusore di ultima generazione, il puffer, non ancora commercializzato in Italia, per combattere la proliferazione delle cidie. Il puffer abbassa il numero di diffusori necessari per la lotta ai lepidotteri carpofagi da 450 a 3 per ettaro, restituendo vantaggio economico alla tecnica, anche in presenza di una coltivazione a frutteto a macchia di leopardo e di aziende di dimensioni piuttosto ridotte, ma estese su un comprensorio ampio.

Il progetto pilota, frutto di un’operazione di ricerca cofinanziata dalla misura 124 del Programma di Sviluppo Rurale 2007/2013 della Basilicata, è realizzato dall’Agenzia lucana di sviluppo ed innovazione in agricoltura in partenariato con la Città di Scanzano Jonico, Asso Fruit Italia e la società Suterra, nell’ambito del Progetto Ditria e sarà presentato domani alle 18 nella Sala consiliare di Scanzano Jonico. Il progetto è innovativo anche per l’approccio integrato della gestione che prevede il coinvolgimento di soggetti pubblici e privati, con ricadute positive per ambiente, cittadini, settori agricolo e turistico.

La logica del progetto è la condivisione dei costi e la sinergia delle competenze tra soggetti pubblici e privati con gli obiettivi comuni di migliorare la qualità ambientale e la competitività delle attività agricole e turistiche dell’area, che hanno oggi una clientela molto sensibile alla qualità ambientale.

Un sistema prototipale di puffer dell’azienda Suterra per la confusione sessuale di Cydia molesta su pesco e Cydia funebrana su susino ha completato una prima validazione di campo su scala limitata, anche in Basilicata, ed è prossimo al lancio sul mercato.

Il progetto punta a dimostrare che l’applicazione su scala comprensoriale degli innovativi Puffer sia utile per la confusione sessuale verso Cydia funebrana e Cydia molesta e consenta la riduzione dei trattamenti insetticidi, ai fini della riduzione dell’impatto ambientale della frutticoltura metapontina e la qualificazione turistico-ambientale dell’area. Per far ciò sono stati individuati 15 poderi per 150 ettari con prevalenza di coltivazioni arboree suscettibili alle cidie da confondere con i feromoni diffusi dai puffer ed un area di dimensioni e caratteristiche omogenee non trattata da utilizzare come testimone per il monitoraggio ed il controllo degli insetti.