Approvando la relazione di Christa Klass (Ppe/De, De), il Parlamento approva la proposta di direttiva sull'utilizzo sostenibile dei pesticidi proponendo tuttavia diversi emendamenti. Più in particolare, accoglie con favore l'idea di vietare l'irrorazione aerea dei pesticidi, tenuto conto dei rischi che essi possano derivare verso zone popolate o ecologicamente sensibili.
Eventuali deroghe, precisano i deputati, dovranno essere concesse unicamente se non esistono alternative praticabili, se l'irrorazione ha impatti ridotti sulla salute umana e se i benefici socioeconomici e ambientali superano gli effetti potenziali sulla salute. Le sostanze classificate come estremamente tossiche (R50) per gli organismi acquatici, inoltre, non possono essere irrorate. Il Parlamento chiede anche che l'irrorazione aerea sia preventivamente notificata all'autorità competente e autorizzata da quest'ultima e che siano adottate tutte le misure necessarie per avvertire tempestivamente le persone residenti e le persone che transitano o sostano nelle vicinanze della zona interessata. Questa, è anche specificato, non deve essere in prossimità di zone aperte al pubblico.

Il Parlamento accoglie la proposta di istituire delle zone "cuscinetto" all'interno delle quali l'immagazzinamento e l'uso dei pesticidi sarebbero vietati per proteggere i corsi d'acqua. Tuttavia, ha respinto gli emendamenti che proponevano di fissare a livello UE l'ampiezza di queste zone, lasciando così agli Stati membri il compito di definirle.
Il Parlamento, inoltre, fa propria l'idea della Commissione di vietare o limitare il più possibile l'uso di pesticidi in zone in cui i rischi dell'esposizione sono elevati per la popolazione, come i parchi pubblici, i campi sportivi o i parchi gioco per bambini. Ma la rende ancora più stringente chiedendo che il ricorso a queste sostanze sia vietato anche nelle zone residenziali, nelle aree ricreative e nei campus scolastici, nonché nelle zone situate nei pressi di strutture sanitarie pubbliche, quali ospedali e ospizi. L'obiettivo sarebbe di proteggere così gruppi sensibili come i neonati, i bambini, le gestanti, gli anziani e le persone che soffrono di problemi di salute preesistenti e che stanno assumendo farmaci.
I deputati hanno anche appoggiato la proposta di imporre agli Stati membri l'elaborazione di Piani d'azione nazionali (Pan) per definire gli obiettivi, le misure e i tempi per la riduzione dei rischi connessi ai pesticidi. Ma l'Aula ha respinto degli emendamenti che proponevano di fissare a livello comunitario l'entità di questa riduzione come suggerito dalla commissione ambiente, fatto salvo per le «sostanze attive molto preoccupanti». E' stato inoltre respinto l'emendamento che chiedeva di finanziare i Pan con tasse o prelievi sui pesticidi.

Autorizzazioni più rapide, ma norme più rigorose
Il Parlamento ha anche approvato la relazione di Hiltrud Breyer (Verdi/Ale, De) riguardo a una proposta di regolamento sulla commercializzazione dei prodotti fitosanitari che ha tra l'altro l'obiettivo di attualizzare una direttiva europea del 1991 in questo campo. Scopo del regolamento è di rivedere le procedure di autorizzazione applicate ai nuovi prodotti al fine di rafforzare la protezione dell'ambiente e della salute, nonché di ridurre i test clinici sugli animali. Favorendo al contempo la concorrenza tra i produttori, a vantaggio degli agricoltori e degli altri utilizzatori.
I deputati hanno accolto con favore la proposta di stilare una lista positiva a livello comunitario delle sostanze attive (componenti essenziali del prodotto). E' sulla base di questo elenco che i nuovi pesticidi dovranno essere autorizzati a livello nazionale.
La proposta della Commissione prevede che la maggior parte delle nuove sostanze sia autorizzata in un primo tempo per un periodo di dieci anni, mentre quelle che presentano minori rischi lo sarebbero per 15 anni. Quelle, invece, che possono essere sostituite da sostanze meno tossiche, sarebbero autorizzate per soli sette anni. A questo proposito, i deputati chiedono che tale periodo sia ridotto a cinque anni per promuovere il ricorso ad alternative non chimiche. Se la Commissione propone che i rinnovi ulteriori delle autorizzazioni abbiano durata illimitata, i deputati chiedono invece che non eccedano dieci anni.

Per quanto riguarda l'autorizzazione dei prodotti, la Commissione europea suggerisce di dividere l'Unione europea in tre zone geografiche (Nord, Centro e Sud): ogni prodotto autorizzato da uno Stato membro sarebbe automaticamente autorizzato in tutta la sua zona geografica. I deputati però sono contrari a questa proposta, preferendo un sistema unico di mutuo riconoscimento in cui gli Stati membri godrebbero di un certo margine di manovra per confermare, respingere o restringere l'autorizzazione in funzione delle proprie situazioni nazionali. I deputati, inoltre, insistono affinché siano attentamente valutati gli eventuali effetti che possono risultare dalla miscela di diverse sostanze in un prodotto.
D'altra parte i deputati sostengono la proposta di vietare le sostanze genotossiche, cancerogene, tossiche per la riproduzione o che hanno un impatto sul sistema endocrino, ma propongono di aggiungere alla categoria di sostanze vietate quelle che hanno effetti neurotossici o immunotossici. Chiedono poi che un'attenzione particolare sia attribuita alle categorie vulnerabili. Inoltre, auspicano che siano rafforzate le disposizioni relative ai test sugli animali che, a loro parere, dovrebbero essere effettuati solo in ultima istanza. Infine, i deputati hanno accettato la proposta della Commissione secondo sui l'autorizzazione può comprendere le condizioni d'uso.