"I dati pubblicati da Isaaa dimostrano le grandi opportunità offerte dalle moderne biotecnologie in agricoltura. Peccato che l'Italia rifiuti l'innovazione in questo ambito non permettendo la ricerca nel settore, ferma da più di dieci anni, costringendo le imprese a migrare in altre nazioni e non consentendo all'agricoltura nazionale di essere produttiva e competitiva" così Alessandro Sidoli, presidente di Assobiotec, l'Associazione nazionale per lo sviluppo delle biotecnologie che fa parte di Federchimica con oltre 120 associati tra aziende e parchi scientifici e tecnologici, a commento della pubblicazione del rapporto 'Global status of commercialized biotech/gm cross: 2011' a cura dell'International service for the acquisition of agri-biotech applications, Isaaa.

Il rapporto, edito annualmente, mostra una crescita dell'8% nel 2011, rispetto all'anno precedente, delle coltivazioni geneticamente modificate, pari a un aumento di 12 milioni di ettari della superficie coltivata, che oggi raggiunge i 160 milioni di ettari (rispetto ai 148 del 2010) in un totale di 29 Paesi, di cui dieci industrializzati e 19 in via di sviluppo.

La crescita delle coltivazioni geneticamente modificate tocca anche l'Europa, con più di 114mila ettari coltivati a Mais Bt (in Spagna, Portogallo, Repubblica Ceca, Polonia, Slovacchia e Romania), le cui coltivazioni risultano crescere del 26% nel 2011 rispetto al 2010 (per un totale di 23mila ettari). La Spagna risulta coltivare l'85% del totale del Mais Bt coltivato a livello europeo. Altri due Paesi, Svezia e Germania, hanno messo in coltivazione 17 ettari con la patata geneticamente modificata 'Amflora'.

"L'augurio è che il nuovo Governo, che sta cercando di adottare misure per favorire l'innovazione nel Paese, consenta al più presto di riprendere la sperimentazione in campo di nuove varietà vegetali per ridare slancio alla filiera agroalimentare".